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Le associazioni chiedono l’apertura di un tavolo di confronto permanente con le aziende di trasporto

Poter utilizzare i mezzi pubblici della propria città è un diritto di tutti coloro che in quella città ci vivono e pagano le tasse. Ma, come ben sanno le persone con disabilità, nella pratica non è sempre così: le barriere architettoniche e sensoriali sono purtroppo ben presenti, e il diritto alla mobilitò non è sempre esigibile. A Roma, in particolare, sono state segnalate in questi giorni delle criticità che hanno evidenziato la necessità di migliorare l’accessibilità di bus e metro della capitale, gestiti da ATAC.

Le problematiche sono state sollevate, riporta Redattore Sociale, da associazioni di persone disabili che hanno preso parte alla riunione della commissione Trasparenza di Roma Capitale, presieduta da Marco Palumbo (Pd) e convocata dalla consigliera dem Ilaria Piccolo.

I punti deboli riscontrati riguardano sia barriere architettoniche (bus e stazioni metro spesso inaccessibili, con 21 linee di superficie accessibili su 256) ma anche barriere sensoriali, con annunci vocali poco comprensibili e carenza di mappe tattili.
I partecipanti, pur riconoscendo alcuni recenti segnali positivi, hanno denunciato ora una fase di stallo e  hanno in particolare chiesto l'apertura di 'un tavolo di confronto permanente con le aziende di trasporto, sottolineando come le diverse disabilità necessitino di soluzioni differenti. Come ben sappiamo infatti, per rendere accessibili servizi di trasporto non bastano marciapiedi  e scivoli – che possono andare bene per chi ha problematiche fisico motorie - ma è necessaria anche la predisposizione di ciò che consente anche chi non vede o sente di usufruire del servizio, che nello specifico possono essere semafori sonori, annunci voce di prossima fermata dentro i mezzi e mappe tattili per ciechi, ma anche avvisi scritti per i sordi.

Un’altra problematica da iniziare a considerare seriamente, riguarda la silenziosità dei mezzi elettrici, il cui sopraggiungere diventa di difficile identificazione per i pedoni non vedenti, che rischiano di venirne investiti. Su questo fronte, i rappresentanti dell'Unione Italiana Ciechi presenti all’incontro hanno chiesto che vengano interpellate le associazioni quando si acquistano nuovi mezzi, ricordando che l'Ue da giugno 2019 ha previsto obbligatoriamente un segnale acustico per i mezzi elettrici quando corrono a bassa velocità.

Da parte dell’amministrazione, la volontà politica sembra quella di recepire le istanze e muoversi di conseguenza, anche se si deve fare i conti con le risorse economiche di una città con 13miliardi di euro di debiti.

Andrea Venuto, disability manager del Campidoglio, riporta sempre redattore Sociale, ha ricordato che dal 2012 una circolare frutto di una sentenza obbligò Roma Capitale a dotarsi di alcune linee totalmente accessibili, oggi si parla delle 21 linee ma quasi il 70% delle linee ATAC è dotato di piena accessibilità, e nessun acquisto di bus da parte di questa amministrazione ha riguardato mezzi non accessibili, anzi. Venuto ha ricordato anche lo stanziamento di 1 milione per l'abbattimento delle barriere sulla viabilità, per i cui interventi stanno arrivando i primi progetti esecutivi sulle priorità degli abbattimenti.

Da parte sua, ATAC ha ricordato che il 68% delle vetture di proprietà di ATAC è munito di pedana, anche se il grosso problema è l’alto numero di guasti, motivo per cui si sta provvedendo a sostituire pedane elettriche con pedane manuali, meno soggette a rotture.

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Redazione

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