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IL PAPA' DI SAMUELE

CAPITOLO 2
LO SPECCHIO

Nel bagno di casa mia c'è uno specchio enorme. Se mi ci guardo dentro posso vedermi tutto intero, dalla testa ai piedi. Cominciamo dalla faccia.
Ho i capelli corti, castani e ricci, come quelli della mamma, che però li ha lunghi; i miei occhi sono chiari, ma non si capisce bene il colore. Ho la bocca del mio papà: rosa e cicciotta, come le mie guance.
Sono alto per avere 8 anni, abbastanza magro: le mie ossa sono lunghe, riesci a sentirle se le tocchi, probabilmente diventerò molto più alto… così dice il nonno!
Tutti dicono che sono un bel bambino. Io mi vedo solo un bambino.
Oggi ho chiesto alla mamma se è importante essere belli: se sono bello posso avere tante fidanzate, se sono brutto, nessuno mi guarda! Ma posso anche essere come la Sara che è bella ma antipatica… E allora? Che confusione!
La mamma mi ha risposto così:<<Il corpo, quello che puoi vedere, toccare, sentire, è solo la casa del tuo cuore e  può ammalarsi, ferirsi, invecchiare quindi apparire meno bello. Ma se  riuscirai a farti apprezzare per ciò che sei, tutti ti ameranno per quello che trasmetti loro: dolcezza, simpatia, gentilezza e non per come ti vedono con gli occhi.>>
Ho pensato tanto a quello che mi detto la mamma, se il corpo è la casa del cuore, devo curarla perché non si rovini, come quando abbiamo rifatto il tetto della nostra casa, perché pioveva dentro.
Devo stare attento a non fargli male, ad esempio saltellando sul lettone, mangiando troppe schifezze che fanno venire il mal di pancia o fumando come fa la mamma!
Altrimenti il mio cuore, dove va ad abitare? Cosa c'è di così bello e importante nel cuore? Non posso vederlo e toccarlo, come un braccio, una mano, un piede… Samuele è fatto di corpo o di cuore?
Chiamo il papà e lo faccio mettere davanti allo specchio.
<<Cosa vedi papà?>>
<<Vedo me stesso riflesso nello specchio>>
<<Come sei papà? sei bello?>> gli chiedo
<<Vediamo un po'… ho gli occhi e i capelli castani, comincio ad avere qualche ruga, non ho ancora fatto la barba, ma sì, sono carino! E sono seduto su una carrozzina.>>
Ho guardato il papà a lungo, quasi come se solo in quel momento mi fossi accorto che non poteva proprio camminare e gli ho detto:
<<Io non penso mai che sei seduto su una carrozzina>>
<< Perché non ci pensi mai?>> mi ha chiesto lui

Io non sapevo come rispondere , sono abituato a vederlo seduto e non ho
mai pensato a tutte queste cose, così gli ho detto:

<< Non ci penso mai, perché ti voglio bene, perché non è importante se tu cammini o no! Facciamo insieme le cose che tutti gli altri papà fanno con i loro bambini, solo che tu le fai da seduto!>>

Il papà mi ha sorriso, ha aperto le braccia e mi sono seduto sulle sue gambe, mi ha dato un bacio e ha detto:

<< Allora Samuele tu riesci a vedere dentro di me, nel mio cuore e non il mio corpo, per questo per te è normale che io sia seduto!>>

Sono rimasto un po' stupito: quello che mi hanno insegnato oggi i miei genitori è molto importante e spero di ricordarlo sempre, anche quando sarò grande; sì perché quando si cresce, si dimenticano tutte le cose che noi bambini riusciamo a capire meglio dei grandi, per questo abbiamo molti più amici di loro.
Adesso so perché i miei amici dicono che il papà è strano: per loro è strano perché non cammina! Poveretti, forse non sanno che anche quando un corpo si ammala, si rovina o è semplicemente meno bello di altri, non si deve avere paura perché la persona, il cuore che lo abita, resta la stessa… Anche se ha un braccio rotto, se non può parlare o come il papà, non cammina! Io gli voglio bene… semplicemente, non credo che lui me ne vorrebbe di meno se non cammino più.
Resto sempre Samuele, quello che dipinge con le dita, che inventa le storie.. resto io!

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