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I Caregiver Familiari Comma 255 si dicono allarmati per lo stato della norma sui caregiver familiari

I caregiver familiari, già vessati dalle incombenze e dalle difficoltà che l’assistenza di una persona con disabilità o non autosufficiente comporta, sono allo stremo. Dopo un anno terribile, oppresso da una pandemia che li ha lasciati ancor più soli e privi dei servizi essenziali, i caregiver chiedono di essere ascoltati.
In un documento diffuso il 24 gennaio, il gruppo informale Caregiver Familiari Comma 255 torna sulla legge in discussione che dovrebbe normarne attività e sostegni, dichiarandosi al riguardo allarmati.

COSA CHIEDONO I CAREGIVER –L'attesa dei caregiver familiari, che - dichiara il gruppo- hanno sempre chiesto un sistema di indennità e tutele crescenti per ridare dignità ai caregiver familiari, rischierebbe invece di finire in una delusione ancor più amara. Così il gruppo: “Sostegno psicologico, gruppi di auto mutuo aiuto che se proposti da terzi perdono il senso stesso della loro spontaneità, immaginarie reti solidali e tanta tanta informazione e formazione che darà vita ad una infinità di corsi e corsetti generici e collettivi, già presenti su internet, per spiegare ai caregiver familiari le problematiche dei loro congiunti con disabilità: come se l'intera esistenza passata al fianco del proprio caro non fosse sufficiente a formarci a quel livello!”.

IL LAVORO DEL CAREGIVER È CONTINUO – La sensazione non solo di abbandono da parte delle istituzioni, ma di totale non conoscenza di questa condizione viene da una amara constatazione del gruppo: Una manciata di contributi figurativi e la necessità di dimostrare all'INPS il numero delle ore che dedichiamo alla nostra "attività di caregiver". Ore!? Non si è ancora compreso che non si possono contare le ore quando il sacrificio implica tutta la propria esistenza e la totale rinuncia all'individualità?”

NESSUN VERO SUPPORTO – Secondo gli aderenti del gruppo Caregiver Familiari Comma 255 il rischio è che, senza una vera attenzione alla persona caregiver, con la sua vita anche al di là del congiunto disabile, si venga a una nuova categoria di cittadini assoggettati al sistema dei servizi, contribuendo e determinando il loro vero abbandono. “Nessun sostegno alla nostra necessità di vita, nessun supporto per consentirci di rimanere attivi ed autonomi dai nostri congiunti con disabilità, nessuna prospettiva per noi e quindi nessuna voce da restituire loro con forza per la difesa dei loro diritti”, denunciano.

DOPO LA TERRIBILE PANDEMIA IL NULLA - La constatazione conclusiva è, infine, particolarmente amara:Dopo averci spremuto in tutti questi mesi di pandemia, contando sulla nostra presenza ed abnegazione verso i nostri cari, senza alcun riconoscimento e sostegno, sarebbe stato umano credere che il riferimento del Presidente Conte in Senato presagisse una volontà di riaprire una stagione di provvedimenti, idee, progettualità che facciano i conti con la nostra realtà quotidiana. Non certo una accelerazione verso una legge che non ci tutela e più ancora non ci considera!”.

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