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A causa delle lunghe liste d’attesa della ASL ligure i genitori avevano iniziato le terapie privatamente pagandole di tasca propria. Ora il giudice ha stabilito di accorciare i tempi  

Lo diciamo spesso, sul fronte dei diritti per le persone con disabilità (pensiamo alla scuola, o alla salute), la legislazione italiana non manca di qualità, ma troppe volte di applicazione. Ecco che allora sono necessari i ricorsi alla giustizia per far valere dei diritti che nel nostro Paese sono sanciti ma talvolta inapplicati.
Rientra in questa casistica anche un recente caso, di cui riporta l’agenzia DIRE, che ha visto protagonista la famiglia di un bambino con un grave disturbo dello spettro autistico per la quale il giudice ha stabilito l’erogazione di terapie di neuromotricità e logopedia a carico dell’ASL, superando le lunghe liste d’attesa.  Lo ha deciso il Tribunale di Genova, con un verbale di conciliazione in seguito all'istanza presentata dai genitori del bimbo, assistiti dall'avvocato Rita Lasagna.

AVVIO DELLE TERAPIE ANTICIPATO
La conciliazione trovata con la ASL abbatte i tempi di attesa che avrebbero comportato l’inizio delle terapie troppo avanti per il piccolo: terapie che nel frattempo i genitori hanno pagato di tasca propria. Ora la ASL dovrà avviare la psicomotricità a settembre, e poi la logopedia da gennaio.
"Dopo la conferma della diagnosi da parte della Asl- racconta il papà- siamo stati messi in lista d'attesa, ma ci hanno detto che ci sarebbero voluti anni. Così abbiamo iniziato le terapie di psicomotricità e logopedia da privati, spendo 600-700 euro al mese di tasca nostra. A gennaio è arrivata l'indennità di accompagnamento, ma da sola non bastava. Ieri, finalmente, questo risultato, anche molto meglio di quanto mi aspettassi: nostro figlio, a settembre, uscirà dalle liste d'attesa, senza passare davanti a nessuno, perché ci cambieranno distretto sociosanitario, a prescindere dalla residenza, spostandoci in uno in cui le liste d'attesa sono più corte e su cui a breve sono previsti investimenti".

LA CAUSA E L’ACCORDO
Il ricorso è stato depositato come provvedimento d’urgenza come causa pilota, essendo presenti i due elementi necessari, di fondatezza giuridica e di rischio che il tempo di attesa necessario per una causa ordinaria provocasse un danno grave irreparabile, spiega la legale. “Il giudice, alla prima udienza, un paio di settimane fa ha fatto intendere che ci avrebbe dato ragione e ha invitato la Asl a trovare un accordo che andasse incontro alla famiglia. Così è stato: da settembre si impegnano a prendere in carico il bimbo con una prima parte delle terapie previste, mentre per la logopedia si dovrà aspettare gennaio". In sostanza, evidenzia, "hanno accolto in toto la nostra istanza, evitando che il giudice li condannasse direttamente con una sentenza, che sicuramente per loro sarebbe stata più difficile da gestire. E si sono anche fatti carico delle spese legali", conclude Lasagna.

IL PROBLEMA DELLE LISTE D’ATTESA
Vista la risuoluzione, è probabile che questo caso apra ora la strada ad altrri ricorsida parte difamiglie liguri per accorciare i tempidi erogazione delle terapie per i loro piccoli. Ricorda Marco Macrì, portavoce delle famiglie genovesi con bimbi disabili in attesa di assistenza, che ha sollevato il problema da tempo: "In Liguria, i bambini in attesa sono ancora 1.700. La Asl 3 genovese ha iniziato a dare una risposta, ma solo parziale perché sono stati presi in carico bambini solo per le terapie di neuro-psicomotricità, ma non di logopedia, per le quali forse arriverà un'accelerata dopo luglio perché le assunzioni necessarie sono bloccate da un ricorso al Tar". La Liguria, conclude Macrì, "è tra le regioni peggiori in Italia per questo tipo di assistenza, solo in tre fanno peggio. Il tempo medio d'attesa nel Paese va dai 12 ai 18 mesi, da noi superiamo abbondantemente i due anni".

PRECEDENTE PER ALTRI RICORSI
Si tratta della prima vertenza in Liguria che giunge a questo risultato e potrebbe dare una svolta all'annoso tema delle infinite liste d'attesa per le terapie riabilitative dei bambini disabili, aprendo la strada ad altri ricorsi, alcuni dei quali già seguiti dallo stesso avvocato Lasagna.
Ora si apre la strada per possibili altre azioni da parte di famiglie nella stessa situazione. "Studierò se, tra le altre famiglie che si sono rivolte a me, c'è la possibilità di fare atti di questo tipo, nel caso vi fosse l'urgenza, oppure se è il caso di procedere con cause ordinarie o solo con la richiesta del rimborso di quanto speso per le cure private- spiega l'avvocato- in ogni caso, è un chiaro segnale che spinge la Asl a trovare al più presto soluzioni per accorciare davvero le liste d'attesa".
Da parte dell'avvocato c'è "la disponibilità a seguire tutte le famiglie, andando incontro dal punto di vista dei costi. Vedremo di organizzare a settembre un'assemblea pubblica per dare risposta a più gente possibile: più eco ha questa vicenda, meglio è, anche per sollecitare soluzioni politiche più rapide".

Redazione

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