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L’azienda statunitense Biogen chiederà alla Food and Drug Administration l’autorizzazione al commercio del farmaco “aducanumab”

Buone notizie sul fronte Alzheimer: negli Stati Uniti si va verso la commercializzazione di un farmaco sperimentale che sarebbe in grado di rallentare il declino cognitivo dei malati. Si tratta di “Aducanumab”, un anticorpo specifico che agisce a contrasto della proteina 'beta-amiloide", alla base della demenza tipica dell’Alzheimer.
Attualmente non esiste in commercio un farmaco in grado di curare l’Alzheimer, e se 'Aducanumab' si rivelasse efficace, come sembra, si tratterebbe di una rivoluzione in grado di aiutare milioni di persone.

L’ azienda Biogen, che sta sperimentando 'aducanumab', sta per chiedere l’autorizzazione all’organo regolatorio Usa sui farmaci (la FDA) per poterlo commercializzare, dopo che la stessa azienda aveva quasi rinunciato a continuare la ricerca, poiché i dati dei primi trial clinici non sembravano soddisfacenti. Ripresi gli studi, si era invece giunti a buoni risultati aumentando il dosaggio dell’anticorpo, giungendo a risultati che fanno ritenere che il farmaco possa effettivamente essere efficace per rallentare il declino mentale che colpisce le persone con Alzheimer.

Nella nota della Biogen si spiegano i miglioramenti registrati nei malati che hanno utilizzato  ‘aducanumab’ per testarne l’efficacia: memoria, orientamento e linguaggio sembrano migliorati. Inoltre azioni quotidiane come i lavori domestici e gli spostamenti fuori casa in autonomia sono risultati più eseguibili in autonomia dai partecipanti al trial. Questi risultati, inoltre, dimostrerebbero quindi che agire proprio sui beta amiloidi sia la strada da seguire per contrastare la decadenza cognitiva, aprendo così anche allo sviluppo di altri composti per rallentare non solo Alzheimer ma anche altre patologie neurodegenerative.  

Quanto alle tempistiche, ora la palla passerà alla Food and Drug Administration che dovrà valutare efficacia e sicurezza del farmaco, con la possibilità di procedere per il  mercato USA, si spera per il 2020, in un primo momento per i malati partecipanti al trial. L’azienda, inoltre, dichiara di programmare un dialogo con le autorità regolatrici anche nei mercati internazionali, inclusa Europa e Giappone.

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Redazione

Photo by Sharon McCutcheon on Unsplash

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