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Dall’associazione Carer una serie di punti da sviluppare per una domiciliarità che sostenga non solo l’assistito ma anche eventuali caregiver familiari

Più volte si è detto come la pandemia da Coronavirus che ha stravolto il mondo possa e debba essere una occasione per fermarsi, fare il punto e intervenire laddove il sistema ha mostrato le sue lacune. In questo contesto, le risorse in arrivo messe in campo dall’UE per il Next Generation EU potranno sostenere questi interventi, che devono necessariamente passare anche e soprattutto per il welfare.

In particolare, il  riconoscimento dato - nell’impostazione del Next Generation EU e successivamente nel programma attuativo italiano denominato PNRR- alle tematiche della non autosufficienza e dei servizi a sostegno  della domiciliarità,  ha stimolato molteplici considerazioni e proposte di impiego delle risorse: qui riprendiamo alcune di queste sviluppate dall’associazione Carer di Carpi (Modena), frutto di esperienze sul campo, di ascolto dei bisogni e di confronto con caregiver familiari, operatori, istituzioni, nonché con partner operanti in altri paesi europei. Il contributo è a cura di Lalla Golfarelli e Loredana Ligabue (CARER APS) e Federico Boccaletti (ANZIANI E NON SOLO scs).  

Nelle loro riflessioni, i promotori sottolineano una premessa fondamentale: la necessità di un riconoscimento giuridico del ruolo di caregiver familiare come componente di un nuovo assetto di welfare e portatore di specifici diritti, in considerazione del fatto che il nostro Paese vive un grave ritardo strutturale sul versante dei servizi per la non autosufficienza - in particolare i servizi a sostegno della domiciliarità - e sul riconoscimento del ruolo cruciale svolto dalle e dai caregiver familiari e da assistenti familiari nella cura a lungo termine -nel contesto domiciliare- a persone disabili o non autosufficienti.

Stante questa premessa, secondo i promotori il PNRR è una opportunità storica per effettuare gli investimenti materiali ed immateriali necessari a sostenere un welfare caratterizzato da una nuova domiciliarità.

Quella nuova, da riformare, deve essere una domiciliarità in grado di operare lungo almeno due direttrici, ovvero rispondere certamente alle esigenze della persona che necessita di assistenza, ma anche e nel contempo a quelle del caregiver familiare che nel contesto domiciliare offre supporto alla vita quotidiana, subendo un pesante impatto sulle proprie aspettative personali, di lavoro, di relazioni.

In questo quadro CARER APS esprime alcune considerazioni. Prima di tutto si rimarca l’importanza di rappresentare il complesso campo della domanda, profondamente mutato in questi anni e a seguito dell’impatto del COVID. La domanda di domiciliarità non è uguale per tutti, ma estremamente diversificata, inserita in contesti di vita e di cura differenziati a livello familiare e territoriale. Una diversificazione che vede un impegno assistenziale sempre più significativo di caregiver informali con funzioni di integrazione e supporto delle funzioni di vita quotidiana rispetto ad una offerta divenuta sempre più prestazionale. Secondo i promotori dell’analisi, occorre un modello di domiciliarità che tenga debitamente conto di tali situazioni e delle competenze, modalità, strumenti di rapporto tra caregiver informali e servizi professionali.

Secondo gli autori della proposta, i requisiti di nuova domiciliarità devono:
-declinarsi rispetto alla multidimensionalità dei bisogni di chi riceve e chi presta cura,
-porre al centro la personalizzazione degli interventi e una formazione continua e diffusa sui temi della umanizzazione delle cure che rispetti la dignità e l’autodeterminazione di chi necessita di assistenza,
-assicurare una articolazione di servizi di prossimità e di sollievo al familiare che si prende cura,
-promuovere una rete di iniziative territoriali che, nello spirito di un welfare di comunità, consentano il riconoscimento e la sostenibilità del valore sociale di cura e della longevità,
-infrastrutturare tecnologicamente la domiciliarità della cura e delle cure su standard nazionali in un’ottica condivisa e partecipata dai soggetti coinvolti in termini di domanda e di offerta.

Tali riflessioni sono approfondite e sostenute da proposte concrete, contenuto nella nota inviata da CARER APS ai soggetti istituzionali competenti.

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