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Tra i molti interrogativi, vediamo quanto previsto dalle linee guida e dalle indicazioni del MIUR

Il 14 settembre, data di riapertura della scuola, è dietro l’angolo, e gli interrogativi su come sarà questo rientro in classe sono ancora molti. Quella che si delinea quest’anno, col ritono a scuola dopo lo tsunami Coronavirus, è una sfida senza precedenti, e coinvolge tanto studenti, insegnanti e dirigenti, quanto le rispettive famiglie. Come si tornerà a scuola, quindi? Cosa si prevede sul fronte distanziamento e uso di mascherine? E la questione banchi? Ci sono indicazioni specifiche per studenti con disabilità? Cosa succede se uno studente risulta positivo al Covid?

Mentre il dibattito politico è ancora acceso, si definiscono giorno per giorno le modalità operative del rientro a scuola degli studenti italiani. Di concreto, c’è da dire, ci sono solo le linee guida generali che danno indicazioni di massima e che demandano molto alle singole scuole.

Tra i documenti ai quali fare riferimento, troviamo il Dpcm firmato il 7 settembre che prolunga lo stato di emergenza fino al 30 settembre e fornisce indicazioni sul trasporto pubblico (anche scolastico) e rende operative le linee guida dell’ISS per il rientro a scuola. A queste si aggiunge il Piano Scuola 2020 del quale abbiamo parlato in una serie di articoli dedicati.

TRASPORTI
Per quanto riguarda il trasporto scolastico,il Dpcm 7 settembre prevede che si potrà viaggiare all’80% della capienza di bus e altro mezzo, come chiesto delle Regioni. Gli scuolabus potranno invece viaggiare a pieno carico ma solo se i ragazzi restano a bordo non più di 15 minuti.

REFERENTECOVID
Tra le novità, è previsto che in ogni scuola sia incaricato un “referente COVID”: sarà lui ad avere incarichi di comunicazione tra personale e famiglie, e sarà a lui che andranno fatte le segnalazioni nel caso di contatti stretti con un caso positivo (sia tra alunni che tra insegnanti). Si occuperà inoltre di organizzare la sorveglianza di alunni con fragilità, disabilità o malattie croniche.

MASCHERINE
Le indicazioni sull’uso delle mascherine a scuola sono contenute nel verbale 104 del Comitato tecnico scientifico sulla scuola, che si rifà anche alle raccomandazioni dell’OMS. Si prevede quindi che la mascherina si debba usare dai 6 anni in su. Nello specifico, nella scuola primaria (6-11 anni) la mascherina potrà essere tolta quando i bambini sono seduti sul banco, e ci sia il rispetto della distanza di un metro e "l'assenza di situazioni che favoriscano l'aerosolizzazione" (es. il canto).
Per le scuole secondarie (medie e superiori, dai 12 ai 19 anni) la mascherina potrà essere tolta quando ci siano "condizione di staticità", situazioni didattiche che non favoriscano il droplets (l'espulsione di particelle di saliva), ma tutto questo solo in condizioni di "bassa circolazione virale".

