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Nella relazione della Corte si legge che Questi dati non consentono di poter affermare che sia stata, in concreto, conseguita efficacemente la finalità della legge n. 68/1999 che è quella di incentivare l’assunzione dei lavoratori con disabilità ed in particolare di quelli con più scarse possibilità di accesso al mercato del lavoro, anche in presenza dell’obbligo di legge

E’ arrivata, dati alla mano, la conferma di ciò che l’esperienza ci aveva già fatto constatare: il sistema di collocamento mirato per il lavoro delle persone con disabilità ha notevoli criticità. Le evidenze arrivano dall’indagine della Corte dei Conti che ha esaminato l’utilizzo del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili negli anni dal 2014 al 2021: risorse che hanno l’obiettivo di incentivare l’assunzione di lavoratori con disabilità, attraverso sgravi contributivi a favore dei datori di lavoro.

Gli incentivi riguardano l'assunzione, a tempo determinato e indeterminato, di persone con un elevato livello di disabilità fisica e psichica per un periodo massimo da tre (nel caso di lavoratori con disabilità fisica) a cinque anni (nel caso di lavoratori con disabilità psichica).

DISABILITÀ E LAVORO IN ITALIA
Nella stessa relazione, la Corte dei Conti ricorda alcuni dati Istat riguardanti le persone con disabilità in Italia, che nel 2019 erano 3.150.000: secondo le stime Istat, nella fascia di età fra i 15 ed i 64 anni nel 2019 risultava occupato il 32,2% dei cittadini con disabilità, con limitazioni gravi, a fronte del 59,8% dei cosiddetti normodotati.

IL FUNZIONAMENTO DEL FONDO
Ricordiamo che Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, istituito ai sensi dell’art. 13 della legge 12 marzo 1999, n. 68, è stato modificato dal 1 gennaio 2016, con l’entrata in vigore di quanto previsto dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 151. A partire dal 2016 le risorse del Fondo vengono trasferite dal Ministero all’Inps per l’erogazione ai beneficiari. Dallo stesso anno è stato possibile ottenere le facilitazioni a seguito di assunzioni effettuate attraverso chiamata nominativa, oltre al caso in cui gli uffici competenti provvedano de jure ad avviare la persona con disabilità in caso di inadempienza del datore di lavoro obbligato.
La domanda da parte dei datori di lavoro viene rivolta all’Inps, e l’incentivo è dovuto al datore di lavoro solo nel caso in cui l’assunzione della persona disabile sia in grado di incrementare il numero netto dei lavoratori impiegati in azienda e quindi non sia orientato alla sostituzione dei posti resisi vacanti per dimissioni volontarie, invalidità, pensionamento per raggiunti limiti di età, licenziamento per giusta causa.
Per lo svolgimento di queste funzioni, con dpcm 25 ottobre 2018 è stata costituita un’apposita Struttura di missione, per la durata di un anno, alle dirette dipendenze del Ministro per la famiglia e la disabilità.

COME FUNZIONANO GLI INCENTIVI
L’incentivo previsto per l’inserimento lavorativo di lavoratori con disabilità è pari al:
- 70% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per ogni lavoratore disabile con riduzione della capacità lavorativa superiore 79%, assunto con rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Questo per tre anni.
- 35% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per i lavoratori disabili, assunti a tempo indeterminato, con una riduzione compresa fra il 67 ed il 79 %. Questo per tre anni.
- 70% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per ogni lavoratore con disabilità intellettiva e psichica, che riduca la capacità lavorativa per una percentuale superiore al 45 per cento. Questo per 5 anni.

I RISULTATI DELLA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI
Come riportato nella Relazione, i dati emersi evidenziano che il numero di lavoratori disabili assunti nel periodo considerato è stato in una proporzione molto ridotta rispetto agli iscritti alle liste del collocamento mirato. Gli anni che hanno fatto registrare il numero più elevato di assunzioni agevolate sono stati il 2016 ed il 2017 (rispettivamente con 3.089 e 2999), all’indomani dell’entrata in vigore del nuovo regime di assegnazione delle risorse del Fondo. Il 2018 ha invece registrato il picco più basso delle assunzioni, al quale ha fatto seguito una graduale ripresa che, comunque, non ha riportato i valori registrati ai livelli delle prime annualità, stabilizzandosi su valori molto più contenuti

I lavoratori disabili assunti nel periodo considerato sono stati 11.882, la maggior parte dei quali (4.806) sono persone con disabilità compresa fra il 67% e il 79%. I lavoratori con disabilità intellettiva e psichica assunti nello stesso arco di tempo sono stati pari a 2.853, dei quali un migliaio a tempo determinato.

