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Lo studio, della Fondazione Santa Lucia IRCCS, ha utilizzato la Stimolazione Magnetica Transcranica e l'Elettroencefalografia, due tecniche non invasive

L’ictus rappresenta la prima causa di disabilità, e solo in Italia colpisce ogni anno circa 150.000 persone. Impostare un programma di neuro riabilitazione in tempi i più rapidi possibili a seguito della lesione è di fondamentale importanza per un recupero delle funzionalità motorie.

STUDIO INNOVATIVO PER PREDIRE IL RECUPERO
Valutare quindi l’entità della lesione e riuscire a predire nelle primissime fasi il potenziale di recupero è un obiettivo da perseguirsi. Va in questa direzione una scoperta a cura della neuroriabilitazione della Fondazione Santa Lucia IRCCS che ha messo in comunicazione simultanea tra loro due tecniche non invasive, Stimolazione Magnetica Transcranica e l'Elettroencefalografia(TMS-EEG). Tale tecnica si è dimostrata un potente strumento per sondare i circuiti cerebrali, consentendo la valutazione di diverse proprietà corticali e predire il potenziale di recupero di pazienti colpiti da ictus cerebrale.
Lo studio dell'equipe di ricerca del Prof. Giacomo Koch, Direttore del Laboratorio di Neuropsicofisiologia Sperimentale della Fondazione Santa Lucia IRCCS, è stato pubblicato dalla rivista scientifica Human Brain Mapping con il titolo "Evidence for interhemispheric imbalance in stroke patient as revealed by combining transcranial magnetic stimulation and electroencephalography"

COME FUNZIONANO GLI EMISFERI LESIONATI
Durante la pianificazione e l'esecuzione del movimento di un arto, i due emisferi cerebrali interagiscono
tra loro per far sì che il movimento venga eseguito correttamente. Queste interazioni, note come dinamiche interemisferiche, sono di fondamentale importanza per molte funzioni motorie e cognitive. Nei pazienti con ictus, l'attività dell'emisfero cerebrale lesionato è spesso ridotta, con un conseguente sbilanciamento tra i due emisferi. Studiare le dinamiche interemisferiche e il loro bilanciamento è perciò di fondamentale importanza per capire il grado di recupero motorio di questi pazienti.

COME INTERAGISCONO GLI EMISFERI LESIONATI
"Nel nostro studio abbiamo utilizzato l'approccio TMS-EEG per stimolare i due emisferi cerebrali e registrare le loro interazioni in un gruppo di pazienti con ictus allo stadio cronico e in un gruppo di persone sane"
racconta il Dott. Elias Casula, psicobiologo e primo autore dello studio. "Tramite l'analisi delle dinamiche interemisferiche, abbiamo calcolato un indice che misura il bilanciamento fra l'attività dei due emisferi. Questo indice, che abbiamo chiamato IHB (interhemispheric balance), ha mostrato per la prima volta un'evidenza diretta dello squilibrio dell'attività dei due emisferi nei pazienti con ictus."

ATTIVITA’ DEGLI EMISFERI E PERFORMANCE FISICA
Nello specifico i ricercatori hanno osservato che l'indice IHB era fortemente sbilanciato a favore dell'emisfero lesionato mentre il gruppo di controllo presentava un IHB bilanciato tra i due emisferi. "Per valutare se l'indice potesse offrire delle informazioni sul recupero motorio dei pazienti" continua il dott. Casula "abbiamo indagato la relazione tra l'IHB e la performance in un test che misura la forza tra i due arti superiori. Sorprendentemente, abbiamo trovato che i pazienti con un IHB più bilanciato tra l'attività dei due emisferi avevano anche minor differenza nella forza dei due arti superiori".

La tecnica sviluppata rappresenta, quindi, una misura non invasiva e affidabile del bilanciamento nell'attività cerebrale dei due emisferi: un fenomeno fisiologico importante nel corretto funzionamento motorio e cognitivo. Dal punto di vista clinico, potrebbe quindi essere un indice importante nel predire il recupero motorio dei pazienti con ictus.    

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Redazione

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