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Buoni risultati arrivano da una sperimentazione dell'IRCCS Santa Lucia che ha applicato la riabilitazione vestibolare anche per la neuroriabilitazione di pazienti con disturbi del sistema nervoso centrale

La riabilitazione vestibolare è una riabilitazione che interessa le funzioni parzialmente compromesse del vestibolo, una componente dell’orecchio interno che governa stabilità posturale, senso di movimento del corpo ed equilibrio. La riabilitazione di queste funzioni, quindi, ha come obiettivo quello di migliorare il modo in cui la persona sta in equilibrio e come cammina, e ne migliora la stabilizzazione dello sguardo durante i movimenti della testa. Questa riabilitazione  è composta di esercizi personalizzati – con protocolli terapeutici supervisionati da terapisti - che servono a sostituire la funzione vestibolare che è compromessa, facendo leva su altri sistemi sensoriali, per migliorare la stabilità dello sguardo, l’equilibrio e l’andatura.

Solitamente questo genere di riabilitazione per il recupero dell’equilibrio viene fatta quando le funzioni vestibolari sono compromesse a seguito di interventi chirurgici, o di particolari trattamenti farmacologici, o a causa di patologie degenerative come Sclerosi Multipla o Parkinson. La novità è che ora si sta aprendo anche ad altre applicazioni, in particolare, a pazienti con esiti di patologie del sistema nervoso centrale: su di essi si è concentrata l’attenzione di un gruppo di ricercatori della Fondazione Santa Lucia IRCCS con importanti risultati.

PARALISI CEREBRALE
– E’ stato somministrato, presso l’IRCCS Santa Lucia, un riabilitazione vestibolare a gruppi di bambini con paralisi cerebrale, il quale ha fatto registrare risultati positivi sullo sviluppo delle abilità motorie e sul controllo posturale in tempi inferiori rispetto ai training convenzionali basati sulle informazioni propriocettive e visive. A dirlo, il Dottor Marco Tramontano, terapista e osteopata dell’IRCCS Santa Lucia,primo autore dello studio pubblicato sulla rivista scientifica NeuroRehabilitation con il titolo "Vestibular rehabilitation training in patients with subacute stroke: a preliminary randomized controlled trial"

PARKINSON
- Buoni risultati da questo tipo di training si sono registrati anche nel caso di pazienti con Parkinson, dimostrando migliore efficacia, nei due mesi di impiego, rispetto a quella alla terapia con  training tradizionale.  “Questo perché la fase cosiddetta del ‘doppio appoggio’ – afferma il Dottor Tramontano - la più breve e la più difficile da modificare nei pazienti con malattia di Parkinson, risulta fortemente dipendente dalle informazioni provenienti dai vestiboli. L’allenamento di questi ultimi, quindi, determina nel tempo un effetto di maggiore stabilità nel cammino”.
Utilizzando la Stimolazione Magnetica Transcranica si è notata inoltre una maggiore attivazione dei circuiti neuronali tra la corteccia motoria primaria (M1) e l’area motoria supplementare (SMA).

ICTUS – Questi risultati incoraggianti, in combinazione con altri studi presenti in letteratura, hanno spinto i ricercatori dell’ IRCCS Santa Lucia a muoversi anche su un fronte finora non esaminato, ovvero sperimentando questo genere di trattamenti su pazienti con esiti di ictus in fase sub-acuta, generalmente interessati da disturbi dell’equilibrio e alterazione del cammino.

E’ stato quindi selezionato un gruppo di pazienti da sottoporre a training vestibolare, associato alla valutazione delle oscillazioni del tronco: per quattro settimane questi pazienti hanno ricevuto sessioni da venti minuti, somministrate per tre volte a settimana. Questo trattamento ha portato, nei soggetti partecipanti, ad un miglioramento nella velocità del cammino e nella lunghezza del ciclo del passo.  Spiega Marco Tramontano: “Gli esiti di questo studio e dei pregressi confermano che il sistema dell’equilibrio e della marcia è fortemente influenzato tanto dalle informazioni propriocettive e visive allenate nei training convenzionali, quanto da quelle vestibolari. L’integrazione di esercizi per queste ultime nei trattamenti neuroriabilitativi, indipendentemente dalla presenza di un deficit specificamente vestibolare, mostra di essere una strategia di successo per il raggiungimento di miglioramenti significativi con percorsi riabilitativi di minore durata”.

Considerando inoltre come quella vestibolare sia una funzionalità che va allenata affinchè non vada riducendosi, si sottolinea come gli esercizi che la interessano possano avere effetti positivo non solo su pazienti con gravi compromissioni, ma anche su persone con difficoltà di equilibrio, come possono essere gli anziani, al fine di prevenire, ad esempio, cadute nei contesti di vita quotidiana.


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Redazione


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