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Secondo l’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale bisogna agire presto con una legge che non sia una presa in giro per i caregiver

All’indomani di un parere ha portato il Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU a raccomandare all’Italia di attuare adeguate misure per garantire l’accesso ai diritti e ai servizi da parte delle persone con disabilità, incluso il sostegno da parte dei loro caregiver familiari (ne abbiamo parlato qui, ndr), si torna a portare l’attenzione sulla condizione di queste fondamentali figure, ancora ignorate dalla nostra legislazione.

Mentre la proposta di legge sul riconoscimento dei caregiver familiari langue in Parlamento, le famiglie cercano di arrangiarsi, dovendo far fronte, oltre alle già note difficoltà assistenziali, pratiche, psicologiche che comporta assistere una persona non autosufficiente in maniera continuativa e senza formazione professionale, anche all’aumento vertiginoso delle spese per bollette e rincari che in questo periodo stanno attanagliando i portafogli.

In questo contesto, e alla luce del pronunciamento ONU, che impone inoltre all’Italia di inviare una relazione scritta in cui dovrà garantire di aver posto in essere quanto necessario per rimuovere tale discriminazione, l’ANFFAS lancia un appello ad intervenire presto ritenendo che, unitamente ai provvedimenti in via di emanazione attraverso i decreti attuativi della Legge delega sulla disabilità, che superano ampiamente i rilievi posti dal Comitato ONU stesso, non sia più rinviabile procedere all’adozione di una apposita legge che riconosca la figura del caregiver familiare e ne preveda adeguati sostegni. Per fare questo Anffas propone di ripartire dal testo di proposta di legge unificata (Disegno di Legge A. S. n. 1461 “Disposizioni per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”).

Secondo ANFFAS si tratta non di realizzare una semplice legge cornice che poi si traduca nell’ennesima presa in giro per i caregiver, ma di mettere mano ad una legge quadro nazionale che, grazie ad un apposito e capiente fondo stanziato a livello centrale, metta in atto una serie di soluzioni diversificate, spaziando dall’accesso ai servizi di sollievo appositamente dedicati ai caregiver, al riconoscimento economico e previdenziale (soprattutto delle mamme che spesso devono, loro malgrado, abbandonare il lavoro per dedicare la loro vita ai propri cari con gravi disabilità), alla previsione di sistemi assicurativi rivolti sia al caregiver che alla persona con disabilità e alla costruzione e sostegno di risorse informali che i territori possono attivare e promuovere, anche grazie all’attivo coinvolgimento degli enti del terzo settore e delle reti di volontariato.

Un intervento legislativo che, ad avviso di Anffas, dovrebbe tendere principalmente a costruire un chiaro ed esigibile sistema integrato di supporti, sostegni e servizi che consenta ai caregiver familiari di poter assolvere al meglio alla loro funzione, ma allo stesso tempo di non dover rinunciare ai propri spazi di vita o comprimerli sacrificando Qualità di Vita, attività lavorative o professionali ed autorealizzazione.

Su questo argomento leggi anche:

Caregiver familiari: chi sono, cosa fanno e qual è la situazione della legge. Un libro per tutti

Caregiver familiari: la difficile gestazione di una legge che non arriva (e i 5 punti necessari)

Per approfondire:

Il parere del comitato ONU

Redazione

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