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L’ex deputata e relatrice della legge: «Bene il primo decreto attuativo della Legge sulla Disabilità, ma solo con l’approvazione delle nuove certificazioni potremo assistere alla rivoluzione copernicana che le persone con disabilità attendono da anni»

La legge delega sulla disabilità (Legge 227 del 22 dicembre 2021) potrà rappresentare finalmente la rivoluzione che le cittadine e i cittadini disabili attendono da anni, cambiando significativamente il sistema che sta alla base delle certificazioni per il riconoscimento della condizione di disabilità, e non solo. Lo hanno detto tutti, e lo ribadisce in questi giorni Lisa Noja, consigliera regionale in Lombardia ed ex deputata di Italia Viva che nella scorsa legislatura a lungo a lavorato al testo della Legge 227 del 22 dicembre 2021, essendone anche la relatrice, e che da anni si batte per i diritti delle persone con disabilità.

IL PRIMO DECRETO APPROVATO
Noja richiama quindi l’attenzione sulla necessità di dare attuazione alla Legge attraverso i decreti che sono allo studio, dopo l’approvazione del primo decreto attuativo sulla riqualificazione dei servizi pubblici per la piena accessibilità e l'istituzione del nuovo fondo per favorire l’impiego delle persone con disabilità negli Enti di Terzo settore.
«Sono contenta che nel Consiglio dei Ministri del 1 maggio scorso sia stato approvato il primo decreto attuativo della legge Delega sulla Disabilità su cui io e altri deputati avevamo molto lavorato durante la scorsa legislatura, ma aspetto con ansia l’approvazione dei decreti più significativi, che potrebbero davvero incidere concretamente sulla vita delle persone con disabilità, come prevede la Convenzione dell’Onu».

IN ARRIVO UNA RIVOLUZIONE COPERNICANA
È sui prossimi decreti che l’ex deputata concentra quindi le sue aspettative: quelli che concretamente daranno forma a quella ridefinizione del sistemadi certificazioni basato sulla valutazione complessiva della persona in quanto individuo, e non più in quanto malato: una vera e propria rivoluzione copernicana.
«Ciò che manca ancora è l’attuazione della parte più sostanziosa e sostanziale della Legge 227, che riguarda la nuova certificazione unica sulla disabilità che dovrà fondarsi sulla definizione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Una definizione, dunque, che finalmente abbandona la concezione medicalizzante della disabilità su cui si fonda l’attuale legislazione italiana, in qualche modo mutuata anche dalla legge 104/1992, dove addirittura si fa riferimento all’“handicap”, termine bandito dal lessico internazionale.
La legge delega, invece, richiede di adottare una certificazione di base unica, che vale per tutti i procedimenti amministrativi, che si concentri sulle limitazioni funzionali della persona e sulle barriere di diversa natura che possono ostacolarne la piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri”. Ecco, questa è la rivoluzione copernicana introdotta dalla nuova Legge sulla Disabilità: una nuova valutazione complessiva della persona, non più vista come portatrice di una condizione di “malattia”, ma come un soggetto che ha il diritto di essere messo in una condizione di parità con gli altri, tramite un sistema di servizi, ausili e strumenti di sostegno che gli permettano di realizzare un progetto personale di vita indipendente».

DOPO I DECRETI, ASSICURARE LA VITA INDIPENDENTE
«Questa Legge è stata approvata nella scorsa legislatura all'unanimità, a riprova dell'importanza del tema - commenta l’ex deputata Noja. La Ministra Locatelli sta dunque continuando su un cammino già tracciato, su cui il Parlamento ha delegato il Governo ad emanare al più presto tutti i decreti attuativi».

E se la strada è tracciata non si può rallentare. «Una volta riformata la certificazione della disabilità bisogna concentrarsi, in seconda battuta, sulla realizzazione di percorsi che consentano, su tutto il territorio italiano, di esercitare il diritto di ogni persona con disabilità di realizzare il proprio progetto personalizzato di vita indipendente. Tenendo conto delle differenze di ciascuno, in base all’età e al genere, ma anche e soprattutto alle aspirazioni, inclinazioni e desideri personali. È una grande sfida anche per i servizi, che dovranno essere in grado di mettere tutte le persone con disabilità in condizione di esprimere fino in fondo il proprio progetto di vita, anche quando si tratti di disabilità psichica, e di tracciare dei percorsi che riescano in concreto a realizzare tale progetto, offrendo i sostegni necessari, nell’intensità necessaria».

BENE QUANTO FATTO, CONTINUARE E FARE DI PIÙ
Infine, Noja ribadisce sulla necessità di accelerare, dopo il primo decreto portato a casa: «Benissimo quindi il decreto attuativo, ma corriamo il più possibile su tutti gli altri capitoli ancora aperti della legge delega. Benissimo anche per i sette milioni previsti per sostenere gli enti del Terzo settore che assumeranno, ma è importante prevederne altri per formare le aziende e aiutarle a riconoscere il valore reale delle persone con disabilità, sostenendole in un percorso di inserimento lavorativo e di carriera vero che richiede competenze e professionalità specifiche di cui spesso le nostre piccole e medie imprese non sono fornite. Su questo fronte, a livello territoriale, ci sono già delle buone pratiche, che vanno messe a sistema e rese omogenee su tutto il territorio nazionale».

Redazione

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