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54 mila professionisti in assoluta precarietà da 28 anni: lo denuncia il Coordinamento Nazionale Assistenti Scolastici (CoNAS) che chiede l’intervento del MIUR

Quella dell’assistente alla autonomia e la comunicazione degli studenti con disabilità è una figura meno conosciuta rispetto a quella dell’insegnante di sostegno, il quale viene a sua volta supportato nella sua attività di inclusione degli studenti con bisogni educativi speciali proprio da questi professionisti.

Nonostante la sua importanza (questa figura è prevista dall’articolo 13, comma 3 della L.104/92 per garantire il diritto all’inclusione scolastica dell’alunno disabile, ndr), la professione dell’assistente alla autonomia e la comunicazione sconta ancora insufficienti normazione e riconoscimento, con conseguenti forti disparità di trattamento, non equa retribuzione e indeterminatezza dei compiti, oltre che precarietà costante. Lo denunciava pochi mesi fa anche la FIRST.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE
Per migliorare questa situazione è nato quindi il Coordinamento Nazionale Assistenti Scolastici (CoNAS), con l’obiettivo di giungere al riconoscimento formale della figura professionale dell'Assistente per l'autonomia e la Comunicazione, dopo ben 28 anni dalla sua istituzione.
Tra i maggiori problemi segnalati dal gruppo, l’incertezza del lavoro, la eterogeneità di enti a cui fare capo, l’inconsistenza della remunerazione:

INCERTEZZA DEL LAVORO
Scuola chiusa per Natale, Pasqua, ponti, emergenze? Nessun compenso. Lo studente si assenta? Spiacenti, viaggio a vuoto, torni a casa, in punizione e senza cena. Sospensione estiva delle attività scolastiche? Il paradosso di un netto in busta paga a zero, a volte anche in negativo, pur con contratti anche a tempo indeterminato, ma che dei diritti e delle tutele del lavoro subordinato hanno ben poco.

STIPENDIO
Apertura delle scuole di settembre? Il rientro al tuo lavoro dovrà attendere una data da definirsi, attendiamo notizie.. dalla Regione? La Città metropolitana? Il Municipio? La Scuola? La cooperativa? Non si capisce, non conta, comunque ti richiameremo. Il 27 del mese? Non ti riguarda, e poi di quale mese? Siamo ancora in attesa dei finanziamenti pubblici del mese, dell’anno... Stipendio in arrivo? Era ora! Sì, ma quella pagata a 7,00 euro che, a fronte delle 18,00-23,00 previste dall’impegno di spesa delle finanze pubbliche, hanno più l’amaro sapore di rimborso spese per una mera attività di volontariato piuttosto che di remunerazione dignitosa per un’attività professionale. Lavoratori poveri! Qualcosa non torna ancora..

FRAMMENTARIETÀ DELLE COMPETENZE
Uno dei problemi principali segnalati dal gruppo è la frammentarietà delle competenze: fin dagli esordi del servizio, la competenza in materia di assistenza scolastica è affidata agli Enti Locali e non al MIUR. “Gli enti locali - fa presente il gruppo - assolutamente inadeguati a caricarsi di questa delicata funzione, si sono dotati di proprie norme e regolamenti frammentati, disarticolati, insufficienti, che, a tentoni, hanno azzardato la disciplina in modo diverso, territorio per territorio”.
Una diretta conseguenza di questa situazione è l’agire in ordine sparso dei vari enti locali col fiorire di:
- definizioni e denominazioni (ne scaturiscono un’ampia varietà: ASCO, ASACOM, ADP, AEC, ASI, OEPA,AES, ACT, Operatori di assistenza, Addetti alla comunicazione, Educatori scolastici, Interpreti Scolastici, ecc.)
- mansioni, ruoli, competenze, modalità di espletamento, monte ore settimanale, titoli di studio richiesti, retribuzione oraria, reclutamento e contratti di lavoro.
Il risultato denunciato dal gruppo è una disparità territoriale in termini di definizione ed erogazione di un servizio di indiscussa necessità per la tutela dello studente con disabilità.
A generare ancora più confusione, - aggiunge IL CoNAS- lungaggini burocratiche, gravissima dispersione di risorse, la prassi consolidata di esternalizzare il servizio a terzi (cooperative), gli unici vincitori per profitto di questo sistema perverso.

PRECARIETÀ DEGLI ASSISTENTI
Il risultato di questa situazione: 54 mila professionisti (Dati ISTAT a.s. 2018/2019) che prestano il loro operato quotidiano nelle scuole italiane in condizioni di assoluta precarietà, con inquadramenti contrattuali eterogenei e atipici e retribuzioni alquanto ridicole e offensive. E’ per questo motivo che ritiene quanto mai improcrastinabile un effettivo riconoscimento e inquadramento della professione, preso atto che garantirebbe in primis la qualità di un servizio essenziale per l’alunno ma, non di meno, assicurerebbe diritti e tutele a quei lavoratori che lo rendono effettivo nel quotidiano scolastico.

Il coordinamento chiede quindi l’impellente coinvolgimento del MIUR perché prenda in carico la questione, trattenga la funzione e internalizzi la competenza. Una soluzione, questa, che il gruppo ritiene l’unica risolutiva, oltre che urgente, se si assumesse l’accortezza di rispettare il diritto all’istruzione, che per sua natura universale, risulta incompatibile con la logica di ripartizione di competenze, di decentramento e di risposte differenziate. La giusta mossa di governo che, specularmente, porrebbe fine alla palese mortificazione della dignità di quei professionisti non più disposti a fingere di ignorare condizioni di gravissima precarietà per paura di perdere il lavoro che, chissà quando verrà riconosciuto, valorizzato, sistematizzato, remunerato.

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