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L’episodio, accaduto in un quattro stelle a San Martino di Castrozza, raccontato dalla madre del ragazzo a La Repubblica

Alcuni anni fa avevamo titolato un articolo “Tenete il disabile lontano dai villeggianti: disturba la loro serenità”: un titolo volutamente provocatorio che però sintetizzava perfettamente quanto accaduto allora ad una donna che si era vista indirettamente invitata a prenotare in un altro albergo a causa della grave malattia della madre, la cui presenza avrebbe potuto turbare gli altri ospiti.  Era il 2016. Ora, a 7 anni di distanza, la stampa riporta, proprio in questi giorni, di un episodio analogo - se i fatti verranno confermati - che è stato raccontato nelle pagine de La Repubblica ed è stato ripreso da altri giornali, sulla base della "denuncia" fatta da una delle protagoniste della vicenda.

Stavolta il fatto, stando all'articolo, si svolge tra le montagne trentine, nella bellissima San Martino di Castrozza. Qui, una famiglia, madre, padre e un figlio con disabilità grave, causata dalla sindrome di Norrie, da tanti anni trascorre le vacanze perché, racconta la mamma al quotidiano, a Tommaso piace la montagna.

Ben consapevole delle esigenze di Tommaso, che non vede e ha disabilità cognitive, la famiglia abitualmente soggiorna ormai da anni in uno stesso albergo che però quest’anno non ha posti disponibili; ripiegano allora in un altro 4 stelle, avvisando preventivamente della condizione del ragazzo al momento della prenotazione, proprio “per evitare sorprese”, racconta la madre a Repubblica.

La disabilità di Tommaso, che ha 24 anni, fa sì che una sera a cena nell’albergo la mamma debba a volte imboccarlo per aiutarlo a mangiare, mentre lui indossa un bavaglino per non sporcarsi. Sarebbe stata questa vista a infastidire altri ospiti che si sarebbero lamentati con la direzione, la quale l’indomani ha proposto alla famiglia di spostarsi in una stanzetta separata da vetri oscurati per i pasti successivi: una stanza solo per loro. Questa la denuncia della madre.

Di fronte alla richiesta dell’albergatrice, ha dichiarato la madre a La Repubblica, la famiglia ha deciso di ripartire anticipatamente, pagando i giorni di soggiorno mancante e terminando azitempo la vacanza: Ovviamente siamo ripartiti perché non è piacevole restare dove non si è graditi. Vacanze rovinate e tanto ma tanto amaro in boccacommenta la madre, che avrebbe poi ricevuto una mail di scuse dall’albergo. Scuse che la donna rimanda al mittente: «Non hanno fatto niente per trattenerci, troppo facile cercare di sistemare tutto con una e-mail. Io non cerco denaro, non mi interessano i risarcimenti. A me preme la battaglia culturale e mi si stringe il cuore se penso che, magari, qualche altra famiglia avrebbe potuto accettare quella proposta. Così, in silenzio, per non dare fastidio».

L’albergo, contattato da La Repubblica, non ha per ora rilasciato repliche, né una sua versione dei fatti.

AGGIORNAMENTO 12 MARZO: qui  la versione dei fatti raccontata dall'albergo coinvolto nel fatto.

Redazione

 

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