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Come funziona la protesi peniena? Come è fatta? Di quanti tipi ce ne sono? Ci sono controindicazioni e quando è indicato questo intervento per la disfunzione erettile?

L’impossibilità costante di raggiungere e mantenere un’erezione è definita  Disfunzione Erettile: un disturbo che, impedendo di portare a termine un rapporto sessuale completo e soddisfacente,influenza pesantemente la vita sociale e di relazione degli uomini che ne sono colpiti.
Trattare e curare quella che viene comunemente chiamata impotenza è però possibile: esistono trattamenti farmacologici o chirurgici, che vanno opportunamente vagliati con il proprio medico specialista.
Per capire quali sono le opzioni terapeutiche, e comprendere in particolare il funzionamento delle protesi peniene, in questo articolo, realizzato in collaborazione con il portale DE SOLUZIONI, fa il punto il dottor Andrea Cocci, specialista in urologia e andrologia a Firenze, presso l'azienda universitaria Careggi, specialista in chirurgia urogenitale e chirurgia plastica.

Quali sono le soluzioni farmacologiche per la Disfunzione Erettile?
La Disfunzione Erettile è una patologia complessa che deve essere innanzitutto inquadrata per quanto riguarda l'eziopatogenesi, ovvero il motivo per cui insorge. Scartiamo in questa fase la Disfunzione Erettile su base psicologica, che ovviamente esiste, e su base ormonale, che sono altri tipi di disfunzione erettile. Le più comuni sono su base vascolare: qui interveniamo farmacologicamente. C'è tutta una famiglia di farmaci che sono gli inibitori delle fosfodiesterasi di tipo 5: sono prodotti che vanno ad aumentare la vascolarizzazione del pene in determinate situazioni, quindi devono essere presi o prima del rapporto - viene chiamata terapia on demand - oppure in terapia riabilitativa, quindi il paziente assumerà piccole quantità di questi farmaci tutti i giorni per tempi variabili da 3 a 6 mesi.

Nel caso in cui i farmaci non funzionassero, quali sono le terapie a cui si ricorre?
Nel caso in cui ci sia un fallimento della terapia farmacologica, ad oggi ci sono un ventaglio di terapie a cui si può fare ricorso. Esistono delle terapie fisiche riabilitative, come ad esempio le onde d'urto, ovvero terapie rigenerative del tessuto vascolare, in particolare arterioso. Ci sono anche delle terapie ancora sperimentali a base di una sorta di cellula staminale - viene chiamata prp plasma ricco di piastrine che, iniettata all'interno del pene, in taluni pazienti può dare un miglioramento dell'asset vascolare. Tuttavia queste sono delle terapie ancora più che sperimentali e di nicchia, e per particolari pazienti.
In pazienti la cui Disfunzione Erettile è talmente grave da essere resistente alla terapia farmacologica (per esempio i pazienti post interventi di grossa chirurgia come la prostectomia radicale, i pazienti diabetici, quelli con severe ipertensione) è necessario un intervento chirurgico per sostituire quel tessuto erettile che non funziona, con un dispositivo, un device chiamato protesi peniena che, come tutte le altre protesi (la protesi all'anca la protesi al ginocchio la protesi al seno) va a sostituire, a riempire e ridare funzionalità all'organo che non funziona, che in questo caso è il pene.


