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Dal 29 aprile al 1° maggio si è svolto il 2° Torneo Dimostrativo, organizzato da Sportdipiù su iniziativa dell'ex campione di para ice hockey Gregory Leperdi, ma per regolarizzarsi serve l'ok dell'International Tennis Federation

Ben 28 atleti provenienti da 12 nazioni diverse (Italia, Brasile, Cile, Svezia, Austria, Spagna, Regno Unito, Argentina, Danimarca, Francia, Giappone e Stati Uniti) per 4 continenti rappresentati (Europa, Asia, Nord America e Sud America): sono numeri davvero importanti quelli raggiunti dalla seconda edizione del Torneo Dimostrativo di Para Standing Tennis organizzato da Sportdipiù, prima associazione sportiva a portare la disciplina sul territorio nazionale. La manifestazione si è svolta dal 30 aprile al 1° maggio al Monviso Sporting Club di Grugliasco, nella prima cintura di Torino.

COS'È IL PARA STANDING TENNIS
Il para standing tennis è la versione del tennis paralimpico giocato in piedi: attualmente è gestito dall'International Para Standing Tennis Association, associazione presieduta dallo spagnolo Ivan Corretja (fratello del più noto Alex, ex numero 2 al mondo ATP, ndr), che ne ha raccolto l'eredità dal TAP World Tour, circuito internazionale arenatosi durante la pandemia; in base ai risultati ottenuti attraverso un censimento a livello mondiale, gli atleti attualmente attivi sono circa 300, tuttavia, non esistendo ancora una classificazione riconosciuta a livello internazionale, per poter giocare l'associazione si è trovata costretta a "inventarsi" delle categorie basate sulla tipologia di disabilità motoria degli atleti: quelli con disabilità agli arti superiori o similari (amputazioni o malformazioni a una o entrambe le braccia) sono stati raggruppati nella classe PST1, quelli con amputazioni agli arti inferiori sotto il ginocchio o similari nella classe PST2, quelli con amputazioni agli arti inferiori sopra il ginocchio o similari nella classe PST3 e quelli con acondroplasia (una delle condizioni cliniche tipiche del "nanismo") o similari nella classe PST4; per queste ultime due sono concessi due rimbalzi come avviene nel tennis in carrozzina.
un uomo con protesi alla gamba sinistra mentre gioca a para standing tennis
LA RICHIESTA DI RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE
L'obiettivo finale dell'associazione è quello di inserire il para standing tennis alle Paralimpiadi, dapprima come disciplina sperimentale seguendo la prassi, e successivamente come sport ufficiale all'interno del programma dei Giochi. Per raggiungere questo traguardo, però, occorre il via libera dell'International Tennis Federation (ITF), che al momento riconosce solamente la versione in carrozzina.
Riassumendo, i promotori vorrebbero ottenere quello che è già realtà per il tennistavolo e per il badminton, dove la versione wheelchair è affiancata da quella standing da molto tempo: "L'associazione – sottolinea Corretja - è nata per dimostrare alle grandi istituzioni internazionali come l'ITF, ma anche alle federazioni nazionali, che quello del para standing tennis è un movimento che non può essere ignorato: hanno il dovere di regolamentarlo, imitando il gran lavoro fatto con il wheelchair, perché noi non possiamo farlo. Lo devono fare in fretta perché nel mondo ci sono tantissime persone con disabilità che giocano a tennis in piedi e tantissimi bambini che sognano di partecipare alle Paralimpiadi ma che, al momento, non potrebbero farlo".

IL TORNEO DI TORINO
giocatore di parastanding tennis con disabilità agli arti superioriAlla luce di quanto appena descritto, il Torneo di Torino non ha ancora potuto ricevere un riconoscimento ufficiale, e per questo si è dovuto auto imporre il titolo di manifestazione "dimostrativa". A portare il para standing tennis in Italia per Sportdipiù, grazie a una grande tenacia e a una grande visione organizzativa, è stato l'ex campione di para ice hockey (un Campionato Europeo, un 4° posto alle Paralimpiadi di Pyeongchang 2018 e diversi Scudetti e Coppe Italia con la squadra di club dei Tori Seduti per lui) e attuale vicepresidente dell'International Para Standing Tennis Association, Gregory Leperdi.
Quest'ultimo, in particolare, è ottimista sulle possibilità di un accordo con l'ITF: "Siamo in costante contatto con loro - ha commentato – e si sono già detti disponibili a supportarci concedendoci il logo per i prossimi eventi: i dettagli devono ancora essere definiti, ma questo rappresenterebbe sicuramente un passo avanti. La nostra battaglia vuole portare a una gestione diretta del para standing tennis da parte di ITF, come già avviene per il wheelchair: gli elementi a nostro favore sono molti e includono il numero di atleti e il fatto che, nel mondo, solamente il 10% delle persone con disabilità utilizzi una carrozzina. Ottenere questa tanto sospirata ufficialità sarebbe importante perché, al momento, atleti molto forti sono esclusi dalle Paralimpiadi solamente perché sono senza un braccio".

Per la cronaca, il singolare PST 1-2 (le categorie sono state raggruppate per permettere di creare tabelloni più numerosi) è stato vinto da una delle due donne in gara: la brasiliana Thalita Silva Rodrigues, in grado di sconfiggere il veterano Franco Brino in semifinale per 4-6 7-6 10-5 e l'austriaco Thomas Reichkendler in finale per 6-4 7-5. Gli altri vincitori sono stati lo statunitense Daniel Robert Scrivano (singolare PST 3-4), gli austriaci Wolfgang Bliem e Matthias Höll (doppio PST 1-2) e la coppia cileno-argentina Luis Andrés Viñales Hidalgo e Javier Bespresvany (doppio PST 3-4).  

Marco Berton

Photo credits: Sergio e Filippo Errigo per OneWaySport

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