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La compagnia ha deciso di vietare i tweet d’odio, inasprendo il suo regolamento

In tempi in cui alla tv sentiamo ancora espressioni inaccettabili,  che usano la disabilità per insultare qualcuno, è evidente come non si possa più derubricare la questione a “scherzo”, “ragazzata”, “leggerezza”, ma come, invece, sia scattata l’ora di intervenire drasticamente, per limitare questa onda di odio che passa anche per le parole, veicolata, ahinoi, spesso dai social network.

Va in questa direzione la decisione di Twitter, annunciata alcuni giorni fa, di vietare – e, dunque, eliminare i tweet d’odio contro le persone con disabilità. Il social dei “cinguettii” mette quindi al bando i discorsi d’odio, rendendo più stringenti le sue regole, che già nel 2019 avevano proibito tweet che prendano di mira la religione: il nuovo aggiornamento del regolamento interno di Twitter stavolta dichiara guerra al linguaggio d’odio usato nei tweet relativi a malattie, disabilità ed età.

La scelta di Twitter si basa, peraltro, su evidenze che ne confermano l’utilità: ricerche dimostrano che un lingiaggio che “de umanizza”, ovvero che tratta le persone non come tali, aumenta il rischio anche nella vita reale, non solo online, di un aumento della violenza nei loro confronti. Le parole, in sostanza, non sono così innocenti, e il clima d’odio che possono creare contribuisce a una loro traduzione in violenza reale.

Bisogna contrastare con tutti gli strumenti tutte le forme di bullismo e cyberbullsimo che fomentano il clima d’odio che ci circonda, spsso alimentato dai social network (qui una ricerca proprio sui tweet d’odio su Twitter),  ma non solo. Le parole sono importanti, e la scelta consapevole di essere contribuisce alla narrazione di una realtà migliore. Siamone consapevoli!

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Redazione



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