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Migliaia di associazioni e centri dedicati alle persone più fragili, ma anche spazi ricreativi, associazioni e realtà che si occupano di bambini, anzianio disabili chiuderanno per sempre se non avranno adeguato sostegno

Questo terremoto che sta sconvolgendo il mondo con la pandemia da Cornavirus ha disintegrato molti equilibri, demolito prassi, processi, sicurezze, acuendo marginalità e creandone di nuove. Ha anche fatto emergere con una evidenza incontrovertibile la straordinaria importanza del Terzo Settore: un intero comparto senza il quale in alcune realtà non sarebbe stato possibile arrivare neppure al domani.

In questi giorni sono migliaia le piccole grandi realtà di volontariato, associazionismo, imprese sociali, così diffuse nei nostri territori, ad avere permesso ad alcune famiglie, letteralmente, di mangiare. Volontari che si occupano di consegnare farmaci a casa di anziani, operatori che provvedono a garantire pasti alle famiglie che si sono ritrovate in una povertà totale, associazioni che si sono fatte staffette di servizi, punti di raccolta richieste e di congiunzione con enti .
Pensiamo ai giubbotti rossi dei medici e del personale di Emergency mescolati alle penne nere degli Alpini impegnati nella costruzione, in soli 10 giorni, di un ospedale da campo nella martoriata Bergamo. Ma sono tantissime, dal più piccolo comune alle grandi città, le realtà che si sono attivate per non lasciare indietro gli ultimi.

Il Terzo settore, ancor più i questi giorni difficilissimi, ha mostrato e sta mostrando il suo contributo ad arginare i colpi che più di tutti colpiranno chi è già vulnerabile e in stato di marginalità sociale, mostrando il suo senso d’essere e principio fondante di sussidiarietà, ovvero coprendo i bisogni della collettività lì dove lo stato non arriva.

Ma il settore va supportato, altrimenti rischia di crollare, e con esso i servizi alle persone – quelle più vulnerabili, appunto - che esso garantisce. Va ricordato che il Terzo Settore impiega quasi un milione di lavoratori: un comparto dell’economia che, come tutti, in questi giorni è stato costretto a riprogettare i servizi e le sue modalità organizzative (si pensi alle forme a distanza), ma ha anche subito lo stop di molte sue attività. Il rischio è quello ci non riuscire a ripartire più. Migliaia di associazioni e centri che si prendono cura delle persone più fragili, ma anche spazi ricreativi, associazioni e realtà che si occupano di bambini, anziani o disabili chiuderanno per sempre se non avranno adeguato sostegno.

Chi fornirà, allora, servizi per gli anziani, per i bambini, per le persone in condizioni di marginalità, destinate purtroppo ad aumentare a seguito degli strascichi che questo tsunami lascerà nel nostro tessuto economico e sociale? Per questo il Terzo Settore chiede alle istituzioni di aiutarlo. Con la campagna #NonFermateci, lanciata dal Forum con l’adesione di 87 associazioni in rappresentanza di oltre 350.000 organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, imprese sociali, per complessivi 5 milioni e mezzo di volontari e 850.000 lavoratori.

E’ una domanda che ai auguriamo trovi una risposta concreta quando domani, tra due settimane, un mese, si inizierà a ricostruire.

In disabili.com:

Riforma del Terzo Settore: chi coinvolge e cosa comporta

Francesca Martin

Qui tutti gli aggiornamenti coronavirus su disabili.com

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