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La stretta sui bonus edilizi colpisce anche una misura che ha come obiettivo quello di migliorare l’accessibilità degli edifici, a favore di persone anziane e disabili

Sta provocando proteste e malumori la decisione del governo guidato da Giorgia Meloni di dare una stretta ai bonus edilizi. Dal 17 febbraio, con approvazione del decreto legge n. 11 del 2023 contenente Modifiche alla disciplina relativa alla cessione o sconto in luogo delle detrazioni fiscali di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, è stata ritoccata la disciplina fiscale, con uno stop alla possibilità di optare per la cessione del crediti d’imposta o per il cosiddetto sconto in fattura relativo alle spese per gli interventi di ristrutturazione che rientravano nel superbonus e nei cosiddetti “bonus edilizi”, compreso il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche (di cui all'articolo 119-ter del decreto legge 34 del 2020), consistente nella detrazione dall’IRPEF del 75% delle spese.

PER QUALI BONUS
Ad essere interessati dalla novità, già entrata in vigore dal 17 febbraio, in forza della natura dei decreti legge, sono: Bonus ristrutturazione, Superbonus 110%, Bonus facciate, Sismabonus, recupero del patrimonio edilizio, lavori di efficientamento energetico, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica elettriche e lavori di abbattimento di barriere architettoniche

COSA CAMBIA
Precisiamo che i bonus rimangono ancora validi: quella che viene eliminata è la possibilità, già in vigore, di optare per la cessione del credito d’imposta o per lo sconto in fattura.
Questo, però, solo per chi non avesse già, alla data del 16 febbraio, presentato la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) o per chi ha già iniziato i lavori, con pagamento di alcune fatture: in quei casi, si può continuare a godere delle due agevolazioni.

DETRAZIONE 75% BONUS BARRIERE ARCHITETTONICHE
Rispetto alle barriere architettoniche, ricordiamo che la novità interessa coloro che intendono fruire della Detrazione per gli interventi finalizzati   al   superamento e all'eliminazione di barriere architettoniche prevista dall'articolo 119-ter del decreto legge 34 del 2020.
Tale agevolazione consiste nella possibilità di accedere, ai fini della determinazione delle imposte sui redditi, ad una detrazione del 75% dall'imposta lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, per le spese documentate sostenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2025per la realizzazione di interventi direttamente finalizzati al superamento e all'eliminazione delle barriere architettoniche, ovvero quelli che rispettano i requisiti previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236, che siano stati realizzati su edifici già esistenti.
La detrazione, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo, spetta nella misura del 75 per cento delle spese sostenute ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a:
   a) 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all'interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall'esterno;
   b) 40.000 euro moltiplicati per il   numero   delle   unità immobiliari che compongono l'edificio per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari;
   c) 30.000 euro moltiplicati per il   numero   delle   unità immobiliari che compongono l'edificio per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.
La detrazione di cui al comma 1 spetta anche per gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche e,  in caso di sostituzione dell'impianto, per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali e dell'impianto sostituito.
Per le deliberazioni in sede di assemblea condominiale relative ai lavori di cui al comma 1 e' necessaria la maggioranza dei partecipanti all'assemblea che rappresenti almeno un terzo del valore millesimale dell'edifici.

SI SPERA SU MODIFICHE
Mentre il governo sembra stia ragionando su alcuni ammorbidimenti della norma, da più parti sale la delusione per questo stop che, obbligando ad anticipare tutte le spese subito, limita una misura che era stata fortemente voluta (ricordiamo gli appelli per prolungarla oltre il 2022, ndr), rappresentando una importante opportunità di intraprendere lavori economicamente onerosi ma spesso necessari per il diritto alla mobilità delle persone con disabilità, come ad esempio l'installazione di montascale.
La nuova stretta, segnalano con preoccupazione Cgil Nazionale e SUNIA, colpisce proprio "(…) i contribuenti con bassi redditi i quali, privati di questi insostituibili strumenti di sostegno reale, non potranno utilizzare la detrazione pluriennale, perché incapienti rispetto all'entità dei lavori".

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Redazione

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