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POESIE
Silvana Pagella

SEGRETO SVELATO

Da bambina
ho vissuto,
come internata,
presso un maestoso
istituto fiorentino,
lontana dal mio nido
E credevo
d’avere una famiglia
forte ed unita,
che m’amasse
più delle mie educatrici,
più della mia maestra.
Invece quello
era solo un sogno,
durato cinque anni.
Mi sono delusa.
La famiglia
forte ed unita
non l’ho mai avuta!
Soltanto,
la mia nonna paterna
m’ha amata
di puro ed incondizionato amore,
restandomi fedele,
sempre,
anche in metafisico aspetto.


DOV’E’?

Dov’è
quella rosa rossa
che rappresenta
l’amore?
Dov’è
quel ramo di pesco
fiorito?
Dove
volerà, ora,
la tenera e verde foglia
dell’alloro?
La rosa
s’è celata
in un profondo
dormire.
Il ramo, lassù,
s’è rammollito.
Ma desta,
è la foglia
d’alloro.
Essa è qui,
piena di poesie
che entrano, soavemente
nell’intelletto
e nel cuore 
d’ogni poeta.


CRISTO PIANGE!

Cristo piange
per lo sfacelo
del mondo.
Piange
per il suo Israele.
Lacrima
per la sua natia Betlemme,
per la vicina Gerusalemme.
Geme
per la nostra Italia.
Soffre
per la povera India,
per l’assetata Africa.
Piange
per la grande Cina.
Singhiozza
sulla Palestina.
Lacrima
per l’Iraq
e per Iran.
Geme
per gli Stati Uniti.
Soffre
per il Vietnam.
Piange
per l’Indonesia,
per la Russia,
per la Francia,
la Spagna,
la Germania,
la ex Jugoslava.
Lacrima
su tutti i paesi
dove regnano:
l’ingiustizia,
l’indifferenza
e l’odio umano.
Singhiozza
per l’ipocrito amore
del bigottismo!


UOMINI!

Uomini,
siete assai assetati
di denaro e di potere,
di violenza e di guerra.
Uomini,
voi intendete
di distruggere
il globo,
di sgonfiarlo.
Non volete
più vedere
quella stupenda sfera,
colorata,
con mari, terre, monti,
ed oceani,
girante intorno
all’astro dorato?
Uomini,
volete moltiplicare
vittime innocenti?
Uomini,
non avete
ancora,
compreso
che sono,
solo,
la pace e l’amore
che vi riportano
forti e ricchi?
Uomini,
non ve ne rendente
conto
che le armi
v’impoveriscono
di tutto
ed in tutto!?


STORIA ANTICA
Alla nonna paterna

" Nevica, nonna,
ed io m'annoio
a giocare sola soletta.
Raccontami la storia
che hai ascoltato,
più volte,
dalla tua nonna,
un tempo, ormai, lontano;
quand'eri bambina
come me."

La voce avita dice:
" Vieni. Siediti
sulle mie ginocchia."
La favola comincia:
" Era il venticinque dicembre
di molti anni fa;
era notte insolita e senza fine,
quando per l'aere
risuonò un canto angelico:

" Sono il Creatore
fattosi neonato,
per aiutare
il seme d'Adamo
a trovare
la via conducente
al Signore;
la strada che porta
alla vera felicità.

Io insegnerò
agli uomini
ad amarsi tutti
come fratelli,
rifiutando l'odio,
ed ammirando
la pace."

Seduta
in grembo alla nonna,
gongolavo di gioia
e per trastullo
le carezzavo
il volto rugoso:
un sublime silenzio
regnava nella casa,
ed io sentivo
la tenerezza della bocca,
priva di denti,
che mi baciava.

" Narrami,  ancora
 un'altra storia,
nonna;
un'altra storiella vera!"

Mi sorrideva la nonna,
e magari,
con la sua mente
ritornava,
pure lei, fanciulla,
in braccio,
all'ava canuta,
che le annodava
le morbide
e lunghissime trecce.


