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È urgente finanziare il Piano Demenze, approvato ancora nel 2014 e tuttora non finanziato. La Federazione Alzheimer Italia scrive al ministro della Salute

Vivere con una forma di demenza o gestire un familiare con demenza è attualmente, in Italia, una attività logorante, avvolta dalla solitudine, spesso aggravata da carenze di servizi, per non parlare del radicato stigma sociale. Abbandonare le famiglie con una persona con demenza al loro destino non può essere la soluzione.

Per questo motivo, nel 2014 era stato approvato il Piano Nazionale Demenze che tra gli obiettivi annovera interventi e misure di politica sanitaria e sociosanitaria e Implementazione di strategie e interventi per l'appropriatezza delle cure. A partire da febbraio 2015 l’implementazione del Piano viene monitorata attraverso il "Tavolo di monitoraggio dell’implementazione del Piano Nazionale per le Demenze (PND)", coordinato dal Ministero. Quello che ancora manca, però, è la messa in campo di una vera strategia politica nazionale, ma anche e soprattutto i fondi da destinare a questo Piano Nazionale Demenze.

Su questa necessità, le famiglie si trovano ancora una volta a chiedere conto (o, almeno, audizione), al Governo. La Federazione Alzheimer Italia ha avviato lo scorso ottobre la petizione “Finanziare il Piano Demenze: malati e famiglie non possono più aspettare”, alla quale avevano aderito oltre 125mila persone, quelle cioè che fino ad oggi l’hanno sottoscritta.  Alla raccolta di queste numerose adesioni, è seguita una richiesta di incontro con il Ministro della Salute, Giulia Grillo, il quale però non è mai avvenuto. La Federazione Alzheimer Italia torna quindi a chiedere un feedback al Ministero, e per mano della sua Presidente, Gabriella Salvini Porro, invia una lettera aperta al Ministro Grillo, che riportiamo integralmente:

Buongiorno Ministro Grillo,
“I malati, i più fragili e deboli, vanno difesi anche con una corretta informazione. Soprattutto da parte di chi vuole tutelarli”. Avevo ripreso e commentato positivamente queste sue parole in una lettera che le ho inviato in forma privata lo scorso 29 ottobre, richiedendole con insistenza quell’appuntamento - anche telefonico se non fosse stato possibile di persona - per cui ancora adesso, dopo 9 mesi, attendo un cenno di riscontro. Il mio intento era ed è quello di spiegarle il motivo che ha spinto noi della Federazione Alzheimer Italia ad avviare, in data 8 ottobre 2018, la petizione “Finanziare il Piano Demenze: malati e famiglie non possono più aspettare”.

È certo importante e corretto informare e sensibilizzare sulla demenza, ma noi vogliamo fare anche qualcosa di concreto per le famiglie che ne sono colpite! Da più di 25 anni ci battiamo per ottenere l’assistenza e i servizi indispensabili alle persone con demenza e per tutelare i loro diritti, e con il lancio della petizione abbiamo capito che il nostro obiettivo è condiviso da oltre 125mila persone, quelle cioè che fino ad oggi l’hanno sottoscritta. Questi 125mila italiani, non pochi, le stanno chiedendo - perché solo lei ha in questo momento il potere di farlo - di prendere in mano il Piano Nazionale Demenze, approvato da quasi 5 anni, ma non finanziato, e destinare finalmente dei fondi che si concretizzino in interventi a sostegno di malati e famiglie per affrontare le difficoltà di ogni giorno.

Dopo tutti questi tentativi di contatto con lei, ricordo una mail che mi è stata inviata dal suo staff il 15 novembre, pochi giorni dopo la nascita di suo figlio, che ho letto fiduciosa anche se sosteneva che non era possibile calendarizzare un appuntamento in tempi brevi: “Ci riserviamo, pertanto, di contattarla appena sarà possibile dare riscontro alla sua richiesta. Qualora l’oggetto del colloquio rivesta carattere d’urgenza, sarà possibile valutare opzioni d’incontro alternative da concordare”. Io ho subito risposto evidenziando il carattere d’urgenza, ma da quel giorno ogni telefonata presso i vostri uffici è risultata inutile.
Oggi sono ancora qui, e le scrivo una lettera aperta per dimostrare alle 125mila persone che attendono una sua risposta che non perdiamo la speranza che ci ricontatti per sederci a un tavolo insieme e prendere una decisione a supporto del milione e 200 mila famiglie italiane che ogni giorno vivono a contatto con la demenza.

Intanto, man mano che il tempo passa, il nostro obiettivo aumenta: ora puntiamo a raggiungere 200mila firme! Petizione su Change.org: qui

Qui sotto, un video appello della Federazione Alzheimer Italia:



Per approfondire:

L’Osservatorio Demenze

Le normative regionali in materia di

Su questo argomento:

Diagnosi tardive e poca comunicazione: le difficoltà dei famigliari dei malati di Alzheimer


Francesca Martin

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