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L’ANMIL segnala i contenuti della risposta alla Camera del Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali ad una interrogazione sull’attuazione delle disposizioni in materia di lavoro e disabilità


Sul fronte lavoro e disabilità, come sappiamo, la situazione non è rosea. Ma quali sono i dati reali? E’ utile, a questo proposito, consultare il contenuto della risposta alla Camera resa dal Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Francesca Puglisi, ad una interrogazione sull’attuazione delle disposizioni in materia di integrazione lavorativa delle persone disabili, ci segnala l’ANMIL.

I DATI A DISPOSIZIONE
Nel corso della interrogazione, riporta l’ANMIL, il Sottosegretario ha fatto riferimento ai datidesumibili dalle ultime relazioni al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 68, relative al biennio 2010-2011, a quello 2012-2013 e al 2014-2015, ultimo biennio per il quale è disponibile una Relazione, poiché quella relativa al periodo 2016-2018 (la IX) è ancora in corso di elaborazione.
Ha inoltre citato i dati della Fondazione Studi consulenti del Lavoro che, sulla base dei prospetti per l’anno 2018 forniti dalla Direzione Generale dell’innovazione tecnologica del Ministero del Lavoro, ha elaborato il Rapporto intitolato "L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Italia".

CHE TIPO DI CONTRATTI
Dal rapporto della Fondazione Studi consulenti dellavoro emerge un dato molto significativo: «nel 2018 si registravano in Italia 145.327 posizioni lavorative destinate ai disabili ma non ancora coperte». Inoltre, sempre secondo il citato Rapporto, ci sarebbero poche differenze tra le organizzazioni pubbliche e quelle private «(la quota di “scopertura” si attesta sullo stesso livello)».
Relativamente alle tipologie dei contratti di lavoro in essere, nel Rapporto si rileva che «la quasi totalità degli occupati in forza presso le aziende risulta assunta con contratto a tempo indeterminato (93,7 per cento), mentre il tempo determinato (5,7 per cento) o altri contratti flessibili incidono per il 6,3 per cento». Inoltre secondo il citato Rapporto «gli occupati nella P.A. hanno per la quasi totalità dei casi contratti a tempo indeterminato (99,4 per cento)».

I DATORI DI LAVORO INADEMPIENTI
Per contro - riporta ANMIL - il Sottosegretario ha dichiarato che non è possibile disporre di un dato certo sul numero dei datori di lavoro inadempienti, poichè l’unica informazione che si può ricavare dalle comunicazioni obbligatori (Prospetto informativo disabili) è quella sul numero di posti “scoperti”. Tale dato, tuttavia, non coincide necessariamente con il numero di datori di lavoro sanzionati per inadempimento, in quanto al singolo datore di lavoro potrebbero essere ricondotte più posizioni lavorative non coperte.

LE MULTE E LE SANZIONI
Riporta sempre l’ANMIL relativamente all’intervento: secondo i dati forniti dall’Ispettorato del Lavoro, nel 2016 le posizioni di riserva sanzionate sono state 484, con il conseguente incasso effettivo di 395mila euro; nel 2017 si è saliti a 674 corrispondenti a 941mila euro; nel 2018 sono state individuate 972 posizioni per oltre 1 milione di euro di sanzioni.
Il Sottosegretario ha poi descritto le modalità di utilizzo delle somme versate a titolo di sanzione, che sono versate al «Fondo regionale per l’occupazione dei disabili». Detto fondo è destinato ai finanziamenti dei programmi regionali di inserimento lavorativo e dei relativi servizi.

PER APPROFONDIRE:

La sintesi ANMIL

Il Rapporto completo L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Italia 

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Redazione

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