Sulla protesi peniena ci sono miti e leggende. Di cosa si tratta esattamente?
La protesi peniena è un device medico assolutamente standardizzato, in uso da decine di anni: con la massima sicurezza viene utilizzato ormai in tutti i grandi ospedali. La protesi serve in pazienti con Disfunzione Erettile: è sempre bene accennare questo aspetto perché molti pazienti credono che la protesi peniena serva a modificare la silhouette del pene ad ingrandirlo o ad allargarlo: assolutamente no. Non è come la protesi al seno che in effetti ha anche questo scopo. La protesi peniena serve per ridare una funzionalità d'organo. Esattamente come la protesi al ginocchio ridà la mobilità al ginocchio, in questo caso noi diamo un supporto interno al pene per ritornare a funzionare in termini di erezione. La protesi, infatti, viene inserita all'interno del pene attraverso un intervento chirurgico mini invasivo - addirittura si fa in taluni ospedali anche in day hospital con una notte di recupero - in cui, inserendo questa protesi che ha la capacità di attivarsi e disattivarsi (parleremo poi dei tipi di protesi al pene): attivando il dispositivo il pene ha la capacità di assumere la posizione eretta, quindi utile per il rapporto sessuale, e poi sgonfiarsi e riottenere la flaccidità per la propria quotidianità, la minzione e quant'altro. Il mito da sfatare è che non va ingrandire pene. Ci sono anche delle leggende ulteriori da sfatare, che incutono molto timore nei pazienti: la protesi peniena non va a modificare la silhouette del pene, non è visibile, non va a modificare la sensazione e il piacere che il paziente prova durante il rapporto sessuale all'orgasmo, non va ad alterare né a diminuire la quantità di sperma che viene espulso, non c'è assolutamente alcuna correlazione con l'aspetto minzionale, un po' come il naso e bocca sono due apparati differenti e quindi il paziente urinerà esattamente come prima. Chiaramente, come tutti gli interventi chirurgici, deve essere effettuato da chirurghi e da ospedali che hanno esperienza di questo tipo di device, in quanto, come per ogni protesi, l'unico rischio possibile - in realtà sotto il 2% - è l'infezione del dispositivo. Ma se gestito bene dal chirurgo e soprattutto dal paziente nel post operatorio, il rischio va sotto lo 0,3%.

Come vive un paziente con la protesi?
Esistono ormai decine di studi che analizzano la qualità di vita del paziente: si rileva una soddisfazione del paziente di oltre il 98%: il 98% medicina è un risultato estremamente raro. Questo dà l'idea al paziente di quanto l'assenza di erezioni che ha sperimentato per lunghissimo periodo e poi riacquisita con l'utilizzo di una protesi cambi realmente la vita. L’erezione non ha un aspetto solo, diciamo, pratico e ludico, ma anche un aspetto sociale: un paziente che non ha erezione è un paziente depresso, è un paziente che prova timore nella socializzazione con l'altro sesso, ci sono problemi a livello di coppia e di conseguenza familiare. Tenete conto che la definizione di salute non è l'assenza di malattia ma il benessere psicofisico, quindi la protesi peniena ridà veramente al paziente un modo di vivere differente. Poi, che il paziente la utilizzi con regolarità o saltuariamente, questo poco importa, perché un paziente che sceglie di non avere rapporti sessuali o un paziente che sceglie di avere rapporti anche giornalieri, la scelta cambia completamente l'approccio che ha la persona a tutte le cose. La sessualità, in particolare, è il cappello su cui molti di noi si basano per molte cose, anche per le relazioni di coppia in primis.

Come funziona una protesi peniena?
Il funzionamento della protesi peniena è estremamente semplice. Faccio una doverosa precisazione: molti pazienti credono che l'attivazione della protesi peniena, e quindi la protesi peniena in generale, prevede che esternamente si veda qualcosa. Assolutamente no. La protesi è un dispositivo totalmente interno e, di conseguenza, a occhio nudo, quando un paziente, per intendersi, sta nudo in palestra o in altro luogo, la protesi è totalmente mascherata totalmente invisibile.
La protesi è inserita dentro il pene del paziente. Tramite una pompetta che è presente nello scroto, con un semplice movimento di schiacciamento il pene diventerà rigido, e ci sarà appunto la possibilità di avere la penetrazione. Toccando nuovamente la protesi il pene sarà reso flaccido.
(nel video di seguito, il medico illustra quanto descritto con l’ausilio di un modellino stilizzato, ndr)

La protesi si chiama tricomponente, in quanto è composta da tre componenti: un reservoir, vale a dire un sacchetto di liquido, che sarà poi il liquido che riempirà di due cilindri che fanno le veci dei corpi cavernosi, vale a dire del tessuto erettile del pene, e di una pompetta: quando schiacciata prenderà il liquido lì dentro e lo porterà nei cilindri rendendoli rigidi. Toccando poi la pompa in un differente punto, i cilindri si andranno a sgonfiare, riportando dentro l'acqua, di conseguenza il liquido all'interno: a quel punto i cilindri saranno privati della loro rigidità, e di conseguenza il paziente potrà occultare la propria erezione rendendo il pene flaccido normalmente.
(nel video di seguito, il medico illustra quanto descritto con l’ausilio di un modellino stilizzato, ndr)

