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Aumentano gli alunni con disabilità, come pure gli insegnanti di sostegno che però spesso sono senza specializzazione. Permangono barriere architettoniche e sensoriali ma migliora di molto l’accesso alla didattica a distanza

A un anno di distanza dalla precedente rilevazione, l’Istat ha reso noti i dati relativi agli alunni con disabilità nelle scuole italiane (comprese quelle dell’infanzia secondarie di secondo grado) nell’anno scolastico 2020/2021 con particolare riferimento a tempi e strumenti della DAD, rilevati da una indagine sul campo realizzata elaborando le informazioni ricevute tra aprile e giugno 2021 da 44.810 scuole, pari al 78% delle scuole oggetto di indagine.

QUANTI ALUNNI CON DISABILITÀ IN ITALIA
Il primo dato che serve a contestualizzare gli altri è quello riferito alla totalità degli interessati: nell’anno scolastico 2020-2021c’è stato un +2% di alunni con disabilità nelle scuole italiane, ovvero 4.000 in più, che portano il numero degli alunni con disabilità a più di 300mila complessivamente (ovvero il 3,6% degli iscritti).

I RISULTATI IN SINTESI
Facendo una sintesi delle informazioni rilevate dalla ricerca ISTAT, i dati ci riportano che:
- Sono nettamente aumentati gli alunni con disabilità che hanno potuto accedere alla DAD, in confronto con le rilevazioni dell’anno precedente: sono 2,3% gli esclusi dalla didattica a distanza (DAD), contro il 23% di un anno fa.
- Sempre in relazione alla DAD, è stato soddisfatto il 98% delle richieste di dispositivi per seguire le lezioni a distanza
-  Sul fronte insegnanti di sostegno, si rileva che ce ne sono di più, rispettando e, anzi, superando il rapporto alunno-insegnante previsto dalla legge, ma uno su tre non ha una formazione specifica e il 20% viene assegnato in ritardo.

DAD E STUDENTI CON DISABILITÀ          
In riferimento alle attività didattiche in presenza e a distanza, è giusto rilevare come nell’anno 2020-21 queste siano state più alternate, e si sia legiferato per garantire la partecipazione in presenza per gli alunni con disabilità durante i periodi di attivazione della DAD, anche alla luce delle gravi perdite in fatto di partecipazione alle lezioni che gli alunni disabili avevano patito nell’anno precedente. I dati sulla partecipazione alla DAD da parte di studenti con disabilità rilevati l’anno scorso avevano infatti restituito una immagine davvero preoccupante: nel 23% di essi non avevano avuto accesso alla didattica a distanza. A distanza di un anno, la situazione registrata dall’ISTAT è nettamente migliorata: la riduzione dei periodi di sospensione, insieme ad una migliore organizzazione da parte delle scuole, hanno determinato un aumento considerevole dei livelli di partecipazione degli alunni con disabilità alla didattica a distanza, con una quota di esclusi che si attesta al 2,3% rispetto al 23% registrato nell’anno precedente. I motivi principali che hanno limitato la partecipazione degli alunni con disabilità alla didattica a distanza sono gli stessi dello scorso anno, tra i più frequenti: la gravità della patologia (26%), il disagio socio-economico, la difficoltà organizzativa della famiglia (entrambi al 14%) e la mancanza di strumenti tecnologici adeguati (11%). Per una quota meno consistente di ragazzi il motivo dell’esclusione è dovuto alla difficoltà nell’adattare il Piano Educativo per l’Inclusione (PEI) alla didattica a distanza (6%) e alla mancanza di ausili didattici specifici (2%).

