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Agevolata a costo zero l'uscita dal lavoro anticipata per categorie svantaggiate, tra cui i familiari che assistono persone con disabilità

La scorsa settimana è stato siglato l’accordo tra Governo e sindacati per la riforma delle pensioni. Ci occupiamo qui delle misure riguardanti la nuova pensione anticipata, il cosiddetto APE, ovvero l’introduzione di forme di anticipo pensionistico. Va sottolineato che il confronto fra Governo e sindacati per la definizioni dei criteri è ancora in corsa – e lo sarà per il prossimo periodo, ma si può già tracciare un quadro generale dell’APE.

In sostanza, si tratterà della possibilità, per alcune categorie di lavoratori, di accedere in modo anticipato alla pensione, a partire dai 63 anni di età, usufruendo così di uno scivolo di uscita dal lavoro prima dei 67 anni, quelli attualmente necessari al pensionamento di vecchiaia. Vediamo chi può aderire e quali sono le condizioni.

COS’E’ L’APE E CHI PUO’ RICHIEDERLA - Lo scivolo introdotto dall’Ape  permetterà (a partire dal prossimo anno) di anticipare da uno a tre anni  e sette mesi l’uscita dal lavoro per coloro che, lavoratori dipendenti, autonomi o parasubordinati, abbiano compiuto 63 anni e abbiano maturato una pensione “non inferiore a un certo limite” (non ancora stabilito).
 L’Ape può essere di tre tipi:
-    Volontaria: richiesta volontariamente dal lavoratore
-    Social: per lavoratori in situazione di bisogno (per motivi di salute o altro)
-    Aziendale: per motivi legati a crisi aziendale o di turnover dei dipendenti

COME FUNZIONA L’APE – Per andare anticipatamente in pensione, è chiaro che qualcuno dovrà coprire i costi degli anni in cui il lavoratore riceverà la quota anticipata. Le quote saranno coperte attraverso una sorta di prestiti previdenziali da parte di banche e assicurazioni erogati attraverso l'Inps. A coprire quelle quote sarà o il lavoratore stesso, integrando il costo della sua uscita anticipata con una rata mensile  che verrà sottratta alla pensione per i seguenti 20 anni, a partire dal raggiungimento del requisito di vecchiaia, o lo Stato, nei casi in cui il lavoratore appartenga a categorie definite svantaggiate.

ANTICIPO A COSTO ZERO – Stando alle informazioni contenute nel documento, verranno pertanto individuate alcune categorie di lavoratori per le quali lo Stato coprirà la spesa di uscita anticipata: si tratta del cosiddetto Ape Social. Sulle categorie e sul limite di reddito minimo le parti stanno ancora discutendo, per ora sembra che l’Ape Social dovrebbe applicarsi solo a chi ha un assegno sotto i 1.500 euro lordi mensili (1.200 netti) –  ma su questa cifra i sindacati vorrebbero arrivare a 1.650 euro lordi.
Oltre al requisito del reddito, chi sono le categorie ritenute svantaggiate? I requisiti che saranno tenuti in conto per rientrare nell’Ape social dovrebbero essere:
a) disoccupati di lungo corso senza ammortizzatori sociali
b) con gravosità del lavoro (pesante o rischioso) per la quale la permanenza al lavoro in età più elevata aumenta il rischio di infortunio o di malattia professionale
c) con particolari condizioni di salute,
d)i carichi di lavoro di cura legato alla presenza di parenti di primo grado conviventi con  disabilità grave
Il verbale, a questo proposito, specifica che Le categorie di cui alla lettera (b) e alla lettera (c), nonché l’ammontare prefissato del reddito ponte  agevolato saranno individuate dopo un confronto tra governo e Organizzazioni Sindacali.


LAVORI USURANTI – L’anticipo del pensionamento dai 12 ai 18 mesi sarà possibile anche a coloro che si siano dedicati ad attività usuranti nella misura di:
a)    Una o più, per un periodo di almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di lavoro
b)    almeno la metà dell’intera vita lavorativa

I COSTI DELLO SCIVOLO - Per tutte le altre categorie che non rientrano tra i soggetti definiti “svantaggiati” lo scivolo avrà invece costi anche considerevoli: per il costo andrà dal 6% dell’assegno- interessi compresi - fino al 20% della pensione per coloro che volontariamente decidono di uscire sfruttando il massimo di anticipo (43 mesi), ma non rientrano in fasce protette.

COME RICHIEDERE L’APE - Quella dell’Ape dovrebbe essere una sperimentazione che durerà due anni (2017 e 2018). Sarà da richiedere all’INPS, che si occuperà di produrre un prospetto di calcolo per ciascun lavoratore, che potrà così decidere se aderire all’anticipo pensionistico.
Per sostenere i costi della riforma delle pensioni, di cui l’Ape fa parte, il Governo metterà in campo sei miliardi di euro in tre anni.

In disabili.com:

Prepensionamento disabili
 

Redazione


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