SUOR TRANQUILLA

Quand’ero
in quel collegio fiorentino,
lontana,
dal mio natio nido;
m’affezionai moltissimo
ad una Suora,
non più giovanissima,
ed un po’ mamma
la sentivo:
ella era dolce,
amorevole
e giocarellona.
Con lei
non ero infelice
e riuscivo,
talvolta,
a trastullarmi,
assaporando meno
la distanza materna.
La sera, soavemente,
m’accompagnava
nel mio lettino
m’accarezzava,
mi baciava;
poi,
con un particolare sorriso
s’avviava
verso la porta.
Due anni è stata con me;
poi, un giorno,
non la vidi più.
Piansi!
Anni sono trascorsi.
da quell’istituto
me ne andai;
tornai a casa,
dove sono cresciuta
ed ho studiato.
Ma quel volto solare,
dentro al bianco velo
è ancora qui,
nel mio cuore.


A GIOVANNI PASCOLI

Caro grande maestro
del pianto,
della natura
e delle piccole cose,
a te dedico
questa poesia,
perché,
pur essendo nata
un secolo
dopo di te
mi sento tua compagna.
Ho compreso
il tuo dolore,
leggendo i tuoi versi.
Ho sentito come mio
il triste saluto
alle persone
ed alle cosette
più care.
Tu, spesso,
canti
dell’incolmabile vuoto
che lasciarono
il babbo e la mamma;
dei nidi squassati
dal violento vento umano,
anche,
il tuo tiepido nido,
costruito con tanto amore,
rimase distrutto
dalla sorte matrigna.
Il mio giovane e vermiglio cuore
Soffre,
come il tuo patì,
in maniera diversa,
ma soffre.
Ed il mio intelletto
ama poetare
come il tuo amò
poetare
la sofferenza
e la vita
con ogni sua reale realtà.


NONNA ANGELINA

"Meglio un ricovero
in ospedale!"
Sospirò il medico,
dopo aver ascoltato
il battito del tuo cuore.
La buona nuora
t'aiutò ad alzarti
dal tuo letto,
a vestirti,
a preparare
il bagaglio;
tu fermasti
la sua mano
che rinchiudeva
la valigia
per porvi,
ancora,
il mio bianco Rosario.
Oltrepassata la soglia,
d'un tratto t'arrestasti,
ti voltasti
verso la tua casa,
facendo
il Segno della Croce.
Tu, gia, lo sentivi:
non l'avresti più rivista;
neanche da morta.
Così lasciasti la tua dimora;
così lasciasti Lobbi.
Il De Profundis fu recitato
nella Camera Ardente
della clinica.

Del tuo paese
non hai ripercorso,
altro, che il viale
conducente al Cimitero.
Il candido mio Rosario,
io non l'ho trovato:
amo pensare
che lo serri,
ancora,
tra le tue mani.


LA TUA DONNA

S'affacciava,
la sera,
dal balcone
che s'apriva
sulla strada,
di rimpetto
all' osteria.
Ti chiamava,
ti chiamava ancora.
Tra le risa,
il fumo
ed il forte
olezzo del vino,
la percepivi appena.
Ma, ugualmente,
t' alzavi,
lasciavi gli amici,
abbandonavi il bicchiere;
rincasavi un po' barcollante.
Inutilmente,
avevi cercato
di scordare
la tua povertà,
il poco tuo denaro,
la troppa tua stanchezza.
Ti destavi il mattino
col pensiero del pane,
sempre,
più opprimente,
col capo,
maggiormente,
dolente.
Ma, ogni sera,
costante
la voce ti richiamava
e ti staccava
da quel bicchiere
di troppo.

Anni sono passati:
ora che hai più denaro,
minore stanchezza;
ora che non vai più
all'osteria,
adesso,
che non avresti
nulla da dimenticare.
Ora il trapasso
t'ha portato via
quella voce d'amore.


ALLA BEATA DI CALCUTTA

Cara "Matita di Dio."

