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LEDHA: La piena accessibilità dei mezzi di trasporto è un diritto, non un auspicio. Per farlo non basta abbattere le barriere architettoniche, servono anche adeguate proposte formative per tutto il personale in servizio
 
 In questi giorni i media hanno rimbalzato la notizia di  un fatto accaduto su un treno Trenord, che ha visto protagonista un uomo con disabilità. La vicenda si è così svolta: il signor Edoardo Luneschi, secondo quanto riportato dai giornali, è stato costretto da un controllore di Trenord a scendere dal treno su cui stava viaggiando perché sul convoglio era già presente “un altro disabile” (…). “Due sono troppi e lei non ha neanche avvertito”, avrebbe detto il controllore, riferendosi al servizio di assistenza per le persone a mobilità ridotta che, da regolamento europeo, deve essere prenotato con 48 ore di anticipo.

Nel caso del signor Luneschi però, la cacciata da parte del controllore è oltremodo fuori luogo: lui, infatti, il servizio non lo ha richiesto perché non ne ha bisogno. A quanto riferiscono i giornali, il signor Luneschi non occupava lo spazio riservato alle carrozzine, ma era seduto su una poltrona come tutti i passeggeri. Il capotreno non poteva quindi appellarsi a motivi di sicurezza dovuti al fatto che il signor Luneschi non fosse ancorato nell'apposito spazio per carrozzine. TRENORD si è successivamente scusata con il passeggero che però, intanto, è stato obbligato a scendere.

Su questo episodio la LEDHA, esprimendo solidarietà al signor Luneschi, ricorda: le persone con disabilità hanno il diritto di poter utilizzare i treni, come ogni altro mezzo di trasporto, allo stesso modo di tutte le persone. Non si tratta di un semplice auspicio ma di un principio giuridico sancito dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (legge anche dello Stato Italiano) così come dalla normativa comunitaria. Principio ulteriormente ribadito, in Italia, dalla legge 67/2006  che vieta ogni discriminazione fondata sulla disabilità. Norme locali e regolamenti di singole aziende devono creare le condizioni affinché questo diritto sia effettivamente rispettato e non viceversa.

La piena accessibilità ai mezzi di trasporto deve essere prima di tutto garantita dall’assenza di barriere architettoniche o di altra natura: su questo piano sono stati compiuti molti passi in avanti ma la situazione rimane ancora difficile, come dimostra la vicenda degli ascensori presenti in alcuni scali ferroviari che vengono disattivati nelle ore serali e notturni, impedendo alle persone a ridotta mobilità di potersi muovere liberamente. Ma il diritto alla piena accessibilità non potrà mai essere garantito senza una adeguata formazione del personale: la richiesta quindi a Trenord è quella di moltiplicare gli sforzi, al fine di raggiungere con adeguate proposte formative tutto il personale in servizio, sapendo di poter contare sulla disponibilità e competenza presente nel mondo associativo.


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Redazione


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