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Per Falabella (FISH) nonostante le leggi e i riferimenti teorici ci siano, nella realtà la disabilità è tutelata solo a parole, perché la politica non sa concretamente sostenerla. E propone un contratto con il quale le forze politiche si impegnano

Con la caduta del Governo Draghi ci troviamo già in piena campagna elettorale, in vista dell’appuntamento elettorale del 25 settembre, ma nonostante questo non si è sentito ancora parlare di disabilità da nessun leader politico. Cosa intendono fare i partiti per le persone disabili in Italia? Quali politiche portare avanti o iniziare, quali impegni, quali tutele introdurre o rafforzare per combattere l’abbandono, bandire la segregazione, dare concretezza all’uguaglianza delle opportunità e all’inclusione sociale delle persone con disabilità nel nostro Paese?

La FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, alza la voce, chiedendo alla politica non solo spot elettorali, ma un impegno reale verso le persone con disabilità e le loro famiglie. E lo fa invitandole a sottoscrivere un vero e proprio contratto con la Federazione e di conseguenza con l’intero movimento associativo delle persone con disabilità e con le loro famiglie, dichiara il presidente della FISH, Vincenzo Falabella.

Per facilitare il tutto, la FISH ha elaborato e messo nero su bianco anche un documento “appello” programmatico articolato in punti, attraverso cui si chiedono politiche e servizi inclusivi, strumenti normativi ed interventi normativi adeguati, il tutto in linea con i principi valoriali della Convenzione Onu sui diritti per le persone con disabilità, e con le indicazioni operative contenute nelle diverse norme esistenti – e in fase di completamento – come la Legge Delega sulla disabilità.
Continua Falabella: “Nonostante le leggi e i riferimenti teorici ci siano, la realtà è tutta diversa: la disabilità è tutelata solo a parole, perché la politica non sa concretamente sostenerla” (…).

«In altre parole e detta in altri termini», conclude Falabella: «queste richieste comportano una sostanziale riforma dell’attuale sistema di welfare che è attualmente basato principalmente sul sistema di protezione e che dovrà essere profondamente modificato, invece, nella direzione di un nuovo modello basato sui diritti umani, civili e sociali».

I punti, in sintesi, dell’appello FISH alla politica:
un forte ancoraggio ai paradigmi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ed il richiamo concreto ai dettati del Secondo Programma biennale del Governo sulla Disabilità;
la piena ed effettiva attuazione dei decreti applicativi della Legge 227 del 2021 – Legge delega sulla disabilità;
la ridefinizione dei rapporti Stato-Regioni-Autonomie Locali, stabilendo compiti, livelli di governo e responsabilità;
la valorizzazione e il sostegno del ruolo delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità nei programmi e processi di monitoraggio, valutazione, elaborazione delle politiche e degli interventi, attuazione e verifica degli obiettivi e dei risultati;
piani nazionali per avviare processi di deistituzionalizzazione e di contrasto ad ogni forma di segregazione con sostegni alla vita autonoma, indipendente e alla domiciliarità
il contrasto ad ogni forma di discriminazione e di diseguaglianza aggiuntive e tra queste quella di genere e di età
il coordinamento tra le politiche sanitarie, socio-sanitarie e sociali;
il riordino delle provvidenze economiche con innalzamento e adeguamento delle pensioni di invalidità;
il riordino delle normative esistenti che renda pienamente esigibili i discendenti diritti;
una adeguata allocazione di risorse;
il riconoscimento del ruolo di cura dei caregiver familiari
il riconoscimento di un ruolo centrale delle persone con disabilità nei programmi di abilitazione e riabilitazione affinché esse stesse siano protagoniste di rafforzamento delle attitudini e potenzialità individuali. Adottare provvedimenti di normazione primaria per applicare la legge sull’autismo e prevedere analoghi percorsi per altre condizioni di disabilità che abbiano necessità di sostegni intensivi, pluriminorazioni o necessità complesse. Considerare la prospettiva delle donne e delle ragazze con disabilità nei servizi sanitari (informazione, prevenzione diagnosi, cura) di ostetricia, ginecologia e per la salute riproduttiva; analogamente considerare la prospettiva di genere anche i tutti i servizi sanitari o socio-sanitari che afferiscono alle disabilità.
la rivisitazione e l’aggiornamento dei LEA
la definizione e l’adozione dei LEPS (Livelli Essenziali di Prestazione Sociali)
la definizione di Piani Nazionali per strutturare progetti di vita personalizzati;
la definizione di percorsi di concreta inclusione nel mondo del lavoro
la garanzia del pieno godimento del diritto ai percorsi di inclusione scolastica,
la garanzia all’accesso alle cure e alla salute in condizione di sicurezza ed agibilità anche rispetto alle diverse disabilità.
la garanzia dell’esigibilità del Diritto alla mobilità (tra le altre cose: va implementata la Disability Card europea per garantire l’accesso agevolato a musei, cinema, teatri, trasporti, nonché il turismo per tutti. Va promossa l’accessibilità ai beni culturali così come va resa obbligatoria l’accessibilità dei veicoli, dei natanti e dei sistemi di trasporto urbano e suburbano, taxi inclusi, anche in linea con i regolamenti europei, a partire da un rigoroso controllo delle gare di acquisto in linea con il Codice appalti e in collaborazione con l’Autorità di regolazione dei trasporti, etc).
la garanzia del diritto all’accessibilità anche delle ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione).
la garanzia e l’adeguata protezione delle persone con disabilità nelle catastrofi naturali e pandemiche attraverso l’emanazione di un piano ad hoc nei progetti della Protezione Civile, garantendo l’accessibilità ai servizi e alle indicazioni di emergenza in caso di pericolo o di catastrofi, etc. anche alle persone con disabilità intellettive e disturbi del neuro-sviluppo attraverso il linguaggio facile da leggere e da capire, nonché alle persone con menomazioni sensoriali tramite soluzioni alternative.
la garanzia e la promozione della cooperazione internazionale fondata sull’inclusione sociale delle persone con disabilità al fine di disseminare il nuovo paradigma sulla disabilità oltre i confini dell’Italia e dell’Unione.
la garanzia di rafforzare il ruolo e le competenze dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione di vita delle Persone con Disabilità – istituito dalla legge 18/2009 – e del suo Comitato Tecnico Scientifico.
la garanzia, in un’ottica di governance e di mainstreaming, di partecipazione politica e civile attraverso il riconoscimento del ruolo della rappresentanza delle persone con disabilità e dei loro familiari rafforzandone la partecipazione ad ogni livello istituzionale nell’ottica dell’amministrazione condivisa poiché la partecipazione è bene comune oltre che libertà.

Qui l’appello completo della FISH per le politiche future per la disabilita

Redazione


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