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Alla stazione Termini di Roma il tassista aveva rifiutato di prendere a bordo la vicepresidente di Blindsight Project Onlus, perché accompagnata dal suo cane guida: comportamento che infrange la legge

Perseverare, conoscere e rivendicare con forza i propri diritti non è sempre facile, ma può portare a risultati importanti. Lo sa bene Simona Zanella, vicepresidente di Blindsight Project, Onlus nota anche per la diffusione della Campagna Nazionale Cane Guida, che proprio con la sua accompagnatrice a quattro zampe, Isa, l’anno scorso ha vissuto un episodio discriminante che oggi si chiude con il lieto fine.

Il 2 marzo 2016 Simona Zanella si trovava alla Stazione Termini di Roma, dove un tassista rifiutava di farla salire a bordo con il suo cane guida, giustificando il diniego con una presunta allergia all’animale. A quel  punto la donna, peraltro molto esperta in fatto di diritti delle persone che si servono del cane guida, ricordò al tassista, insieme all’assistente della Sala Blu che in quel momento l’accompagnava, la legge n.37 del 1974 sul cane guida. A nulla è valso il riferimento alla legge, né tantomeno le richieste dei due: Simona Zanella non è stata fatta salire sul taxi con Isa.

Sono quindi seguite la denuncia della signora Zanella presso le Forze dell’Ordine e lettere di avvocati, fino a oggi, con il gesto che ha evitato il ricorso al tribunale: le scuse del tassista. L’uomo, che ha evitato la sanzione e ha pertanto riconosciuto alla signora un piccolo risarcimento (che è stato destinato a sua volta alla risoluzione di tanti episodi simili che Blindsight Project affronta quotidianamente), scrive tra le altre cose nella sua lettera di scuse: “… Sono rammaricato per il mio comportamento e vorrei essere anche di monito a tutti i miei colleghi tassisti. Sono profondamente e sinceramente dispiaciuto per l’accaduto e Le porgo le mie più sincere e sentite scuse per l’episodio, e sono mortificato per le spiacevoli conseguenze che la mia condotta Le ha provocato”.

Dichiara Simona Zanella“Il taxista pentito sta “diffondendo il verbo” tra i suoi colleghi. La sua redenzione ci ha colpiti molto, e siamo contenti che sia finita così pacificamente, del resto col mio settore Cane Guida di Blindsight Project  è questo che si fa: facciamo applicare e rispettare le leggi, sosteniamo la persona discriminata, indirizzandola verso la soluzione migliore, visti i numerosi casi ormai trattati anche in tribunale, e soprattutto informiamo e sensibilizziamo, affinché di pentiti ce ne siano sempre meno, e noi col cane guida si possa vivere liberamente, ed anche in sicurezza, perché di solito una donna cieca di sera il taxi lo prende per questo motivo, soprattutto se ha cane guida”.


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Redazione


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