Questa è la tipologia di protesi più comune e più richiesta, in quanto non solo ha la capacità di essere gonfiata e sgonfiata, ma soprattutto la capacità di allungarsi ad allargarsi, dando anche al paziente una dimensione del pene sicuramente a lui più gradita.
Non è in realtà la sola protesi disponibile, in quanto esiste anche una tipologia diversa: una protesi cosiddetta semirigida. È fondamentalmente un cilindro, che non ha la proprietà di gonfiarsi o di sgonfiarsi, ma è semplicemente, chiamiamolo un tutore, un supporto che, inserito all'interno dei corpi cavernosi del paziente esattamente come gli altri, rende il pene costantemente rigido, con la capacità di piegarsi e di mantenere questa posizione in modo da essere occultato mettendolo a destra o a sinistra o in basso all'interno dell'intimo del paziente. Questa tipologia di protesi viene proposta con molta rarità nei pazienti, perché ovviamente la protesi tricomponente è molto più gradita. Tuttavia, questa può essere una protesi prevista in taluni pazienti molto rari, come per esempio pazienti che non possono articolare le mani, quindi non hanno la capacità di gonfiare e sgonfiare la protesi: in questo caso l'utilizzo di una protesi semirigida è assolutamente indicato. Inoltre questa tipologia di protesi è prevista anche per esempio in quei pazienti che hanno l’ansia di non riuscire ad utilizzare la protesi tricomponente (cosa che, tranquillizzo, è estremamente facile): se questo device è più gradito al paziente, l'urologo lo deve sicuramente proporre.

Perché un paziente dovrebbe voler posizionare una protesi peniena?
La domanda dovrebbe essere perché non dovrebbe mettere la protesi peniena. Questo è un intervento chirurgico,e in quanto tale è una necessità, come tutti gli interventi chirurgici: le protesi odontoiatriche si mettono, non ci sono domande sulle protesi ortopediche… quindi è molto strano che si facciano domande in merito alle protesi peniene. Sicuramente è dovuto al fatto che questa protesi serve a riottenere un'erezione, quindi è relativo all'aspetto sessuale, ma la sessualità è un'attività fisiologica, un'attività sana: un'attività senza la quale questo mondo non esisterebbe. Di conseguenza è assolutamente qualcosa di naturale, e questo è un tabù che noi dobbiamo sfatare, e che i pazienti, soprattutto gli uomini, devono secondo me superare, perché è la vergogna che i pazienti hanno nel mostrare di avere una protesi ma non nell'intervento in quanto tale. E vi posso garantire che come un uomo non ha alcun problema ad avere rapporti sessuali con una donna che ha una protesi al seno, nessuna donna avrebbe mai problemi ad avere rapporti con un uomo che ha una protesi al pene, perché ovviamente se il paziente ha messo questa protesi è perché non ne poteva fare a meno.
I pazienti a mio avviso si distinguono in due categorie: quelli per i quali non funzionano i farmaci - quindi nonostante le compresse o iniezioni non hanno risultati. In questo caso spesso il paziente abbandona l'attività sessuale o l'attività sessuale penetrativa, che per tanti uomini ma anche per tante donne equivale ad avere una sessualità soddisfacente. Se pazienti se riescono a capire che questo tipo di interventi risolve il loro problema, saranno pazienti estremamente soddisfatti.
L'altra categoria è quella di pazienti che non sopportano l'utilizzo di farmaci: è una minoranza, ma esistono persone che trovano innaturale assumere questi farmaci o che hanno effetti collaterali. Anche questi gioveranno dell'impianto di una protesi peniena.
Concludo poi con un altro aspetto: molti pazienti affermano che è un sesso innaturale perché devono attivare la protesi prima di avere rapporti, ma anche questo è un falso mito, perché anche prima di avere un rapporto questi pazienti assumono un farmaco, anche prima del rapporto questi pazienti dovranno iniettarsi un farmaco: c'è sempre l'uso della mano che porta la compressa alla bocca e che porta un'iniezione al pene. Qui si tratta semplicemente di utilizzare quella mano per attivare la protesi: è assolutamente la stessa cosa. Ovviamente deve esserci la corretta indicazione: l'urologo andrologo può essere di aiuto, deve essere d'aiuto, ecco perché è necessario rivolgersi a centri con esperienza.

 

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