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Ferie badante: cosa fare se la lavoratrice non rientra dalla pausa estiva? Quali sono i diritti della lavoratrice e quelli delle famiglie datrici di lavoro? E’ possibile licenziare? Risponde Assindatcolf

Con settembre ricominciano di solito le ordinarie routine, anche familiari, con il rientro dalle vacanze e la ripresa di scuola e lavoro. Può capitare, però, che alcuni inconvenienti anche indipendenti dalla volontà della lavoratrice (es, causa di disservizi nei trasporti e nei viaggi) possano ritardare il rientro dalle ferie della badante. Va ricordato che spesso, tra l’altro, i lavoratori domestici stranieri approfittano del periodo di ferie estive per rientrare nei loro paesi d’origine per fare visita alla famiglia.

Nel caso in cui un volo venga cancellato, o ci sia un contrattempo, una malattia improvvisa, o qualsiasi impedimento che ostacoli il rientro al lavoro nei giorni previsti, l’assenza della badante, della baby sitter o del lavoratore domestico può comportare ricadute importanti nell’organizzazione delle attività familiari, soprattutto quando il lavoratore assente si occupa di persone non autosufficienti o di bambini: con le scuole ancora chiuse e l’impossibilità di prendere ferie improvvise, per i familiari può essere difficile far fronte a questa assenza ingiustificata e non programmata.

COSA POSSONO FARE LE FAMIGLIE
Cosa fare in questo caso? Assindatcolf (Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico) ricorda cosa è previsto dal Contratto Nazionale, e dà alcuni suggerimenti alle famiglie su come gestire il mancato rientro a lavoro del domestico dopo lo stop di agosto. Spiega Teresa Benvenuto, segretario nazionale di Assindatcolf:

lettera di contestazione
"Per prima cosa è necessario inviare una lettera di contestazione tramite raccomandata con ricevuta di ritorno presso la residenza del lavoratore. È buona regola anticipare la contestazione anche per vie brevi (tramite mail o servizi di messaggistica istantanea), in modo da riuscire a raggiungere il lavoratore ovunque si trovi, anche fuori dai confini nazionali".

giustificazione dell’assenza
Per poter giustificare la propria assenza si hanno un massimo di 5 giorni
: lo prevede l’articolo 22 del Ccnl lavoro domestico. "Se questo non avviene – spiega il segretario nazionale di Assindatcolf – il datore può licenziare per giusta causa e senza alcun termine di preavviso, inviando una seconda raccomandata”.

In caso di licenziamento
In caso di interruzione del rapporto di lavoro dovranno, ovviamente, essere indennizzate tutte le spettanze che sono maturate durante l'assunzione, come tredicesima, tfr e ferie.

In caso di ripresa del lavoro
Evidenza Benveuto che “licenziare non è un obbligo ma una scelta. La famiglia può, infatti, anche decidere di attendere il rientro del domestico, magari trovando un sostituto da assumere con contratto a tempo determinato o ricorrendo al Libretto Famiglia”. In quel caso, i giorni di assenza del lavoratore titolare non dovranno essere pagati ma considerati come un permesso non retribuito, così come disciplinato dall'articolo 19 del Ccnl.

Per approfondire:

Per calcolare contributi, tredicesima e ferie, i datori di lavoro possono utilizzare un software di simulazione reso disponibile dall’INPS, che calcola l’esatto importo.

Su questo argomento leggi anche:

Stipendio badanti 2024

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Redazione

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