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Una proposta di Legge presentata dalla Lega prevede di utilizzare i fondi del 5 per mille anche per l'assistenza del personale di tutti i corpi dello stato (Polizia, Carabinieri, Finanza, Guardie carcerarie, Esercito, Marina e Aeronautica)

Il Terzo settore ha rappresentato, ancor più nei momenti più tragici della recente pandemia, un organismo capillare in grado di dare un contributo sostanziale e irrinunciabile al tessuto del nostro Paese. Sono state tantissime, dal più piccolo comune alle grandi città, le realtà che si sono attivate per non lasciare indietro gli ultimi nei giorni più difficili della pandemia, e che continuano a rappresentare un patrimonio fondamentale di attività nel campo del volontariato, della ricerca scientifica, della tutela dei più fragili, del patrimonio culturale e dell'ambiente.

LA PROPOSTA DI LEGGE RUFA
Ora questo patrimonio rischia una battuta che potrebbe arrivare da una riduzione di una delle principali entrate del Terzo settore, ovvero il 5 per Mille. E’ infatti in discussione in discussione alla Camera una proposta di legge della Lega (proposta di legge Rufa, ndr) – già approvata dal Senato - che propone di utilizzare le risorse del 5 per 1000 anche per finanziare il fondo assistenza per il personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate.

IL 5 PER MILLE
Ricordiamo che il 5 per 1000, istituito nel 2006, attualmente rappresenta una risorsa vitale per gli enti del Terzo Settore affinchè possano svolgere attività di interesse generale con ampia ricaduta sociale che aitrimenti non si potrebbero realizzare. Attraverso questo strumento di sussidiarietà fiscale, lo Stato dà al contribuente la possibilità di decidere a chi destinare una quota delle imposte dovute, scegliendo fra gli enti non profit che perseguono finalità e interessi generali collegati all'educazione, alla ricerca scientifica o a quella sanitaria, alla cultura, alla tutela delle persone con disabilità, all'assistenza e all'inclusione sociale. Requisito fondamentale è che abbiano ampie ricadute sociali che vadano oltre il beneficio al singolo soggetto destinatario e siano volte al perseguimento del principio di sussidiarietà orizzontale tipico del Terzo settore.

APPELLO AL PARLAMENTO
Di fronte a questa proposta di legge il Gruppo Terzo Settore, composto da ActionAid, AISM, AIRC, EMERGENCY, FAI, Lega del Filo d'Oro, Save the Children, Fondazione Telethon si appellano con forza al Parlamento, presentando le proprie perplessità in audizione alla Commissione Bilancio della Camera, chiedendo di fermare l'iter della proposta.
"Il lavoro delle Forze di Polizia e delle Forze armate è essenziale per la sicurezza di tutti i cittadini, ma non dovrebbe essere sostenuto togliendo risorse al Terzo Settore, che svolgono attività fondamentali a beneficio della collettività, complementari a quelle svolte dallo Stato" – dichiara Niccolò Contucci, Direttore Generale di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e portavoce in audizione alla Camera del Gruppo Terzo Settore. Rispetto alle altre forme di sostegno alle attività di interesse generale, sono i cittadini stessi a scegliere dove e come indirizzare questi fondi. "Il 5 per mille è uno strumento che consente alle persone di dire che cosa è importante per loro e quali problemi vogliono che siano risolti prioritariamente. Le attività del Terzo Settore sono la priorità per milioni di cittadini".

L'ALLARME DEL FORUM TERZO SETTORE
Lo stesso Forum Terzo Settore ha ribadito la propria contrarietà alla proposta di legge Rufa. Così Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore: “Il 5 per mille nasce per finanziare attività sociali di interesse generale che non trovano altre fonti di finanziamento specifico. Utilizzare questi fondi per l’assistenza del personale delle Forze dell’ordine lo snaturerebbe e creerebbe un pericoloso precedente, anche perchè sono svariate le categorie che potrebbero ambirvi. È bene ricordare che il 5 per mille, per il quale il legislatore ha già dato precise finalità, è ad oggi uno strumento essenziale per ambiti, come la ricerca scientifica in ambito sanitario, che il nostro Paese troppo spesso trascura”.
Aggiunge Pallucchi: “Una penalizzazione è già in atto, considerando che le espressioni dei contribuenti nel devolvere il 5 per mille sono storicamente superiori alle risorse effettivamente ripartite a causa di un tetto stabilito per legge. Chiediamo quindi che si lavori per migliorare questo stato di cose, non per peggiorarlo. L’approvazione della proposta di legge Rufa rappresenterebbe un segnale estremamente negativo per il mondo del Terzo settore, dell’associazionismo e del volontariato, che lavora quotidianamente per il beneficio collettivo, rispondendo gratuitamente ai bisogni dei cittadini”.

Per approfondire:

Atto Camera 3157

Su questo argomento leggi anche:

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Redazione

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Foto di copertina: Designed by Freepik

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