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In occasione della Giornata mondiale della voce, Pino Insegno e il Gran Premio Internazionale del Doppiaggio chiamano a raccolta i doppiatori italiani per adottare la campagna #unaparolapernemo del Centro Clinico NeMO

Abbiamo già avuto modo di parlavi del progetto Una parola per Nemo: una iniziativa che aiuta a dare voce alle persone che, a causa di una malattia, non riescono più a parlare.  Ora il progetto diventa ancora più importante, grazie a una importante adesione: quella dei doppiatori italiani.

In occasione della Giornata mondiale della voce, in programma il prossimo 16 aprile, Pino Insegno chiama a raccolta il mondo del doppiaggio italiano per adottare la campagna #unaparolapernemo del Centro Clinico NeMO, centro multidisciplinare ad alta specializzazione per il trattamento delle malattie neuromuscolari. Le voci dei grandi attori stranieri e dei cartoni animati registreranno un vero e proprio archivio di frasi e messaggi che potranno sostituire la voce metallica sintetizzata dei comunicatori elettronici, utilizzati delle persone che hanno perso la voce a causa della malattia. Con questa nuova iniziativa continua l’impegno del Centro Clinico NeMO, iniziato qualche mese fa e che ha invitato tutti a donare una parola, registrandola attraverso una App dedicata: a oggi sono migliaia le parole pervenute, che vanno dai saluti, dai messaggi d'amore, ai nomi di alcune squadre di calcio e, persino, ad alcune parolacce.
 
I messaggi registrati ogni volta da ciascun doppiatore saranno circa 3.600, si avvicineranno il più possibile ai bisogni e alle esigenze delle persone che vivono l’esperienza della malattia ma coglieranno anche gli usi, i costumi e i modi di dire più significativi che appartengono alla lingua italiana. Non solo, ogni paziente coinvolto potrà scegliere quei messaggi che sono più rappresentativi della sua personalità e dei suoi interessi: per esempio potrà far registrare i nomi dei propri cari o le affermazioni e le esclamazioni “tipiche e uniche” che lo contraddistinguono. Questo significa che ogni doppiatore professionista farà una vera e propria “adozione” nel tempo del processo di personalizzazione della banca della voce destinata ad ogni paziente.
 Questa nuova fase della campagna si svilupperà nei prossimi mesi e i risultati verranno presentati in occasione del Gran Premio Internazionale del Doppiaggio 2018, in programma il prossimo novembre a Roma. 
 
Alberto Fontana, presidente del Centro Clinico NeMO, sottolinea: “La voce è parte fondamentale dell’identità di ognuno di noi e perderla compromette profondamente il benessere psicologico della persona. Per questa ragione ringrazio di cuore Pino Insegno: il suo impegno e quello di tutti i doppiatori che parteciperanno al progetto è una risposta importante al messaggio che abbiamo lanciato con la campagna #unaparolapernemo. Grazie ai doppiatori, le persone costrette dalla malattia ad utilizzare un comunicatore elettronico potranno contare sulla voce di professionisti, capaci di farci emozionare tante volte da spettatori. Speriamo siano tante le persone che seguano il loro esempio, così da completare il prima possibile il vocabolario delle parole.
 
Pino Insegno, attore e doppiatore, spiega: "Ho sempre amato prestare la mia voce per raccontare grandi storie attraverso i corpi di altri attori. Grazie al progetto del centro clinico NeMO, potrò regalare la mia voce a chi l'ha persa a causa della malattia, per dargli la possibilità di tornare a comunicare con le persone care e, in fondo, a raccontare nuovamente una storia: la propria".
 
Le parole di #unaparolapernemo
"Ciao", "buona giornata", "ti voglio bene", "speranza", "mamma" ma anche "calcio", "rigore", "gol", "allitterazione", "camaleonte" e "gazpacho": le parole che gli italiani in questi mesi hanno voluto donare al Centro Clinico NeMO sono le più diverse, da quelle più intime e affettuose a quelle legate alle proprie passioni, a iniziare dalla "fede" calcistica. E c'è anche chi ha registrato qualche parolaccia, come ad esempio il classico "Vaffa…": perché anche quello fa parte della quotidianità dei malati, come capita a tutti.
La categoria di vocaboli più nutrita è quella che raccoglie le espressioni di saluto e le esclamazioni (36,7%), seguita dalle parole legate a sentimenti ed emozioni (26,9%), da quelle di uso comune e dai nomi propri (19,7%), a quelle che esprimono bisogni affettivi e concreti (abbracciami, ho fame, ho sete – 10%), fino a quelle legate al cibo e alla tavola e dai verbi di uso più frequente.
 
La campagna #unaparolapernemo
E’ ancora possibile contribuire a questo progetto di raccolta delle voci, scaricando la App NeMO-MY VOICE e registrando una semplice parola, che verrà inviata dall’App stessa in un vocabolario posto nel cloud: un archivio della voce che supporterà tutte le attività del Centro Clinico NeMO legate alla messa a punto del progetto “Banca della Voce”.
La App NeMO-MY VOICE può essere scaricata da App Store e Google play.
 
La campagna #unaparolapernemo è realizzata con la collaborazione della Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus, impegnata da anni nel sostenere la ricerca scientifica sulla SLA e da sempre al fianco del Centro Clinico NeMO e gode del patrocinio di AISLA Onlus, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, punto di riferimento da oltre trent’anni per l’assistenza delle persone con SLA e tra i Soci Fondatori del Centro Clinico NeMO.
 

Redazione


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