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La proposta, bocciata dal CNEL e ora alle Camere, porterebbe ad almeno 9 euro lordi l’ora per legge gli stipendi di tutti i lavoratori italiani

In questi giorni è stata licenziata dal Consiglio dei Ministri la Manovra di Bilancio 2024, che ha introdotto alcune misure che andranno ad interessare lavoro, pensioni, fisco. Ma nella discussione politica degli ultimi mesi si inserisce anche il dibattito parlamentare sulla possibile introduzione del salario minimo: misura che vede posizioni differenti.

LA PROPOSTA DI LEGGE PER SALARIO MINIMO
La proposta di salario minimo (esistente già in tutti i paesi dell’UE, ndr) prevede l’introduzione nel nostro Paese di una paga oraria minima, garantita per legge a tutti i lavoratori (attualmente in Italia tale paga viene stabilita dai singoli CCNL). La proposta di legge per salario minimo in Italia (C. 1275), presentata da tutti i partiti di opposizione (tranne Italia Viva), è di almeno 9 euro lordi all’ora (al lordo dei contributi previdenziali e assistenziali), per tutti i lavori.
Secondo le stime di INAPP I lavoratori beneficiari dell'introduzione di un salario minimo legale a 9 euro orari sarebbero circa 2,6 milioni.

LAVORI PARALMENTARI
Il testo è tornato mercoledì in Aula alla Camera, dopo lo stop di due mesi voluti dalla premier Meloni per una analisi della proposta di legge da parte del CNEL, che ha bocciato il testo.
Ora la palla torna, appunto, alle Camere, con il centrodestra che chiede il rinvio in commissione Lavoro per approfondire il documento del CNEL.

SALARIO MINIMO: POSIZIONE DELLA FISH
Sulla questione si è espressa in questi giorni anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che ha guardato con molto interesse il dibattito sul salario minimo per legge perché questo avrebbe impattato significativamente sulla tenuta economica sia delle persone con disabilità sia delle loro famiglie, costrette per la condizione in cui vivono e la mancanza di servizi strutturati a ricorrere al lavoro domestico. FISH si dichiara quindi preoccupata dal possibile aumento ulteriore dei costi a carico delle famiglie che abbiano alle dipendenze lavoratori domestici.
La Federazione ricorda infatti come da gennaio i contratti dei lavoratori del comparto (es. badanti) sono stati oggetto di nuovi accordi sui minimi retributivi, derivanti dalla variazione del costo della vita, con conseguente “scatto” in avanti delle retribuzioni stesse, a partire dal 1 gennaio di quest’anno. Si tratta di costi crescenti che hanno inciso pesantemente sulle stesse persone con disabilità e sulle loro famiglie già gravate da situazioni quanto mai complicate, rischiando di diventare insostenibili” – evidenzia la FISH.
Vincenzo Falabella, Presidente della federazione, aggiunge: Un eventuale introduzione del salario minimo per legge, aumenterebbe ancor di più il costo del lavoro domestico con un ulteriore impatto economico su coloro che necessitano di assistenza personale in varie fasi della vita quotidiana, dalle più semplici alle più complesse, andando a rendere concreto sempre  più il “viatico ideale” per un’ulteriore segregazione delle persone con disabilità. Per questo ci aspettiamo nei prossimi provvedimenti economici specifici interventi perché è certamente sacrosanta l’attenzione alla situazione dei lavoratori e delle lavoratrici ma tali provvedimenti impattano anche sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie ormai alle soglie della povertà, se non già oltre quelle soglie, ricordando sempre che disabilità e povertà si potenziano reciprocamente, in una sorta di circolo vizioso, ciò che si tocca ancor più con mano in situazioni di crisi come quella attuale”. A dirlo il presidente di FISH, Vincenzo Falabella.

Per approfondire

https://temi.camera.it/

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