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Dalla centralità dei siblings alle difficoltà dei genitori a concedere autonomia al figlio con disabilità, alcuni spunti interessanti dal seminario promosso dalla cooperativa Spes contra Spem di Roma

La disabilità all’interno di una famiglia è una presenza che va a toccarne tutti i componenti, tutte le dinamiche e il funzionamento. Ricordiamo spesso l’importanza di considerare, ad esempio, l’aspetto importantissimo del rapporto del sibling con il fratello o la sorella disabili, ma sono numerose anche le questioni che investono, naturalmente, ad esempio, il rapporto tra moglie  e marito con disabilità, come pure tra genitori e figli disabili, e viceversa.

Rispetto a questo, ci sembrano interessanti le riflessioni emerse nel  corso del seminario “Famiglia e disabilità: dialoghi possibili” tenutosi a Roma lo scorso 25 marzo, presso la Biblioteca Comunale “Ennio Flaiano”, e organizzato da “L’Incontro”, il servizio di supporto psicologico e di psicoterapia fondato dalla cooperativa sociale Spes contra spem.

Quattro i temi principali su cui si sono accesi i riflettori:

CENTRALITÀ DEL RUOLO DEI FRATELLI E DELLE SORELLE
Uno degli aspetti più rilevanti emersi dalle conversazioni con le famiglie presenti è la precocità con cui i fratelli e le sorelle “normodotati" vengono, anche inconsciamente, responsabilizzati dai propri genitori nei confronti del figlio con disabilità. Si tratta di bambini e adolescenti che, accettino o meno tale ruolo con convinzione e amore, rischiano di sentirsi isolati dai propri coetanei e spinti a diventare rapidamente dei giovani adulti. Peraltro è un meccanismo del tutto naturale, che aiuta i genitori a sentirsi supportati dal figlio nella cura del familiare con disabilità e che viene sviluppato insieme per aiutarsi e sostenersi a vicenda.

DIFFICOLTÀ DELLA PERSONA CON DISABILITÀ DI SVINCOLARSI DALLA FAMIGLIA D’ORIGINE
Molti genitori, soprattutto in età avanzata, hanno difficoltà a vedere il proprio figlio con disabilità andare a vivere in casa famiglia. Da una parte hanno paura che qualcun’altro possa non essere in grado di prendersene cura quanto loro, dall’altra temono che sia il proprio figlio a non trovarsi bene in un ambiente differente, mostrando, così, una comprensibile difficoltà a delegare il proprio ruolo genitoriale. Eppure, in base alle testimonianze riportante durante il seminario, molti di questi genitori si sono accorti che in casa famiglia i propri figli sono riusciti a fare cose che prima non avevano mai fatto, che sono diventati più autonomi, più capaci, anche più socievoli. In sintesi, sono cresciuti. Tutto sommato, questo aspetto fa capire quanto il genitore di una persona con disabilità non sia poi diverso da qualsiasi altro genitore: tutti hanno paura di vedere il proprio figlio andarsene di casa, ma è un passo che va fatto, per il bene di tutti.

DIRITTO ALLA SCELTA E RUOLO ATTIVO DELLE ISTITUZIONI E DELLA COMUNITÀ IN SENSO PIÙ AMPIO
Durante l’intervento dell’Assessore alle Politiche Sociali del III Municipio di Roma, Maria Romano, si è parlato del ruolo delle Istituzioni e della Comunità in senso più ampio nei confronti di queste famiglie, che non devono sentirsi isolate in nessuno dei principali ambiti sociali, a partire dalla scuola. Si è parlato anche del diritto alla scelta, da parte delle persone con disabilità che abbiano la volontà e i mezzi di continuare a vivere nella propria casa, a patto che si garantisca loro un’adeguata assistenza domiciliare. Il ruolo delle istituzioni è in questo caso quello di garantire a queste persone il giusto supporto economico e burocratico.

IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE
Altro tema fondamentale emerso dal dibattito è la necessità di un intervento il più possibile precoce nei confronti delle famiglie con disabilità. Purtroppo l’esperienza insegna che è più difficile aiutare ad uscire dal proprio isolamento quelle famiglie in cui la condizione di disagio si è ormai cristallizzata da anni, in cui dei genitori in età avanzata cambiano con fatica il loro modo di prendersi cura del proprio figlio ormai adulto. È fondamentale, oggi che ci sono gli strumenti adeguati, prendere contatto precocemente con le famiglie più giovani del territorio che da pochissimo si sono trovate ad affrontare le difficoltà legate a crescere un figlio con disabilità. È necessario che le Istituzioni, gli esperti e l’intera Comunità sostengano subito queste famiglie nel modo giusto affinché non si sentano isolate e soprattutto non si sentano diverse dalle altre famiglie.

Che cos’è “L’incontro“
“L’incontro” è un servizio di supporto psicologico e di psicoterapia, con sede a Roma, pensato soprattutto per i familiari di persone con disabilità ma anche per tutte quelle persone che vivono in situazioni di fragilità e che necessitano di un percorso di sostegno psicologico con un esperto. È uno spazio di ascolto e di accoglienza del disagio e della sofferenza, sia individuale che familiare, ma anche della coppia genitoriale ed è stato pensato per andare incontro anche alle esigenze economiche dell’individuo e della famiglia. Il team del servizio è composto da tre psicologhe e psicoterapeute con alle spalle anni di esperienza nella tutela e assistenza per persone con disabilità.

Ringraziamo la segreteria di Spes Contra Spem per il contributo inviatoci

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Photo by Vidal Balielo Jr. from Pexels

Redazione

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