IN CASO DI ALUNNO SINTOMATICO IN CLASSE
Nel caso in cui un alunno presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5°C o un sintomo compatibile con COVID-19, in ambito scolastico , le linee guida ISS prevedono che:
1. Venga avvisato il referente scolastico per COVID-19, il quale telefona immediatamente ai genitori/tutore legale.
2. L’alunno venga ospitare in una stanza dedicata o in un’area di isolamento.
3. Si proceda all’eventuale rilevazione della temperatura corporea, da parte del personale scolastico individuato, mediante l’uso di termometri che non prevedono il contatto.
4. Il minore non deve essere lasciato da solo ma in compagnia di un adulto che preferibilmente non deve presentare fattori di rischio per una forma severa di COVID-19 come, ad esempio, malattie croniche preesistenti e che dovrà mantenere, ove possibile, il distanziamento fisico di almeno un metro e la mascherina chirurgica fino a quando l’alunno non sarà affidato a un genitore/tutore legale.
5. Si deve far indossare una mascherina chirurgica all’alunno se ha un’età superiore ai 6 anni e se la tollera. 6. Dovrà essere dotato di mascherina chirurgica chiunque entri in contatto con il caso sospetto, compresi i genitori o i tutori legali che si recano in Istituto per condurlo presso la propria abitazione.
7. Fare rispettare, in assenza di mascherina, l’etichetta respiratoria (tossire e starnutire direttamente su di un fazzoletto di carta o nella piega del gomito). Questi fazzoletti dovranno essere riposti dallo stesso alunno, se possibile, ponendoli dentro un sacchetto chiuso.
8. e disinfettare le superfici della stanza o area di isolamento dopo che l’alunno sintomatico è tornato a casa.
9. I genitori devono contattare il PLS/MMG per la valutazione clinica (triage telefonico) del caso.
10. Il PLS/MMG, in caso di sospetto COVID-19, richiede tempestivamente il test diagnostico e lo comunica al DdP.
11. Il Dipartimento di prevenzione provvede all’esecuzione del test diagnostico.
12. Il Dipartimento di prevenzione si attiva per l'approfondimento dell'indagine epidemiologica e le procedure conseguenti.

Se il test è positivo, si notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata. Per il rientro in comunità bisognerà attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi). La conferma di avvenuta guarigione prevede l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi i tamponi risulteranno negativi la persona potrà definirsi guarita, altrimenti proseguirà l’isolamento. Il referente scolastico COVID-19 deve fornire al Dipartimento di Prevenzione l’elenco dei compagni di classe e degli insegnanti che sono stati a contatto nelle 48 ore precedenti l’insoregenza dei sintomi. I contatti stretti individuati dal Dipertimento di Prevenzione saranno posti in quarantena per 14 gg dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato. Il DdP deciderà la strategia più adatta per eventuali screening al personale scolastico e agli alunni.
Se il test è negativo, a giudizio del pediatra o medico curante il paziente ripeterà il test a distanza di 2-3 gg. Deve comunque restare a casa fino a guarigione clinica e a conferma negativa del secondo test.

IN CASO DI ALUNNO SINTOMATICO A CASA
Se un alunno presenta più di 37,5 di febbre o un sintomo compatibile con Covid-19 quando è a casa, non deve recarsi a scuola ma restare a casa. I genitori devono informare il PLS o il medico di medicina generale e comunicare l’assenza alla scuola per motivi di salute. Il PLS o il medico di base, in caso di sospetto COVID, richiede il tempestivo test diagnostico che viene eseguito dal Dipartimento di Prevenzione, il quale si attiva anche per l’approfonimento dell’indagine epidemiologica come nel paragrafo precedente.

LINEE GUIDA ISS PER ALUNNI FRAGILI
Come detto, in linea di massima ampia discrezionalità organizzativa è lasciata alle scuole, che devono attenersi alle indicazioni ministeriali fornite con il Piano Scuola 2020 E con le Linee guida dell’ISS. Rispetto a queste ultime, al paragrafo dedicato a “Bambini e studenti con fragilità” si legge: In questo contesto si rende necessario garantire la tutela degli alunni con fragilità, in collaborazione con le strutture socio-sanitarie, la medicina di famiglia (es. PLS, MMG etc.), le famiglie e le associazioni che li rappresentano.
La possibilità di una sorveglianza attiva di questi alunni dovrebbe essere concertata tra il referente scolastico per COVID-19 e DdP, in accordo/con i PLS e MMG, nel rispetto della privacy ma con lo scopo di garantire una maggiore prevenzione attraverso la precoce identificazione dei casi di COVID-19.
Particolare attenzione, quindi, andrebbe posta per evidenziare la necessità di priorità di screening in caso di segnalazione di casi nella stessa scuola frequentata.
Particolare attenzione va posta agli studenti che non possono indossare la mascherina o che hanno una fragilità che li pone a maggior rischio, adottando misure idonee a garantire la prevenzione della possibile diffusione del virus SARS-CoV-2 e garantendo un accesso prioritario a eventuali screening/test diagnostici.

