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IL PAESE DEI BAMBINI CHE SORRIDONO
FAVOLE PER ADULTI E PER BAMBINI

Franca Corbelli

Non è solo un libro di fiabe, ma qualcosa di più "Il paese dei bambini che sorridono", scritto da Franca Corbelli e pubblicato dalle Edizioni Il Fiorino.
Sono storie da ascoltare, indirizzate a grandi e piccini, che trattano di disagi del mondo che viviamo. Nelle vicende raccontate si ritrova un equilibrio perfetto tra la leggerezza della narrazione, tipica delle fiabe per bambini e lo spessore dei messaggi che si colgono tra le righe.
Per capire lo spirito del volume si legge nella prefazione:
"Il paese dei bambini che sorridono nasce dalla fantasia di una donna costretta a non crescere per varie vicissitudini, e a cui ha anelato nel corso dei suoi anni.E' proprio lì, che durante la sua piena maturità, trova il suo mentore che la spingerà a ripercorrere la strada fanciullesca non vissuta e la guiderà nel cammino della conoscenza di se stessa. Durante questo percorso di riscoperta, inizia a scrivere delle favole".
La prima storia che l'autrice scrive è anche la prima del libro, "Triste e l'orsetto", che racconta la sua vicenda autobiografica ed esprime il forte desiderio di liberarsi da una situazione opprimente per raggiungere la felicità.
La meta tanto agognata è proprio 'Il paese dei bambini che sorridono', simbolo della ritrovata serenità.
Sono tantissimi i temi attuali affrontati nel libro: la povertà, la solitudine, la solidarietà e l'amicizia.
Quello che emerge è il ritratto di un'infanzia dimenticata, incapace di farsi ascoltare dagli adulti.
Molti comunque i segni di speranza, che si individuano attraverso i personaggi buoni, che nel loro piccolo riescono a rendere più vivibile il mondo.
Qualche esempio? Il Dottor Ferrari, protagonista della fiaba 'Buon Natale Dottor Ferrari', un uomo generoso, che dedica parte del suo tempo agli anziani soli.
Oppure ancora Juan il calzolaio, che lavora anche di notte per fare scarpe ed aiutare i bambini poveri delle favelas.
Tra le fiabe più belle sicuramente 'La figlia del mascheraio' che parla del dolore per la morte di una persona cara e delle difficoltà che si incontrano nel costruire il rapporto con i figli.
Un libro consigliato dunque, per riscoprire il gusto di sentirsi raccontare delle storie, in un'epoca in cui si guarda spesso la tv e ci si concentra troppo sui videogiochi.

Per contatti scrivere a magnolia58@tiscali.it


IL PAESE DEI BAMBINI CHE SORRIDONO. FAVOLE PER ADULTI E PER BAMBINI
Franca Corbelli, illustrazioni di Maria Stella Tomasino
Edizioni Il Fiorino, Modena, 2002
Euro 9 (iva inclusa), pp. 71

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In un tempo in cui la tecnologia, l'avvento dei computer e dei videogiochi ha forse fatto perdere a molti bambini di oggi il gusto della lettura e del "sentir raccontare storie", con questo "libro della tata", dedicato ai bambini, ci si augura che, un giorno, entrino tutti a far parte del "paese dei bambini che sorridono".
Le vicissitudini della vita dell'autrice Franca Corbelli emergono da una narrazione semplice ma attenta ai particolari, utilizzando la favola come metodo talvolta autobiografico, nella continua ricerca di una creatività sempre nuova e non banale.
Il libro ci aiuta a ritrovare quei momenti di serenità e riflessione che, purtroppo, sono sempre più rari nelle nostre giornate.
Le favole ci fanno ritornare bambini, oppure risvegliano il bambino che rimane sempre in noi anche da adulti, oppure ci fanno semplicemente riassaporare quei momenti magici in cui adulti e bambini si ritrovano assieme per leggere e raccontarsi favole.
Un libro quindi per bambini, per adulti, ma direi soprattutto un libro da leggere tutti assieme: adulti e bambini, genitori e figli, nonni e nipoti, insegnanti e alunni...
Un libro da conservare nello scaffale della propria libreria, avendolo però sempre a portata di mano, magari sul tavolino a fianco alla poltrona, sul comodino o nell'angolo della casa a noi più caro.
Un libro che non può mancare nella biblioteca dei bambini che sorridono


... Ed ecco un racconto!

INCONTRI A ROTELLE

"Otto e venti" sostiene sfrontatamente il mio orologio e, come al solito, sono in ritardo.
Il biberon è caldo, Martina dorme ancora - certo penso io, ha voluto giocare al cucù dalle tre alle quattro e quaranta stamattina - quindi ne approfitto, raccolgo le borse e le rimetto sotto gli occhi dove è giusto stiano avendo io una figlia di sette mesi.
Alle nove e dieci siamo in strada, Martina, io ed il nostro passeggino a prova di metropoli.
Come ogni mattina risaliamo il viale sotto casa: un'impresa!
Pochi passi ed ecco le prime buche, uno slalom da campioni, le rotelle si inceppano come meccanismi mai oleati; Martina sobbalza, scivola sul suo lato destro, mi guarda con aria soddisfatta "sono ancora seduta, sono brava vero mamma?" pare voglia dirmi.
Avanti dieci metri e due motorini campeggiano sul marciapiede.
Scatto sulla sinistra, scalino, strada, scalino ed ho evitato anche quelli.
La strada pare sgombra ma, improvvisamente, rallento non riesco a spingere, mi blocco come impantanata in un guado, abbasso lo sguardo ed è colla.
I manifesti affissi al muro trasudano colla di pesce che lentamente si deposita sull'asfalto.
Bloccata da tre affissioni  politici ed una di svendita tappeti mi impegno e proseguo finalmente oltre.
Eccoci dunque alle strisce, sebbene di strisce vi sia solo il ricordo - "qui un tempo comparivano a terra le strisce pedonali, oggi cancellate dell'usura e dai passanti che non ne hanno cura" mi verrebbe da esporre una targa in loro memoria!
Martina ed io ci prepariamo ad attraversare.
Discesa dal marciapiede, rotazione di ottanta gradi a destra, passeggino sulla rampa di lancio e "roger" dice mamma "'nghe 'nghe" risponde Martina.
Sull'altro versante di questa foresta di macchine e motociclette scorgo Giampiero, dalla sedia a rotelle i suoi jeans paiono un inno alla libertà: le maniche della felpa appena sollevate, i suoi muscoli in pieno funzionamento e quella forza poderosa nelle braccia che lo porta dove lui desidera.
Ci salutiamo da lontano, ci fissiamo complici, ci scambiamo un cenno d'assenso e, insieme, diamo inizio all'attraversamento.
Martina ed io da sud a nord, Giampiero da nord a sud e l'incontro avviene al centro.
Martina sorride, Giampiero anche, io inciampo, Giampiero urla, Martina guarda in basso perde il ciuccio e piange.
Giampiero blocca il traffico e ci protegge.
Ripartiamo ed arriviamo, tutti e tre salvi, dall'altra parte della strada.
Giampiero ci saluta, noi rispondiamo con riconoscenza, non lo conosciamo a dire il vero, ma il suo nome è scritto sulla spalliera della sedia a rotelle ma noi vorremmo ribattezzarlo Angelo.

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