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Dopo un’attesa di vent’anni, il Parlamento discute in questi giorni sulla Lingua dei Segni Italiana, non ancora riconosciuta nel nostro Paese

E’ in discussione in questi giorni al Senato il testo di legge proposto dalla commissione Affari costituzionali  per il riconoscimento della LIS (Lingua dei Segni Italiana) e della LIS tattile: legge sulla quale c’è molta attesa. L’iter dunque prosegue: il testo unificato, presentato dal relatore, Sen. Francesco Russo, dovrà comunque poi passare alla discussione alla Camera.

VENT’ANNI DI RITARDO - Quella verso il riconoscimento della LIS nel nostro Paese è una strada lunga e tortuosa: da anni la comunità sorda  (e non solo) chiede che l’Italia si allinei al resto d’Europa rispetto al riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana, rispondendo così a una richiesta che riguarda, direttamente o indirettamente, le oltre 950.000 persone sorde del nostro Paese. Come dichiarato dallo stesso Senatore (che in aula, a Palazzo Madama in fase di discussione della legge ha presentato il documento segnando), “La legge che riconosce piena dignità alla lingua dei segni italiana arriva con almeno 20 anni di ritardo”. Solo l’Italia, tra tutti i paesi dell’Europa, non ha ancora provveduto al riconoscimento ufficiale di questa, che è una lingua a tutti gli effetti.

IL TESTO UNIFICATO - Il testo in discussione riunisce i disegni di legge n. 302, 1019, 1151, 1789 e 1907. Cosa chiede la legge? In primis che venga riconosciuta la lingua italiana dei segni (LIS) come lingua non territoriale propria della comunità dei sordi. Da ciò ne deriva che l'utilizzo della Lingua dei Segni  Italiana sia consentito e agevolato nei rapporti con le amministrazioni pubbliche e con gli enti locali, ma anche nei procedimenti giudiziari civili e penali.

COSA PREVEDE IL DDL - Il DDL prevede che sia garantito l'insegnamento della LIS nelle scuole primaria e secondaria di primo grado e la presenza dell'interprete della LIS nelle scuole superiori e nelle università.
Il DDl promuove la diffusione della LIS e della sottotitolazione per favorire l’accesso all’informazione e alla comunicazione da parte delle persone sorde, incentivando ad esempio la sottotitolazione delle trasmissioni televisive, e garantendo l’accessibilità in primis delle campagne pubblicitarie istituzionali, le pagine e i portali internet di pubblica utilità o finanziati da fondi pubblici, oltre a tutti i servizi di pronto intervento ed emergenza. Il DDL ribadisce che riconoscendo la LIS, tra le altre cose, la Repubblica riconosce alle persone con disabilità uditive e alle loro famiglie, il diritto di scelta rispetto alle modalità comunicative, ai percorsi educativi e agli ausili per il raggiungimento della piena integrazione sociale. Questo significa che le persone sorde o ipoudenti dovranno essere messe in condizione di poter effettivamente esercitare pienamente il loro diritto alla partecipazione vita politica, economica, sociale e culturale utilizzando anche questa modalità di comunicazione. Per fare questo, nel ddl (in particolare n. 1151) ribadisce la necessità di rendere accessibili ambienti, processi, beni, prodotti e servizi.

MAGGIORE LIBERTA’ DI SCELTA - Il richiamo è, evidentemente, in primis alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall’assemblea Generale dell’Onu nel 2006, riconoscendo in questa lingua un mezzo  e uno strumento per la piena inclusione e partecipazione delle persone con disabilità dell’udito, passando per istruzione, informazione, lavoro ma anche riconoscendone l’importanza come strumento di identità culturale.
Su questo, riferendosi alle numerose discordanze tra promotori dell'oralismo e sostenitori della LIS, precisa peraltro il Senatore Russo, "il richiamo alla LIS non è in alcun modo in contraddizione con la consapevolezza che il presente e sempre più il futuro di chi nasce con ipoacusia anche nelle forme di sordità profonde è e dovrà essere sempre più quello di tendere alla padronanza della lingua parlata e scritta. Il principio fondante di questa legge è la libertà di scelta, delle persone sorde e delle loro famiglie. L’obiettivo che abbiamo perseguito è quello di allargare le opportunità, non certo di ridurle. Ed è evidente dalla lettura di ciascuno degli articoli del provvedimento. Ma lo voglio dire con precisione: chiunque pensi che riconoscere la LIS significhi imporla anche a chi ha scelto altri percorsi può davvero essere certo che non è così, non solo perché sarebbe contrario a questa legge e alla Costituzione, ma perché l’obiettivo del nostro lavoro va esattamente nella direzione opposta”.


Nel video, il  sen. Francesco Russo interviene in aula al Senato parlando la lingua italiana dei segni




Per approfondire:

I testi dei Disegni di legge:
DDL n.302 
DDL n.1019 
DDL n.1151 
DDL n.1789 
DDL n.1907 


In disabili.com:

LIS, Grasso si impegna per il riconoscimento della lingua dei segni

LIS: on line il primo video dizionario delle lingue dei segni


Francesca Martin


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