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Dieci articoli per un provvedimento che unisce due proposte di legge per riconoscere il valore sociale ed economico di caregiver familiari, intesi come prestatori di assistenza e cura non professionali, con l’obiettivo di tutelarne i bisogni psicologici, formativi, sociali, lavorativi e scolastici


Mentre in Italia manca ancora una legge nazionale sui caregiver, le Regioni iniziano a smarcarsi e a fare da sole. Dopo la recente Legge sui caregiver approvata in Lombardia, è di queste ore la notizia dell’approvazione all’unanimità, da parte del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, del testo unificato delle proposte di legge 104 e 110 dedicate alla figura del caregiver familiare, ore unificata sotto il titolo "Disposizioni per il riconoscimento, la valorizzazione e il sostegno dei caregiver familiari". Anche il FVG, quindi, si dota di una legge regionale per riconoscere ruolo e tutele dei caregiver familiari.

10 ARTICOLI
Il provvedimento conta di 10 articoli per dare tutele a queste figure essenziali di assistenza alle persone con gravi disabilità e non autosufficienti, riconoscendone il valore sociale ed economico di prestatori di assistenza e cura non professionali, con l’obiettivo di tutelarne i bisogni psicologici, formativi, sociali, lavorativi e scolastici.

IL COMMENTO
Così il vice governatore Fvg con delega a Salute, Politiche sociali e Disabilità, Riccardo Riccardi: “(…) Volevamo una legge, non certo un regolamento, mentre anche il passaggio più complesso, quello legato alla definizione di caregiver, è stato superato in modo condiviso. Tutto ruota intorno alla famiglia, che rimane un perno insostituibile, ma servono reti sanitarie e sociali, controllo e sensibilizzazione anche nelle scuole, fornendo gli strumenti per garantire risposte a tutti. Un altro provvedimento - ha concluso l'esponente della Giunta - che, dopo quello sull'invecchiamento attivo e sulla disabilità, ci vede chiudere in maniera unanime sul tema della salute e, questo, non è un elemento politico di poco conto".

ALCUNI PUNTI DEL PROVVEDIMENTO
Tra coloro che hanno commentato il provvedimento, Chiara Da Giau (PD), ha espresso la sua soddisfazione "per l'accoglimento dei punti(…), al fine di considerare i caregiver non in funzione dei loro assistiti, ma in quanto portatori di bisogni e diritti loro stessi". Tra le novità particolarmente apprezzate, la rappresentante ha elencato: "l'ampliamento dei soggetti cui ci rivolgiamo, fino al terzo grado di parentela, ai non residenti e a coloro con legami diversi da quello di parentela; l'esplicito riferimento ai giovanissimi, fenomeno in aumento, conciliando tempi di lavoro e di studio; la previsione di formazione e riconoscimento delle competenze durante il servizio di cura, anche ai fini del reinserimento nel mondo del lavoro; l'inserimento di un caregiver secondario accanto a quello principale, anche per la distribuzione dei compiti; la programmazione triennale degli interventi con tanto di monitoraggi".

Anche il consigliere Andrea Ussai (M5S) esprime soddisfazione: "Con questa legge si amplia la definizione di caregiver rispetto alla normativa nazionale, prendendo come riferimento la convenzione Onu sui diritti dei disabili. Particolarmente importante è la strutturazione di una rete di sostegno istituzionale e solidale - aggiunge l'esponente M5S -, con gruppi di auto mutuo aiuto, che permette di sostenere l'impegno nella cura e conciliarlo con i tempi lavorativi o di studio".


INDAGINE ONLINE SU BISOGNI E CONDIZIONI DEI CAREGIVER
Negli stessi giorni dell’approvazione della norma, nella regione è stata anche avviata una indagine online
per monitorare condizioni e bisogni dei caregiver lavoratori.
L'indagine, che coinvolge l'Associazione de Banfield (da oltre trent'anni accanto alle persone anziane fragili e alle loro famiglie) e il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, ha lo scopo di individuare, attraverso un questionario anonimo, le difficoltà e i bisogni dei caregiver che lavorano, costretti a dividersi tra compiti di cura, obiettivi professionali e vita privata.

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Redazione


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