Tu sulla terra scrivesti:
" La vita è una opportunità, coglila."
Tu l'hai colta con i piccoli.
Tu affermasti:
" la vita è bellezza, ammirala."
Tu l'hai ammirata con occhi puri.
Tu dimostrasti:
" La vita è beatitudine, assaporala."
Tu divenisti Beata.
Tu dicesti:
" La vita è un sogno, fanne una realtà."
Tu hai realizzato il disegno divino.
Tu dettasti a me:
" La vita è una sfida, affrontala."
Tu la sfidasti con la Tua Arma Segreta.
Tu parlasti sulla carta:
" La vita è un dovere, compilo."
Tu l'hai compiuto per Cristo.
Tu dichiarasti:
" La vita è un gioco, giocalo."
Tu fosti la Bambolina di Dio
nelle Sue mani.
Tu confermasti:
" La vita è preziosa, conservala."
Tu la conservasti per i Tuoi poverelli.
Tu feci eco a noi:
" La vita è una ricchezza, non sciupatela."
Tu non hai sciupato nemmeno un attimo
della Tua esistenza.
Tu dicesti:
" La vita è amore, godine."
E Tu ce l'hai fatto godere .
Tu riscrivesti:
" La vita è mistero, scoprilo."
Tu hai scoperto che il vero mistero
è il tesoro della povertà.
Tu riconfermasti:
" La vita è promessa, adempila."
Tu c'insegnasti a mantenerla.
Tu convincesti:
" La vita è tristezza, superala."
Tu l'hai superata più di mille volte.
Tu riaffermasti:
" La vita è un inno, cantalo."
E l'inno più bello lo cantasti Tu.
Tu ammettesti:
" La vita è una lotta, vivila."
Tu hai lottato per gli indifesi.
Tu intonasti:
" La vita è gioia, gustala."
Tu l'hai fatta gustare agli altri.
Tu ridicesti:
" La vita è una croce, abbracciala."
Anche Tu hai abbracciato la Tua.
Tu riparlasti:
" La vita è un'avventura, rischiala."
Tu, come non tutti, rischiasti l'impossibile.
Tu sorridendo dicesti:
" La vita è pace, costruiscila."
E la pace l'hai costruita, tu,
alla terra affamata di Dio.
Tu pensasti:
" La vita è felicità, meritala."
Quanta felicità ha meritato il Tuo cuore!
Tu pregasti:
" La vita è vita, difendila."
Tu hai difeso la vita degli ultimi.

Grazie, Madre Teresa di Calcutta!


LA BALLERINA DELL'AMORE

Sono una fanciulla
che vola lontano,
che sfiora il cielo,
che accende le luci
notturne.

Sollevo i calcagni
dal suolo,
e sulle punte dei piedi
vado.
Alzo le braccia all'azzurro,
ed attorno a me stessa
giro e rigiro.

Sono una creatura
camminante
in un mondo novello,
senza far rumore;
ascoltante
i leggiadri suoni
dell'occaso.

Sono una giovinetta
danzante
da mattina a sera,
compiendo gesti
d'umiltà e pace
con l'indice sulle labbra.

Sono la danzatrice
che ama chi ama,
che abbraccia chi abbraccia,
che bacia chi bacia,
che dona a chi dona………
…….Sono
la ballerina dell'amore.


IMITARE

Imitiamo
l'immensa consapevolezza
della natura,
sistemante
ogni cosa.

Imitiamo
la purezza
della foglia d'alloro,
simbolo poetico.

Imitiamo
il vero amore,
come ama, sinceramente,
una madre.

Imitiamo
la freschezza dell'acqua,
quietante
l'arida arsura.

Imitiamo
la leggiadra brezza
consolante
ogni cuore smarrito.

Imitiamo
il mite sguardo
delle più piccole
ed umili creature,
come ne è un esempio:
la Venerabile
Benedetta Bianchi Porro.



LA GIOIA NEL DOLORE
A Benedetta Bianchi Porro

Nonostante,
il tuo inesorabile morbo;
nonostante,
il tuo male
senza alcuna tregua,
hai ridonato
ad ogni cuore umano
la fiducia in Dio.

Malgrado,
i tuoi occhi spenti,
hai ridato
ad ogni intelletto infelice,
la raggiosa luce
della speranza.

Nonostante,
il tuo profondo silenzio,
hai fatto riascoltare
ad ogni animo,
l'ineffabile eco
di Cristo fratello.

