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Assindatcolf: le famiglie datrici di lavoro domestico sono rimaste ingiustamente escluse dalle misure contenute nel Decreto Lavoro: sparito l’annunciato raddoppio al limite di deducibilità dei contributi per colf, badanti e babysitter

All’indomani dal via libera in Consiglio dei Ministri al Decreto Lavoro, approvato dal Governo Meloni, arrivano i primi commenti sulle misure, sia contenute che escluse.
Tra gli insoddisfatti, il comparto dei datori di lavoro domestico, che hanno visto eliminare dal testo, a quanto pare, l’atteso aumento della deducibilità dei contributi pagati per colf, badanti e baby sitter: una misura richiesta a gran voce per dare fiato alle famiglie che da gennaio di quest’anno stanno subendo un rincaro importante delle spese per queste figure, con gli aumenti a stipendi e contributi in coseguenza  all'inflazione.

A segnalare l’assenza di incentivi per le famiglie datrici di lavoro domestico, rimaste ingiustamente escluse dalle misure contenute nel Decreto Lavoro, è il presidente di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, Andrea Zini: "Nel testo approvato dal Governo Meloni sembra sparito l'annunciato raddoppio del limite di deducibilità dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro di colf, badanti e baby sitter. Una misura che, seppur parziale rispetto alle reali esigenze del comparto, avrebbe comunque rappresentato un importante cambio di passo rispetto alle politiche fino ad oggi messe in campo a sostegno delle famiglie. Al contrario, il settore continua ad essere considerato di serie B, come se non avesse a che fare con i drammatici trend sulla natalità e con la questione della non autosufficienza".

L’esclusione – l’ennesima, e che tra l'altro riguarda anche le misure per il cuneo fiscale e gli incentivi per l'assunzione dei neet, - prosegue Zini - lascia perplessa la categorie più di altre volte. Nelle prime bozze circolate, infatti, sembra che la norma sulla deducibilità fosse contemplata. Il fatto che sia poi stata eliminata, molto probabilmente per questioni di coperture economiche, ci impegna ancora di più rispetto a quello che ci attende per il futuro, considerando che da gennaio 2023 le famiglie sono alle prese con importanti aumenti retributivi scattati a causa della galoppante inflazione e che potrebbero essere confermati anche per il prossimo anno, con allarmanti ricadute sul settore. Ecco perché la nostra richiesta continua ad essere quella della totale deducibilità del costo del lavoro domestico, non solo i contributi, dunque, ma anche le retribuzioni (che rappresentano la voce più pesante sulla spesa), le tredicesime ed i tfr", continua Zini.

Nelle prime bozze, spiegano da assindatcolf, sarebbe stato contemplato il raddoppio da 1.500 a 3.000 euro della soglia dei contributi deducibili dal reddito: le conseguenti simulazioni fatte da Assindatcolf indicavano un risparmio per le famiglie. Ma la misura è stata scartata.

"L'auspicio – conclude il presidente di Assindatcolf - è che il Governo possa avviare una stagione di dialogo anche con realtà come la nostra che rappresenta milioni di famiglie che ogni giorno, non per lusso o per capriccio ma per conciliare i tempi di vita e di lavoro, sono costrette ad affidarsi alle cure di terzi, dando vita ad un vero e proprio welfare 'fai da te' che, purtroppo però, continua a non godere di alcun supporto da parte dello Stato".

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Redazione

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