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PAGLIUZZE DI BRUMA e IL DECIMO PIANETA
Domenico Canale

Spettabile Redazione,
Vi mando le piccole recensioni che ho dei miei due testi. Sono poca cosa, ma credo sufficiente per presentarli.
Se qualcuno volesse acquistarli, li può richiedere alla casa Editrice Veneta di Vicenza, Tel. 0444/567 526 o via mail info@editriceveneta.it.
Oppure potete rivolgervi alle librerie Galla o Traverso di Vicenza.
Se invece volete, potete contattarmi (anch’io posso spedirveli a mezzo posta).
Una preghiera per tutti, però. Quando avrete letto un testo, vi prego di farmi sapere le vostre impressioni, critiche, emozioni, riflessioni... Tutto insomma,.
Ricordo che per i non vedenti, assieme al testo cartaceo regalo il testo in formato .Doc e .Txt a mezzo di floppy-disk recuperati.
Di “Pagliuzze Di Bruma”, poi, posso fornire sia il formato MP3, sia la registrazione su 5 audiocassette.

Domenico Canale


PAGLIUZZE DI BRUMA

"PAGLIUZZE DI BRUMA" sono le storie, i fatti vissuti di un’infanzia tanto lontana, ma tanto bella e vera alla quale spesso, seppur avanti negli anni, ancora oggi corre la mia memoria.
Storie piccole e grandi, scherzose e tristi, importanti e futili come tutte le cose della vita.
Brevi racconti e straordinari ricordi, bagliori della memoria che luccicano come le pagliuzze di bruma sui rami spogli ai primi raggi del sole in un freddo mattino d’autunno, pagliuzze di bruma che brillano al caldo sole della memoria, proprio piccole pagliuzze di bruma e niente più.
Pagliuzze di bruma però che riscaldano il cuore, pagliuzze di bruma che sprigionano un sentimento, Pagliuzze di bruma che ispirano tanta nostalgia, pagliuzze di bruma che con i loro esempi producono tanti insegnamenti.
Pagliuzze di bruma che sono veri luccichii illuminanti...

(Dal racconto omonimo)

Pagliuzze di bruma è nato quasi per caso.
Ho scritto dei racconti per inviarli ai soliti concorsi; ma elencandoli e rivedendoli mi son accorto che erano un buon numero ed ho percepito che componevano 4 filoni: giochi e giocattoli, animali, personaggi e mestieri della metà del XX secolo.
A quel punto ho pensato ad un libro; vi ho aggiunto altri racconti ed ho scritto la presentazione e la chiusura inserendovi due brani diversi dalle tematiche dei filoni ma che ben si collocano nel periodo della mia infanzia: “Il Segreto” e “Tre Ottobre 1953”.
Io scrivo di getto, poi raspo, limo, raschio e sistemo, ma il Tre Ottobre 1953 è rimasto quasi come l’ho buttato giù.
Lì c’è infatti la pietra miliare della mia vita: sono dovuto crescere in fretta, troppo in fretta e non ho mai conosciuto la giovinezza.
Ho scritto questi racconti per fotografare con le parole le mie emozioni, i miei sentimenti, i miei ricordi.
Pagliuzze di bruma quindi sono le mie foto ricordo, fatte con le parole.
Nel testo è palpabile e traluce un immenso amore per la vita, il credere nel futuro che sono poi la mia filosofia.
Infatti, spesso dico: reagire è vivere, vivere è amare.
Amare per me, oltre a godere dei veri affetti, significa desiderare, credere e ricevere cose semplici, genuine, intime...
Qualcuno mi ha chiesto quale messaggio volessi dare con i miei scritti.
Molto spontaneamente ho risposto: non pensavo di mandare messaggi, ma credo si possa coglierne almeno uno  vivo ed intenso, “l’amore per le cose semplici”.
Tra le righe vi è un caro ricordo del mio paese natio, traspare apertamente la stima per i veri valori trasmessimi in particolar modo da mia madre e da tante persone semplici, si sente poi una certa nostalgia per un mondo, quello delle persone cosiddette normali, nel quale vivevano e vivono i miei affetti più cari ed al quale, naturalmente, sono molto attaccato ed è per questo che lo ricordo così profondamente, con intensità...
Io vivo quel mondo, lo sento mio, per questo l’ho fotografato con le parole, cioè il mezzo che mi rimane ancora a disposizione.
Spero piaccia questo modo di fissare le immagini, le pagliuzze di bruma, appunto.


