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Una ricerca sulla percezione dell'opinione pubblica italiana riguardo la capacità dei servizi sanitari di rispondere ai bisogni delle persone disabili: molto negativo il giudizio complessivo, ma promosso con lode il personale medico

Il rapporto tra disabilità e ospedali italiani non è idilliaco. Mancano spesso strutture adatte a curare adeguatamente persone con disabilità che possono essere fisiche, sensoriali o intellettive, ma anche sul fronte formazione spesso non troviamo quella preparazione necessaria ad accogliere e gestire persone con specifici bisogni di questo tipo . A tutto ciò si sommano i problemi vissuti dai tutti i cittadini (con o senza disabilità): lunghe liste d’attesa, necessità di spostarsi dal proprio luogo o addirittura regione di residenza per curarsi, attrezzature e strutture spesso vetuste.

INDAGINE SWG
Aiuta a farsi un’idea della situazione attuale la terza indagine sul rapporto tra persone con disabilità e sanitàdell’Osservatorio Cittadini e disabilità realizzata in collaborazione con SWG con il sostegno di Consorzio di tutela del Gavi, Fondazione Crc, Fondazione di Comunità Milano e Istituto Serafico di Assisi, recentemente presentata in occasione del Premio giornalistico Bomprezzi - Capulli a Roma ed in contemporanea a Milano.
In estrema sintesi, il dato complessivo è il più impietoso: per 8 italiani su 10 il Servizio Sanitario nazionale non fornisce risposte adeguate alle persone con disabilità. In questo quadro di desolazione, tuttavia, spicca un dato: promosso con lode il personale medico: l'86% degli intervistati ha una percezione complessivamente positiva della formazione e capacità dei medici incontrati. Per il 63% della popolazione italiana non c'è neanche una risposta efficace ai bisogni sanitari relativi alla disabilità.
Quasi 4 italiani su 10 si spostano dalla propria regione per trovare cure e supporti adeguati.

IL REPORT CITTADINI E DISABILITÀ: ALCUNI NUMERI
L’indagine "Cittadini e Disabilità", racconta la percezione dell'opinione pubblica italiana riguardo la capacità dei servizi sanitari di rispondere ai bisogni delle persone disabili, giudicata nel complesso molto negativa (non adeguato 31% - poco adeguato 49%).
Rispetto ai percorsi prioritari o specifici per persone con disabilità:
- per il 21% vi è una totale assenza degli stessi
- per il 44% è accaduto solo raramente di poterne usufruire. 
Eppure, il problema pare non riguardare le barriere architettoniche in ambito ospedaliero. Sono scarse invece le risposte efficaci ai bisogni di salute per il 63% degli intervistati. Risposte che per il 36% vengono ricercate al di fuori della propria regione di residenza.
Mobilità sanitaria. Il 67% dichiara di doversi avvalere di più strutture sanitarie per poter rispondere alle proprie necessità di salute e solo il 28% trova assistenza in un’unica struttura.
Le principali difficoltà incontrate dalle persone con disabilità sono legate alle ore di attesa che trascorrono in strutture sanitarie (46%) e l’accesso alle liste di attesa (17%).
Un punto di merito al personale sanitario italiano valutato in via complessiva positivamente nell’86% dei casi, solo il 12% sceglie l'opzione "per nulla".
6 persone su 10 bocciano invece le strutture e le attrezzature.

Come migliorare la situazione, quindi?
- il 38% sostiene la necessità di adottare specifici protocolli per le persone con disabilità,
- il 19% chiede di migliorare le liste di attesa ed anche i tempi di attesa pre-visita,
- il 17% si concentra sull’abbattimento delle barriere architettoniche
- il 7% chiede un aumento della durata delle visite specialistiche.

Proprio a tema disabilità e salute, va segnalato che qualcosa si sta muovendo. È stata infatti approvata nei giorni scorsi dalla commissione Affari Sociali della Camera una risoluzione che impegna il Governo ad intervenire per migliorare l’accessibilità dei servizi sanitari ed ospedalieri per le persone con disabilità. 15 i punti di intervento individuati, che prevedono, tra gli altri,una mappatura delle strutture ospedaliere sul fronte accessibilità, una migliore accessibilità delle strutture ospedaliere, potenziamento delle cure domiciliari ma anche formazione degli operatori sanitari e una piattaforma di raccolta di dati epidemiologici e clinici relativi ai problemi di salute delle persone con disabilità.

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Redazione

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