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Le persone con demenza non rientrano nella categoria 1 del Piano vaccinale anti Covid per la priorità alla vaccinazione

La vaccinazione anti Covid della popolazione italiana è iniziata e proseguita a singhiozzi, e purtroppo non è stata garantita a tutte le persone fragili in via prioritaria. Come ricordato pure dal Premier Draghi, in alcuni casi è successo che gli anziani venissero trascurati "in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”. Stesso si può dire di altre categorie di cittadini fragili, come le persone con demenza, rimaste fuori dalla priorità vaccinale.

Torna a chiedere l’inserimento delle persone con demenza tra le categorie prioritarie a ricevere il vaccino anti Covid una lettera a firma della Federazione Alzheimer Italia indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 Generale Francesco Paolo Figliuolo.

Ricordiamo che attualmente vengono seguite le "Raccomandazioniad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19" nell’aggiornamento del 10 marzo, contenenti le categorie ritenute prioritarie in quanto portatrici di fattori di rischio più rilevanti. Ebbene, fa presente la Federazione, tanto in questa versione aggiornata del 10 marzo, quanto nella prima versione del documento, le persone con demenza non sono state infatti considerate una categoria priorità.

Il 4 marzo e il 22 marzo 2021 abbiamo chiesto con forza che le persone con demenza venissero inserite come prioritarie nel piano vaccinale, tramite due lettere inviate al Presidente Draghi, al Ministero della Salute, al commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 Generale Figliuolo, all'Istituto Superiore di Sanità, al Comitato Tecnico Scientifico, all'Agenzia Italiana del Farmaco
– fanno sapere dalla Federazione Alzheimer Italia. La medesima richiesta è arrivata anche da diverse società scientifiche che si occupano a vario titolo di demenza - quali l'Associazione autonoma aderente alla SIN per le demenze (SINDEM), la Società italiana di neurologia (SIN), la Società italiana di gerontologia e geriatria (SIGG), la Società italiana di Medicina generale e delle cure primarie (SIMG) – e da molte altre associazioni di familiari.

Eppure, nonostante le lettere e gli appelli, a oggi la situazione non si è ancora sbloccata e all'interno delle "Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19" si continua a parlare di persone con disabilità grave (secondo la legge 104) e loro caregiver, ma non viene fatto alcun cenno alle persone con demenza, nonostante sia stato confermato dallo stesso Istituto Superiore di Sanità che 1 su 5 decessi da Covid-19 ha riguardato persone che avevano una storia di demenzaaggiunge la federazione.

Da qui la richiesta di considerare la condizione della persone con demenza come assolutamente tra coloro da essere messi il prima possibile in una condizione di sicurezza da una infezione da Coronavirus: la demenza è una sindrome, ovvero un insieme di sintomi causati da diverse malattie: le persone con demenza non possono pertanto essere considerate solo fragili, ma devono essere ritenute persone con malattie gravi che richiedono la priorità nel piano vaccinale.

In Italia ci sono un milione e 200 mila persone e loro familiari che vivono ogni giorno a stretto contatto con la demenza e ognuna di queste persone sta aspettando di veder riconosciuto il proprio diritto fondamentale alla salute. Queste persone hanno già pagato un prezzo altissimo per colpa di questa pandemia, crediamo che adesso sia indispensabileprenderci cura di loro – conclude l’appello.

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Redazione

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