Su Twitter la denuncia di una donna ha scatenato tante condivisioni e racconti di episodi da parte di altre persone con disabilità
Sta girando molto in questi giorni, producendo una valanga di ulteriori racconti di altrettanti episodi analoghi, il tweet di Bronwyn Berg, una donna inglese disabile che ha raccontato un episodio che l’ha vista protagonista con la sua carrozzina.
Nel tweet la donna racconta di come uno sconosciuto abbia preso il controllo della sua sedia a rotelle, iniziando a spingerla contro la sua volontà e di come, nonostante chiedesse aiuto gridando “No! No! La smetta!”, nessuno dei passanti sia intervenuto in suo aiuto. Era come se la gente desse per scontato che lei, in quanto seduta su una carrozzina, avesse bisogno di aiuto. Del tutto ignorato il fatto che su quella carrozzina ci fosse una persona che quell’aiuto non lo gradiva, non ne aveva bisogno, e non lo voleva.
If you see a person in a wheelchair (especially a woman) being pushed by someone and she’s screaming Stop! No! Help! For the love of humanity help her!
— Bronwyn Berg (@BergBronwyn) 13 gennaio 2019
A guy grabbed my wheelchair today and just started pushing me, not a single passerby helped even though I was screaming for help
Il racconto di questa storia ha ottenuto 65.000 Mi piace e 20.000 retweet, ma ha soprattutto spinto molte persone a raccontare esperienze analoghe.
C’è chi ha raccontato: “Non ho le maniglie nella carrozzina, eppure c’è chi cerca di spingermi…ma la cosa non mi aiuta!”
Una ragazza ha twittato: “L’unica volta che mi è successo, un tipo è spuntato da dietro di me e ha iniziato a spingermi mentre stavo guardando delle cose in un negozio. Non lo farà mai più!”
Carrie-Ann Lightley, una donna che gestisce un blog di turismo accessibile, racconta nel suo tweet: “Succede molto a Euston Station. Mi spingo su per la lunga rampa dalle piattaforme quando l'assistenza è in ritardo. Potrebbe “sembrare” che io sia in difficoltà ma è proprio così che spingo! Le persone si limitano ad afferrare le maniglie senza chiedere o parlarmi”.
Happens to me a lot at Euston Station. Pushing myself up the long ramp from the platforms when assistance is delayed. I may *look* like I'm struggling but that's just how I push! People just grab my handles without asking/speaking to me.
— Carrie-Ann Lightley (@CarrieALightley) 13 gennaio 2019
In risposta a questo specifico tweet non è mancato anche chi, non disabile, ha fatto notare che non è sempre facile capire quando un aiuto è richiesto o dovuto, in determinate situazioni: “Quindi vuoi che ti ignoriamo quando lotti su per una collina ma che non ti ignoriamo quando hai bisogno di aiuto? E dobbiamo stare attenti a non aiutarti nel momento sbagliato, altrimenti sembriamo cattivi….”
La risposta di una utente è stata: “Basta chiedere semplicemente 'hai bisogno di aiuto?' E’ spaventoso per me trovarmi all'improvviso in movimento senza alcuna idea di chi mi stia spingendo. Immagina un estraneo che ti prenda e ti trasporti senza preavviso, come ti sentiresti?”
Tutti questi casi dimostrano come, ancora, l’immagine della persona in carrozzina sia associata a persona in difficoltà, sempre e comunque. Ancora una volta, dunque, è la cultura della disabilità a mancare, anche se un pizzico di buon senso, unito a un ritorno al contatto umano che ci faccia semplicemente chiedere “serve aiuto?”, rimane l’abc da non dimenticare mai.
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Redazione
Foto da: Pixabay