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L’Università Statale di Milano ha presentato il primo rapporto dell'Osservatorio giuridico permanente sui diritti delle persone con disabilità, in collaborazione con LEDHA. Da gennaio 2023 oltre 300 le pronunce giudiziarie intorno al tema della disabilità

Ore di sostegno, permessi e lavoro, accessibilità nel tempo libero, accesso a cure e servizi. Sono questi alcuni temi sui quali le persone disabili devono rivolgersi ancora alla giustizia per vedere rispettare i propri diritti, di fronte e vere e proprie discriminazioni basate sulla disabilità. Perché, se da un lato nel nostro Paese la normativa esiste - e per molti versi è anche avanzata -, dall’altro sembra esserci uno scollamento tra essa e la sua tangibile applicazione, delegando il compito alle pronunce giudiziarie.

A fare il punto su quanto e come sia ancora necessario l’intervento del giudice in tema diritti e disabilità, è il report del progetto Empowerment of persons with disabilities: innovative tools for the inclusion of people with disabilities, presentato nei giorni scorsi nel corso di un incontro all'Università Statale di Milano, frutto del lavoro del gruppo di ricerca coordinato da Giuseppe Arconzo, delegato dell’Università Statale di Milano per disabilità e DSA, e composto dal ricercatore di Diritto costituzionale Stefano Bissaro, dalle avvocate di Ledha, Laura Abet e Giulia Bassi, e dall’avvocata e presidente della Consulta per le persone con disabilità del Comune Milano, Haydée Longo

Il progetto all’interno dello Spoke n. 6  del progetto del PNRR MUSA - Multilayered Urban Sustainability Action, che si concentra sul tema dell’inclusione con l’hub di ricerca sui diritti umani Human Hall. La ricerca si è posta l’obiettivo di quantificare l’attuazione della normativa anti discriminazione in sede giudiziaria, con lo scopo di costituire un Osservatorio giuridico permanente per un monitoraggio costante sulla giurisprudenza relativa alla condizione giuridica delle persone con disabilità. 

METODO E COLLABORAZIONI
Per la realizzazione del rapporto il gruppo di ricerca si è anche avvalso del contributo dell’Associazione Luca Coscioni, con cui Human Hall ha sottoscritto un accordo di partnership per sviluppare attività di ricerca sulle tematiche della tutela dei diritti delle persone con disabilità e di altri avvocati impegnati nel settore che hanno messo a disposizione del gruppo di ricerca sentenze e decisioni non note.
La ricerca ha, inoltre, attinto informazioni dai portali istituzionali delle autorità giudiziarie (Corte di cassazione; giustizia-amministrativa.it) e dalle banche dati giuridiche (Dejure; Italgiure, Onelegale; Infoleges), che sono state compulsate incrociando tecniche di ricerca e keywords differenti per rintracciare all’interno della sterminata produzione giurisprudenziale del primo semestre del 2023 le pronunce potenzialmente rilevanti ai fini della ricerca.

I NUMERI
Ebbene, andando ai numeri, il report evidenzia che nei primi sei mesi del 2023 sono state oltre 300 le pronunce giudiziarie intorno al tema della disabilità, in campo civile, penale e amministrativo.

SENTENZE A TEMA DISABILITÀ: TEMI
Le sentenze raccolte ed esaminate nel report hanno permesso di categorizzare alcuni temi di maggior interesse trattate in sede giudiziale: le persone con disabilità si sono rivolte ai giudici per questioni relative a:
- accessibilità, mobilità e trasporti;
- accesso alle prestazioni;
- caregiver;
- compartecipazione alle spese;
- lavoro;
- progetto di vita individuale;
- scuola;
- altre decisioni rilevanti, che riguardano temi come l’amministrazione di sostegno e la violenza nei confronti delle persone con disabilità.


AMBITI E COMMENTO
“Sul versante del merito – commenta il professor Giuseppe Arconzo - va rilevato che un numero piuttosto alto di decisioni giudiziarie riguarda ancora oggi il diritto allo studio: la giurisprudenza in materia è ormai da tempo ampiamente consolidata e davvero si fa fatica a capire come le istituzioni scolastiche e gli enti locali facciano così fatica ad osservare principi giuridici ormai granitici. 
L’analisi effettuata ha poi consentito di confermare la presenza di una serie di punti fermi in materia di accesso alle prestazioni sociosanitarie, di progetti di vita individuale, di diritti dei cosiddetti lavoratori caregiver e sul tema del calcolo dei costi di compartecipazione al costo delle prestazioni”.
“Per la riconosciuta conflittualità che questo tema ha determinato e ancora determina, è interessante richiamare le decisioni relative alle terapie ABA, riconosciute come terapie certamente efficaci per il trattamento dei minori con autismo, la cui erogazione è però rimessa all’esclusiva valutazione delle Aziende sanitarie sulla base delle specifiche caratteristiche del singolo contenute nel progetto individuale.
Particolarmente innovative – spiegano ancora i ricercatori - appaiono poi le decisioni che si sono analizzate in tema di accessibilità (si pensi alla fruibilità dei concerti), diritto che – almeno nell’applicazione giudiziaria – va sempre più consolidando quella centralità che la Convenzione Onu gli attribuisce in ragione del suo essere presupposto per il diritto alla vita indipendente e alla piena partecipazione alla società delle persone con disabilità.
Ancora, appare particolarmente innovativo l’orientamento della giurisprudenza – di legittimità e anche di merito – con riferimento al diritto del lavoro delle persone con disabilità: si sono infatti riscontrate diverse sentenze che prendono una posizione netta sulla natura discriminatoria dei licenziamenti disposti per superamento del periodo di comporto che non tengano conto delle peculiari condizioni delle persone con disabilità”.

Il report ospita, infine, anche un approfondimento sulla Legge 67 del 2006 (“Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni”), con l’obiettivo di verificare, alla luce dei riscontri statistici relativi al primo semestre del 2023, l’effettivo impiego di questo fondamentale strumento introdotto dal legislatore più di quindici anni fa per assicurare una tutela giudiziaria alle persone con disabilità vittime di discriminazione.        

PROSSIME FASI DEL PROGETTO
Il progetto di ricerca proseguirà in futuro attraverso il monitoraggio e lo studio delle pronunce che i giudici, non solo italiani, assumeranno nei prossimi mesi, aprendosi al contributo di tutti coloro – avvocati, magistrati e quanti svolgono attività di advocacy per i diritti delle persone con disabilità – impegnati nel diffondere una cultura dell’inclusione.

Su questo argomento leggi anche:

Disabilità e discriminazioni: attivata la Agenzia Nazionale Anffas Antidiscriminazioni


Redazione

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