IL DECIMO PIANETA

"Spesso [...] ho incontrato delle persone che presentandosi mi davano la mano, ma nella loro stretta ho percepito apertamente qualche disagio [...]": con questa introduzione al suo libro Il decimo pianeta, Domenico Canale, cieco dall’età di otto anni, descrive assai efficacemente la paura e il disagio delle persone normali di fronte alla diversità o all’handicap fisico.
Un disagio che si traduce in atteggiamenti che vanno dalla curiosità morbosa alla pietà priva di empatia al rifiuto, e che è in gran parte dovuto all’ignoranza.
Perché in realtà noi vedenti non sappiamo nulla della cecità: cantiamo le lodi di Helen Keller, di Ray Charles o di Louis Braille, immaginiamo orchestre di musicisti e schiere di artisti senza sguardo, ma ci riesce difficile accettare l’idea di un cieco “qualunque” che mangia e cresce, studia e lavora, ama e litiga...
Una difficoltà che rende quasi impossibile la convergenza fra il pianeta terra dei vedenti e il pianeta terra parallelo, quello dei ciechi, cui alludono il titolo del libro e il bel disegno di copertina di Galliano Rosset.
Il decimo pianeta è dunque una guida, una finestra sul mondo della cecità che Domenico Canale ci tiene a tenere ben aperta, sottolineando l’importanza di non rinchiudere in gabbie più o meno dorate i non vedenti, magari con la migliore delle intenzioni ma finendo inevitabilmente con l’escluderli dalla vita reale.
Ad informazioni e nozioni storiche, scientifiche, mediche e tecniche, l’autore affianca argute e acute considerazioni personali e dà spazio al ricordo o a racconti di vicende particolari, qualcuna amara, come quella del piccolo cieco “disturbatore” allontanato dalla chiesa perché gli altri si distraevano per guardarlo, qualche altra buffa, come la disavventura con l’automobilista in cerca di informazioni scambiato per un tassista.
Il decimo pianeta è un libro immediato e diretto, la cui lettura porterà sicuramente a capire qualcosa di più, magari abbastanza da saper stringere meglio, la prossima volta, la mano di un cieco...
(da “Realtà Vicentina”, ottobre 2004)

Il Decimo Pianeta - di Domenico Canale - Editrice Veneta - 2004
Non è certamente una saga paesana, come avrebbe potuto sembrare “Pagliuzze di Bruma”, bensì la trattazione dei vari e molteplici aspetti della vita particolare e diversa che ho vissuto dall’infanzia fino ai giorni nostri; una “saga dell’anima”, tutta personale, se vogliamo, che tratta il mondo della cecità.
Con un discorrere simile ad un colloquio, con la trattazione di vari argomenti e spiegazioni diverse sotto forma di racconti, con aneddoti curiosi e simpatici conditi talvolta da perspicace ironia, con ricordi e prese di posizione più o meno amare e dure, cerco di dare una risposta chiara ed esauriente alle domande più semplici o fuori del comune che chiunque si pone sul mondo del buio o della cecità, “Il Decimo Pianeta” appunto.
Per certi versi, è un testo che analizza a fondo ma con serenità e determinazione ciò che una persona “diversa” coglie in questo mondo.
Un discorso ampio che tratta argomenti pratici e scientifici usando un linguaggio comune e comprensibile con il quale, sinceramente, guidato da un’esperienza ultra cinquantenaria, spero di aver dato delle risposte rassicuranti e decise.
Posso affermare, comunque, che in tutte le pagine traspare una forte determinazione ma anche una costante e costruttiva fiducia nel domani, una ferrea volontà di riuscire che porta ad assaporare tante sensazioni ed un sicuro, appagante, tranquillo esistere sfociante nella partecipazione attiva alla vita della comunità.
Se vogliamo classificarlo, per essere concisi, il testo si può annoverare tra i “libri di divulgazione” o meglio di “Saggistica”.
Aggiungerei, un testo soprattutto per i “Normali”, per quella gente peraltro che mi ha fatto sentire meno diverso con il suo spontaneo e franco atteggiamento, che mi ha aiutato a crescere e vincere la mia battaglia.

Domenico Canale


* * * *
Domenico Canale è nato a Carrè (Vicenza) il 3 gennaio 1944.
nell’ottobre del 1953, cieco assoluto da circa un anno, è entrato in un collegio per non vedenti (Il Madonna della Bomba di Piacenza) ove ha compiuto i primi passi scolastici.
Ha poi frequentato le scuole pubbliche a Padova dove, nel 1965, si è diplomato all’Istituto Magistrale Amedeo di Savoia.
Per qualche tempo ha seguito un corso di laurea all’Ateneo patavino e nel 68 lo ha interrotto per entrare nel mondo del lavoro bancario.
La sua giornata è densa di impegni: da più di trent’anni segue con dedizione il volontariato nei suoi diversi aspetti ed ha ottenuto significativi riconoscimenti sociali.
Amante dell’arte, sensibile alla musica e alla poesia, spinto dal piacere del conoscere si è costruito una cultura classica.
Romantico, ama il silenzio e la solitudine per pensare, sognare e vivere in quell’intima realtà che favorisce la comprensione dei suoi ideali.

(dalla controcopertina di “Pagliuzze di Bruma”)

Domenico Canale
Via Genova 10-E
36077 Altavilla Vicentina (VI)
Tel./Fax 0444 574872
E-mail canaledomenico@aliceposta.it

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