INSEGNANTI DI SOSTEGNO NON SPECIALIZZATI
Sul fronte insegnanti di sostegno, si registra un aumento dei numeri in termini assoluti (+4,4% registrato quasi esclusivamente nella scuola statale), ma ancora una volta si tratta di figure spesso non specializzate. Tali unità hanno consentito di giungere a un rapporto più alto di quello raccomandato dalla legge nel rapporto alunno-insegnante di sostegno (siamo a 1,4 alunni per insegnante vs una raccomandazione di 2).
I numeri:
-          Nell’anno scolastico 2020/2021 gli insegnanti di sostegno che hanno operato nelle scuole italiane
sono più di 191mila (+ 8mila rispetto all’anno scolastico precedente).
-          Di questi docenti, circa 65mila non hanno una formazione specifica, impegnati nelle classi frequentate da alunni con disabilità per far fronte alla carenza di figure specializzate.
-          Inoltre, i dati rilevano spesso un ritardo nell’assegnazione dell’insegnante per il sostegno. A un mese dall’inizio della scuola, infatti, circa il 20% degli insegnanti per il sostegno non risultava essere stato ancora assegnato. Tale quota sale al 27% nelle regioni del Nord-ovest e tocca le punte massime in Lombardia (29%) e Liguria (34%).

FORMAZIONE DEI DOCENTI
I dati rilevano anche la scarsità di formazione in modelli inclusivi da parte dei docenti (curriculari e per il sostegno) per la progettazione di percorsi didattici efficaci che coinvolgano tutti gli studenti della classe senza esclusioni. Solo il 24% dei docenti curricolari ha partecipato a corsi di formazione su queste tematiche, quota che sale al 28% tra gli insegnanti per il sostegno.
Meno frequente la formazione tra i docenti della scuola secondaria di secondo grado (21% dei docenti curricolari e 25% dei docenti per il sostegno).

ASSISTENTI ALL’AUTONOMIA E ALLA COMUNICAZIONE
Nelle scuole italiane gli assistenza all’autonomia e comunicazione che affiancano gli insegnanti di sostegno sono più di 60mila, di questi il 4% conosce la lingua italiana dei segni (LIS). La loro disponibilità varia molto sul territorio con un rapporto alunno/assistente pari a 4,6 a livello nazionale. Si tratta di figure specializzate, finanziate dagli enti locali, molto importanti per favorire l’inclusione degli alunni con disabilità o altri BES, il cui coinvolgimento è risultato determinante nel supportare l’alunno e coadiuvare le famiglie nelle fasi dell’avvio della didattica a distanza gravoso. Segnaliamo che per supportare queste figure è stato appena approvato un nuovo fondo dedicato.

TECNOLOGIA NELLE SCUOLE
Il 75% delle scuole dispone di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilità. In Italia per il 67% delle scuole la dotazione di postazioni informatiche è ritenuta insufficiente, in particolare nella scuola primaria (70% di scuole con postazioni insufficienti).
Tra le scuole che dispongono di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilità, la collocazione in classe (importante per favorire la didattica insieme al gruppo di compagni) si registra nel 47% dei casi, quota che scende nelle regioni del Sud attestandosi al 43%, con punte minime in Abruzzo e Puglia (41%). Il rimanente 53% dei plessi scolastici dispone di queste tecnologie in ambienti esterni (laboratori o aule per il sostegno).

BARRIERE ARCHITETTONICHE E SENSORIALI
Nell’anno scolastico 2020-2021 sono ancora molte le barriere fisiche presenti nelle scuole italiane: soltanto una scuola su tre risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria. Al Nord si registrano valori superiori alla media nazionale (37,5% di scuole a norma) mentre peggiora, con i livelli più bassi, nel Mezzogiorno (28,4%). La regione più virtuosa è la Lombardia, con il 42,5% di scuole accessibili, di contro la Campania si distingue per la più bassa presenza di scuole prive di barriere fisiche (23%).
Tipologie di barriere:
-          45% assenza di ascensore /ascensore adeguato al trasporto delle persone con disabilità Frequenti sono anche le scuole
-          29% mancanza di servoscala interno
-          24,4% mancanza di bagni a norma
Sul piano dell’accessibilità non va meglio per le disabilità sensoriali: solo il 16% delle scuole dispone di segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia, mentre le mappe a rilievo e i percorsi tattili, necessari a rendere gli spazi accessibili agli alunni ciechi e ipovedenti sono presenti solo
 nell’1 % delle scuole.

Per approfondire:

Il report completo

Redazione

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