Qual è, se c’è, la correlazione tra Disturbi Specifici dell’Apprendimento e Deficit dell’Attenzione con Iperattività e cosa implica? Perché è importante non utilizzare i termini come sinonimi, in particolare in ambito scolastico, e quali sono le evidenze scientifiche di compresenza
Numerosi studi epidemiologici e clinici suggeriscono una frequente co-occorrenza, tra Deficit dell’Attenzione con Iperattività (ADHD) e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Gli stessi studi, tuttavia, trattano i deficit neuropsicologici prendono scarsamente in considerazione differenze e analogie tra questi disturbi.
LE DEFINIZIONI
DSA – Disturbi Specifici dell’Apprendimento: è un disturbo del neurosviluppo ed è quindi biologicamente determinato; non è legato, quindi, a disabilità intellettive e a scarso quoziente intellettivo. Tale disturbo comporta deficit in determinate abilità legate all’apprendimento quali: lettura (dislessia), scrittura (disgrafia e\o disortografia), calcolo (discalculia).
ADHD – Attention Deficit Hyperactivity Disorder: come già si intuisce dal nome, è un disturbo completamente diverso da quello dei DSA. È, infatti, un problema di autocontrollo. Il bambino – ma anche l’adulto – con ADHD non riesce a stare fermo né concentrato per lunghi periodi, è sempre in movimento, è distratto, non riesce a controllare gli impulsi mostrandosi quindi impulsivo e irruento.
A questi aggiungiamo, per completezza, un’altra sigla spesso associata alle due precedenti, in particolare in ambito scolastico: BES – Bisogni Educativi Speciali. La prima cosa da evidenziare è che i BES non sono una categoria diagnostica. Con il termine BES si identifica una categoria di alunni con particolari problematiche. BES, dunque, indica un gruppo nel quale possono rientrare anche DSA e ADHD.
Da questa categorizzazione, possiamo subito ben comprendere che DSA, ADHD, BES non sono assolutamente termini interscambiabili e non possono essere confusi.
TRATTI COMUNI E DIFFERENZE NEI PROFILI NEUROPSICOLOGICI
Vari sono gli studi sulle caratteristiche neuropsicologiche della comorbidità DSA e ADHD, in particolare sulle aree di disfunzionalità specifiche e comuni ai due disturbi e su come queste aree interagiscono e si esprimono. Da questi si evince che i soggetti con contemporanea presenza di ADHD e dislessia hanno un assetto neuropsicologico qualitativamente distinto e una compromissione più severa rispetto ai soggetti con i due disturbi isolati.
Il confronto tra due campioni ADHD e DSA puri ha messo in luce che le performance del campione ADHD nei domini dell’inibizione e della flessibilità cognitiva si collocavano all’interno di un range limite, mentre la performance del campione DSA nei medesimi compiti rientrava a pieno in un intervallo medio. Allo stesso modo, per quanto riguarda il funzionamento intellettivo, il campione ADHD ha mostrato un QI inferiore rispetto al gruppo DSA (Faedda et al., 2019; Couvadelli, 2006; Healey, Marks & Halperin, 2011).
Le funzioni cognitive maggiormente coinvolte nei casi di comorbidità sono la velocità nel processamento dell’informazione, il linguaggio, l’attenzione, la Memoria di Lavoro e le Funzioni Esecutive (Seidman LJ. et al., 2001).
Per rapportarsi correttamente alle difficoltà del bambino, sarebbe bene cogliere le specificità, che consentono anche di orientarsi meglio nel suo mondo e comprendere meglio i suoi comportamenti ed i suoi disagi emotivi, tuttavia ancora più importante è considerare il bambino non solo come una categoria di disturbi ma soprattutto come portatore di tutte quelle caratteristiche esclusive ed irripetibili che lo rendono unico.
LE CO-OCCORRENZE
Il grado di sovrapposizione tra ADHD e DSA è stato in letteratura variamente stimato con un range di variabilità del 25-40%.
In uno studio condotto su 119 bambini di età compresa tra gli 8 e i 16 anni, Mayes, Calhoun e Crowell evidenziano un DSA nel 70% dei soggetti con ADHD e sottolineano come il disturbo di scrittura sia di gran lunga più rappresentato rispetto alle altre difficoltà di apprendimento.
In letteratura esistono modelli causali diversi per spiegare l’associazione tra ADHD e DSA, non necessariamente mutuamente esclusivi. Il primo postula che la presenza di un DSA favorisca la comparsa del pattern sintomatologico dell’ADHD (evoluzione di ADHD in DSA); il secondo postula la condizione speculare (evoluzione di ADHD in DSA); il terzo sostiene che i due disturbi non siano legati da alcun rapporto causa-effetto ma siano invece comorbidi (ADHD + DSA); l’ultimo prevede che i due disturbi siano in realtà l’espressione di un’unica condizione patologica avente una comune etiologia (ADHD/DSA).
In caso di comorbidità i problemi di apprendimento si aggravano, perché alla fatica nella lettura, scrittura o calcolo determinata dai DSA si somma l’incapacità di mantenere l’attenzione. Anche il disturbo comportamentale peggiora con la co-occorrenza del DSA, una maggiore frustrazione dovuta ai fallimenti scolastici può, infatti, portare a una maggiore iperattività nel bambino.
In senso ampio, è importante tenere presente che sia i DSA che l’ADHD hanno ripercussioni nella vita sociale dei bambini, che spesso rimangono isolati, sono messi in disparte dai compagni e si ritrovano a dover affrontare una situazione in cui persiste una bassa autostima ed un senso di inadeguatezza. I bambini aventi questi disturbi risultano anche più sensibili, sia per quanto riguarda emozioni positive che emozioni negative.
Alessandra Babetto
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