INDICAZIONI PER LA DIDATTICA A DISTANZA
In questo contesto, è possibile che l’eventuale aumento di contagi possa riportare la necessità di utilizzare la didattica a distanza, che nei mesi scorsi ha messo a dura prova l’inclusione degli alunni e studenti con disabilità. In questo caso i riferimenti operativi per gli alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali) sono contenuti nel Piano scuola 2020, il quale prevede che l’Amministrazione centrale, le Regioni, gli Enti locali e le scuole, ciascuno secondo il proprio livello di competenza, operino per garantire la frequenza scolastica in presenza degli alunni con disabilità con il coinvolgimento delle figure di supporto, ovvero Operatori educativi per l’autonomia e la comunicazione e gli Assistenti alla comunicazione per gli alunni con disabilità sensoriale. (Qui il nostro articolo dedicato).
Nel testo si ricorda come il punto di riferimento rimanga sempre il PEI - Piano Educativo Individualizzato, unitamente all’impegno dell’Amministrazione centrale e delle singole amministrazioni scolastiche di garantire la frequenza in presenza.
Particolare attenzione – si ricorda - va dedicata alla presenza di alunni in possesso di diagnosi rilasciata ai sensi della Legge 170/2010 e di alunni non certificati, ma riconosciuti con Bisogni educativi speciali dal team docenti e dal consiglio di classe, per i quali si fa riferimento ai rispettivi Piani Didattici Personalizzati. Per questi alunni è quanto mai necessario che il team docenti o il consiglio di classe concordino il carico di lavoro giornaliero da assegnare e garantiscano la possibilità di registrare e riascoltare le lezioni, essendo note le difficoltà nella gestione dei materiali didattici ordinari nel rispetto della richiamata disciplina di settore e delle indicazioni fornite dal Garante (cfr. Vademecum scuola).
Ancora, l’eventuale coinvolgimento degli alunni in parola in attività di DDI complementare dovrà essere attentamente valutato, assieme alle famiglie, verificando che l’utilizzo degli strumenti tecnologici costituisca per essi un reale e concreto beneficio in termini di efficacia della didattica. Le decisioni assunte dovranno essere riportate nel PDP.

Per gli alunni ricoverati presso le strutture ospedaliere o in cura presso la propria abitazione e frequentanti le scuole carcerarie l’attivazione della didattica digitale integrata, oltre a garantire il diritto all’istruzione, concorre a mitigare lo stato di isolamento sociale e diventa, pertanto, uno degli strumenti più efficaci per rinforzare la relazione. Il Dirigente scolastico attiva ogni necessaria interlocuzione con i diversi attori competenti per individuare gli interventi necessari ad attivare proficuamente la didattica digitale integrata.

Insomma, le linee generali ci sono, ma sarà da vedere come le scuole si orienteranno e come, alla prova dei fatti, sarà questo rientro. L’auspicio è che, soprattutto per quei bambini e ragazzi con disabilità che più di altri hanno patito nei mesi scorsi l’assenza di contatto con i propri compagni ed insegnanti, la presenza in aula sia il più possibile perseguita. Gli interrogativi sono ancora molti, ma l’importante è innanzitutto partire con l’impegno di tutti.

Per approfondire:

Dpcm 7 settembre 2020

Piano scuola 2020-2021

I nostri articoli dedicati:

Linee guida per il rientro a scuola: cosa si prevede per gli alunni con disabilità e altri BES

Linee guida per il rientro a scuola: cosa si prevede per la formazione del personale e per l’inclusione dei bambini più piccoli?

Aggiornamenti Covid-19:

Qui gli aggiornamenti emergenza Coronavirus

Redazione

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