PUNTI CRITICI
L'andamento è stato influenzato, a detta della Corte, dall'utilizzo delle risorse che ha avuto tempistiche non sempre adeguate, con fonti non adeguate, poiché consistevano nel riversamento delle entrate derivanti dai contributi versati dai datori di lavoro per l'esonero dall'obbligo assunzionale (in mancanza di controlli sul rispetto dell'obbligo) e nei versamenti effettuati da privati a titolo spontaneo e solidale (in mancanza di una adeguata campagna informativa).

Tra i punti critici, registra la Corte, il sostanziale mancato rispetto del requisito richiesto dalla legge n. 68 dell’incremento occupazionale netto per la concessione dei benefici assunzionali a valere sulle risorse del Fondo. Si tratta di un parametro di difficile verifica da parte delle stesse aziende che sono chiamate a certificarlo e praticamente, secondo quanto ammesso dalla stessa Amministrazione, impossibile da controllare, attraverso la procedura automatizzata che gestisce il Fondo ed il flusso di istanze formulate dai datori, in grado di effettuare solo alcuni tipi di riscontri. Di qui la necessità di un ripensamento del parametro, ovvero di una sua verifica attraverso strumenti diversi rispetto a quelli fino ad ora utilizzati, che certamente non hanno consentito, nei fatti, che questo svolgesse la sua funzione di presupposto imprescindibile per la concessione dei benefici a valere sulle risorse del Fondo.

Nella relazione della Corte si legge che Questi dati non consentono di poter affermare che sia stata, in concreto, conseguita efficacemente la finalità della legge n. 68/1999 che è quella di incentivare l’assunzione dei lavoratori con disabilità ed in particolare di quelli con più scarse possibilità di accesso al mercato del lavoro, anche in presenza dell’obbligo di legge.

ALCUNE RACCOMANDAZIONI
Un’attenzione specifica, inoltre, è richiesta dalla Corte dei Conti alle amministrazioni interessate ai cosiddetti “accomodamenti ragionevoli” obbligatori (la loro cui obbligatorietà è sancita dall’art. 3, c. 3 bis del d.lgs. n. 216/2003), la cui realizzazione, demandata alle regioni, è a rischio di disomogeneità geografica per la mancata definizione, a livello nazionale, dei livelli essenziali di prestazioni (Lep).
Una complessiva carenza di concertazione nella gestione del Fondo, ha concluso la Corte, cui l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità non è riuscito a far fronte.
Ancora, tra le sue raccomandazioni, la Corte sollecita ad una quanto più rapida entrata a regime della banca dati del collocamento mirato: indispensabile al fine di poter raccogliere e condividere fra i diversi soggetti istituzionali interessati le informazioni riguardanti i datori di lavoro, gli obblighi assunzionali, gli accomodamenti ragionevoli, i lavoratori disabili assunti e ogni altro elemento necessario a rafforzare i controlli sulla gestione delle risorse, il monitoraggio degli effetti degli incentivi e la valutazione degli interventi di inserimento lavorativo posti in essere in attuazione della legge n. 68/1999 ed in definitiva il governo stesso della misura in esame.

LE MISURE ATTUALI
In materia di disabilità e inserimento lavorativo, ricordiamo che lo scorso marzo sono state presentate le nuove Linee Guida sul collocamento mirato, che prevedono tra le altre cose proprio la Banca dati del collocamento obbligatorio mirato, oltre alla presenza di u tutor per l’inserimento lavorativo, e la verifica degli iscritti.
Inoltre, il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha espresso nei giorni scorsi il proprio impegno ad aumentare le risorse del Fondo per il diritto al lavoro delle persone con disabilità.

PER APPROFONDIRE:

Il testo completo della relazione

Su questo argomento leggi anche:

Categorie protette e collocamento mirato: come funziona la normativa sull’inserimento lavorativo per persone disabili

Redazione

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