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Interessanti gli stimoli emersi dal confronto nel Convegno della Erickson: una sintesi nella mozione finale


Si è da poco concluso il XII Convegno Internazionale La qualità dell’integrazione scolastica e sociale organizzato dal Centro Studi Erickson. L’evento biennale anche quest’anno è stato occasione di incontro e confronto tra numerosissimi esperti ed operatori che si occupano di inclusione. Il Convegno è stato organizzato in tre giorni di sessioni plenarie, tavole rotonde e workshop di approfondimento per confrontarsi con i maggiori esperti sulle tematiche care a chi, quotidianamente, si impegna per promuovere l'inclusione scolastica e sociale.

Si tratta di un’importante occasione di incontro e di dibattito sulle pedagogie e sulle didattiche per l’inclusione, sull’evoluzione normativa, sulle criticità del sistema e sulle proposte migliorative per promuovere la crescita delle pratiche e delle culture inclusione.

Importanti spunti in merito si trovano nella mozione finale dell’evento, che ha raccolto gli stimoli più significativi della presente edizione.

Il testo della mozione Allargare lo sguardo si apre con alcune considerazioni in merito alle criticità che vive oggi la cultura dell’accoglienza, in un tempo storico in cui venti di separazione rischiano di mettere in discussione quel patrimonio civile che l’inclusione sociale ed economica si prometteva. Proprio per questo dobbiamo allargare lo sguardo dalla scuola al mondo, riconoscendo che tra i due è in gioco, oggi, una scommessa di civiltà e di democrazia.

Al 12° Convegno Erickson La qualità dell’inclusione scolastica e sociale, leggiamo nel testo, sono presenti 4.000 persone che si occupano di educazione inclusiva come scelta di civiltà e di valore. Sono presenti insegnanti di sostegno, curriculari, dirigenti scolastici, educatori, genitori, professionisti della pedagogia, della clinica, del sociale, studiosi e studenti. Tutti insieme a confronto e in ricerca per costruire una comunità che non frappone muri tra professioni e poteri, ma cerca ponti, terreni comuni per il medesimo destino: rendere migliore per tutti questa confusa epoca del nostro Paese.

INCLUSIONE È LO SGUARDO IN AVANTIIl dibattito pedagogico sul destino del nostro sistema formativo segnala nuovi muri culturali… Che minano l’idea di una scuola inclusiva capace di accogliere e integrare tra loro tutte le eterogeneità umane.

UNA PROFESSIONE INCLUSIVASolo uno sguardo autenticamente professionale può allargare lo sguardo … E realizzare quello che da anni chiediamo: formazione iniziale e in servizio per tutti sulla didattica inclusiva come pratica normale e di tutti; docente di sostegno come partner strutturale dello sviluppo di una classe inclusiva, in cui l’atto dell’intervento didattico a favore di tutti gli alunni, è competenza di tutti i docenti; didattiche individualizzate idonee, anche speciali, ma mai escludenti e/o isolanti.

RIPRENDIAMOCI LA PEDAGOGIALe tendenze in atto sull’interpretazione di ogni difficoltà umana in chiave clinica e certificativa hanno prodotto un confuso apparato gestionale dove domina la burocrazia sanitaria e non una logica integrata di analisi della funzionalità di ogni persona. L’ICF non è entrato ancora, non solo nei documenti formali, ma anche nella cultura antropologica di interpretazione della vita umana. La pedagogia si occupa di persone nella loro dimensione bio-psico-sociale, non di sintomi né di terapie palingenetiche.

ALLARGHIAMO LA SQUADRALa fragilità di sistema delle risorse di personale è giunta ormai a livelli di guardia. Tra docenti di sostegno senza titolo, mobilità caotica del personale, la presenza di altre professionalità mal connesse alla realizzazione di una comunità educante organica, l’esito è di un’inclusione spesso precaria, in cui l’eccellenza sembra dipendere dal caso più che da una visione sistemica. Vi sono questioni di natura contrattuale, di programmazione seria della formazione e gestione delle risorse che va sanata… È giunto però il momento di andare oltre e di avere il coraggio di proporre nuove forme istituzionali e organizzative anche per le altre figure professionali che gravitano nella scuola per l’inclusione. Per questo condividiamo le ipotesi di lavoro a cui stanno lavorando alcuni membri della commissione scuola dell’ANCI su due figure professionale strategiche: gli educatori professionali per l’autonomia ed i profili di assistenza di base.

PER UNA GOVERNANCE LOCALE INCLUSIVASi stanno logorando le relazioni tra scuola, servizi sociali, sanitari e famiglie in ordine a una comune realizzazione del Progetto di vita per ogni persona… È indispensabile un salto di qualità: l’approccio multidisciplinare e il dialogo multiprofessionale è la premessa perché l’inclusione funzioni.

SPAZIO ALLA RICERCA E ALLA DOCUMENTAZIONE – È indispensabile aprire una stagione, più intensa e strutturata, di ricerca pedagogica e di ricerca didattica svolta non solo dal sistema universitario per avere un quadro più realistico e meno enfatico di come va l’inclusione e per cogliere le fragilità ed eccellenze presenti ai diversi livelli.

Ciò servirebbe anche a replicare con i fatti agli inclusio-scettici che in Europa, e anche in Italia, non credono nella scuola inclusiva.

APPROFONDIMENTI

I Convegni Erickson sull’inclusione

In disabili.com

Convegno del 2017


Tina Naccarato

Photo by Kelli Tungay on Unsplash


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