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Da Confad l’allarme: per le risorse del fondo ripartito l’utilizzo sia corretto e sollecito

Il 2020 è stato per tutti, e ancor più per i caregiver familiari, un annus horribilis. La pandemia (peraltro ancora in corso) ha visto una intensificazione del loro carico di accudimento , assistenza e responsabilità nei confronti di un parente convivente con disabilità grave non autosufficiente – già importante in tempi normali - accompagnata da un isolamento subito. A ricordarlo è Confad, il coordinamento nazionale famiglie con disabilità, che nel 2020 ha rilevato tale realtà attraverso due sondaggi a livello nazionale, uno nella prima fase dell’emergenza Covid, ed uno nella fase 2, che hanno permesso di mettere nero su bianco, numeri alla mano, le pesantissime condizioni cui hanno dovuto far fronte i caregiver familiari.

Che non ci sia più tempo, e che sia necessario intervenire subito per dare sostegno a queste figure, colonna vertebrale di una assistenza domiciliare che spetterebbe allo Stato, è quindi ormai chiaro. Oggi quelle misure di sostegno possono essere attuate anche attingendo anche ai fondi di riparto messi a disposizione delle Regioni con nota ministeriale dal DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA -DECRETO 27 ottobre 2020 (ne parlavamo qui).

Su questo, il CONFAD mette in luce due pun ti importanti per attuare un’opportuna regolamentazione delle misure di sostegno per i Caregiver familiari attraverso queste disponibilità finanziarie. Secondo Confad:
1.occorre che si identifichi la platea dei destinatari, individuando un criterio di priorità per intensità di cura del familiare convivente accudito (anni di effettiva convivenza ed assistenza) e per la possibilità o meno del caregiver familiare di conciliare attività lavorativa e l’ accadimento

2. è necessario prevedere per il Caregiver familiare un’indennità mensile per l’incarico di cura continuativa, prospettando la priorità ai Caregiver familiari monoreddito, o qualora siano genitori, nuclei monoparentali; tale indennità non deve essere considerata come un reddito, ma come indennizzo per il pesante carico psicofisico al quale sono sottoposti, non dovrà essere in alcun modo decurtato da qualsiasi altro provvedimento preso per la persona con disabilità.

Nell’evidenziare che l'esiguità del fondo non può coprire con tutta evidenza in modo sufficiente le misure di sostegno che Confad chiede per la tutela dei caregiver familiari (contributive –economiche –assicurative -sanitarie), il Coordinamento esprime contemporaneamente un timore: quello che i fondi possano invece essere impiegati per altre misure. Ad esempio, per fornire sostegno psicologico – trattamento di cui, dichiara Confad, ogni cittadino che ne senta la necessità dispone per tramite Servizio Sanitario Nazionale. Ma anche l’eventuale utilizzo per iniziative di sensibilizzazione, informative, culturali. Un uso che il Coordinamento ritiene fuorviante poiché in questo caso sono indiscutibilmente prioritari gli interventi di sostegno economico, come peraltro indicato anche nelle finalità del Fondo di Riparto come da nota ministeriale.

Confad ha recentemente inviato una nota ufficiale a tutte le regioni manifestando la propria disponibilità per il diretto coinvolgimento quale organizzazione rappresentativa delle persone con disabilità e dei caregiver familiari, e in futuro, dichiara, non mancherà di monitorare puntualmente la situazione, al fine di verificare il corretto utilizzo di queste risorse economiche.

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Redazione

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