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Il Coordinamento nazionale delle famiglie con disabilità stila un manifesto con 5 punti fondamentali che dovrebbero essere considerati nella legge sui caregiver familiari

Potrebbe finalmente essere la volta buona per una legge sui caregiver familiari, attesissima da tutte quelle persone che, in Italia, si occupano a tempo pieno e in via esclusiva di un familiare non autosufficiente, e abbandonando per questo qualsiasi altra occupazione. Dovrebbe infatti essere discusso entro il mese il disegno di legge 1461  che era stato depositato in agosto in senato, il quale aveva raccolto in un unico DDL alcune proposte in materia.

Ma il testo di legge non incassa il favore di chi, caregiver, lo è: già al momento della sua presentazione, la bocciatura da parte di alcune mamme caregiver era stata netta, arrivando a definirlo “uno schiaffo in pieno viso” verso coloro che si occupano di un familiare non autosufficiente.  .

Ora sono stati messi anche nero su bianco dal CONFAD, il Coordinamento nazionale delle famiglie con disabilità, 5 diritti e bisogni fondamentali dei caregiver, a partire dalla domanda: chi è il caregiver familiare? Il caregiver familiare, sosti tiene il CONFAD, non è un volontario, ma una persona che è stata costretta, dalle circostanze della vita, a fare una scelta d’amore e soprattutto di responsabilità nei confronti della parte fragile della famiglia. A partire da questo punto, il CONFAD evidenzia come l’attività del caregiver familiare rappresenti di fatto uno sgravio finanziario per lo Stato, che dovrebbe altrimenti provvedere con altre risorse, arrivando a denunciare questa situazione come vero e proprio sfruttamento, in considerazione del fatto che a queste figure mancano sussidi e tutele previdenziali.

Dall’usura del lavoro continuo di assistenza, al carico economico aggravato anche dalla necessità di abbandonare qualsiasi altra occupazione, al diritto a curarsi e a riposarsi, alcuni i punti toccati dal manifesto, diffuso su Facebook:

1.       TUTELE PREVIDENZIALI
Come ricordato più volte, in Italia il caregiver familiare non è riconosciuto come figura professionale, e pertanto manca non solo una remunerazione ma anche tutte le tutele previdenziali correlate ad un trattamento pensionistico, ad esempio. Per questo il CONFAD chiede la copertura dei contributi figurativi previsti per la figura professionale Oss (Operatore Socio Sanitario) riferiti al periodo di accudimento svolto, ma anche il diritto di accedere al prepensionamento.

2.       SOSTEGNO ECONOMICO
Il CONAF chiede che ai caregiver familiari più esposti al rischio di impoverimento venga riconosciuto un contributo economico simile alla retribuzione della figura professionale Oss, riferiti al periodo di accudimento svolto.

3.       SANITÀ
Il CONFAD chiede per i caregiver percorsi preferenziali nelle strutture sanitarie, ma anche interventi per ridurre i tempi di attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie. A tale scopo, si chiede che il caregiver familiare venga dotato di un'apposita tessera di riconoscimento; inoltre – aggiunge il CONFAD - è necessario prevedere la domiciliarizzazione delle visite specialistiche per la persona con disabilità accudita, nel caso in cui il suo trasferimento negli ambulatori specialistici possa compromettere lo stato di salute o il suo equilibrio psico-fisico.

4.    DIRITTO A CURARSI, AL RIPOSO E ALLE FERIE
I caregiver familiari spesso non hanno neppure il tempo di recarsi a fare una visita medica, e arrivano a trascurare la loro stessa salute per impossibilità di fare altrimenti. La richiesta, quindi, è quella di interventi di sollievo per garantire il diritto al riposo e di cura (malattia, visite mediche) del caregiver familiare, mediante il supporto di reti solidali, da attivarsi previo consenso dell'idoneità del servizio da parte della persona con disabilità o del suo Ads o tutore, o la copertura assicurativa a carico dello Stato con il rimborso delle spese sostenute per sopperire alla vacanza assistenziale nei periodi di malattia e di riposo.

5.       LAVORO
La persona che si occupa del familiare non autosufficiente può essere ancora una risorsa lavorativa. Per questo il CONFAD chiede che vengano messi in campo strumenti per la sua inclusione lavorativa, incentivando il telelavoro e il lavoro agile, ma anche percorsi di reinserimento nel mondo lavorativo secondo le proprie competenze professionali pregresse, o valorizzando le competenze acquisite nello svolgimento dell'attività di caregiving.

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Redazione





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