Malgrado,
la tua incatenata giovinezza,
hai saputo camminare
forte e gioiosa
nell'ombra gettata
della tua menomazione,
cantando,
fino al tuo prematuro trapasso,
le più splendenti lodi
al  Creatore.

Ti ringraziamo tutti,
                                       Benedetta.


HO VINTO L'OSCURITA'

A lungo
ho pianto
in quella notte
interminabile,
dalle mie labbra
sono usciti
gemiti disperati;
ma, la mia volontà
lottava
ed ha vinto l'oscurità.
Ora,
sono forte e solare,
avverto
l'universo argenteo
parlare
al mio cuore vincitore,
dire.
" Riprova,
che ancora vincerai."
Sì,
 continuo a lottare,
poiché so
che ogni giorno
è una battaglia, 
ed ogni sera
è una conquista.
Desidero
Vivere, amare e pensare,
ed infine pure soffrire;
ma non invano,
perché so
che dopo questa lotta
vedrò trionfare
la mia forza d'animo.


NON AVRO' PAURA

Chi sei tu
che bussi
alla porta
d'ognuno,
con tocchi
così violenti,
e non guardi
in volto
a nessuno?

Tu sei il trapasso;
odo quel tuo scalpitio
sapente di mistero,
che sorpassa ed afferra,
sei un' ombra
senza viso,
composta solo
d'un funebre velo.

Morte,
sei
l'ultimo nostro destino;
ed un giorno,
colpirai anche me;
ma io
non avrò paura di te
poiché ti vincerò.

Trapasso,
credi
di portarmi
al buio dell'occaso,
pensi
di avermi afferrata,
d'avermi fatta morire
per sempre.

Ma, proprio,
in quel momento,
ti ringrazierò,
e tu,
sconfitta,
mi diventerai sorella,
inducendomi
ad assaporare
la Luce
dell'Alto Splendore!


COSE LONTANE
Alla mia ex maestra: Paola Quercioli

Addio,
cose lontane;
cose amate,
e da me
riamate.

Addio,
giochi infantili,
dolci giochi
colmi
di fantasia.

Addio,
dondolio
di culla
che m'avete
fatto sognare
sotto la luna.

Addio,
luoghi adacquati
dalle mie lacrime
di bimba,
dove ho compreso
la mia realtà.

Addio.
voce materna
di maestra,
che m'hai insegnato
la scienza
e la bontà.

Addio,
cose lontane,
cose passate,
memorie intramontabili
che vivrete,
sempre,
dentro di me:
nel mio cuore
di donna.


LA MIA RICCHEZZA

La mia ricchezza
è fantasticare,
con il sole nel cuore,
una reale irrealtà.


ANELITI

Non anelito
di guerra;
ho bisogno
della pace.

Odio l'odio;
io amo
l'amore
sulla terra.

Non desidero
il male,
voglio il Bene
d'ogni fratello.

Detesto
le tenebre,
mi piace la luce
della verità.

Non anelito
di malinconici silenzi:
io attendo,
solo,

il canto,
la vita,
il sorriso
ed infine
la speranza.


LA GIOIA DI VIVERE
A tutti gli anziani del mondo

Non è paradossale,
rimanere, pur,
coi capelli argentei,
rigogliosi d'esuberanza
colmi di vitalità,
malgrado,
gli oscuri ricordi
e gli addii
ai dolci affetti.

E' meraviglioso
avere, sempre,
nell'intimo,
la libertà della fantasia
che si libra
come gli agili gabbiani
sulla perfetta onda oceanica.

E' soprannaturale,
tentare e sentire
un'ennesima volta,
dopo le strenne lotte
dell'esistenza
l'ebbrezza della vittoria.

E' splendente
ripercorrere
le numerose vie
del passato,
salutare l'arcobaleno,
ricontemplare l'universo,
amare creature nuove,
essere amati dai giovani,
sentendosi giovani
in mezzo a loro.

Ed infine,
è stupendo
intonare,
all'uniscono,
la gioia di vivere,
ancora non poco.


PROMESSA, ADDIO!

" Gemella,
fra otto settimane,
nasceremo? "
" No! Nasceremo,
questa sera."
" Sarà un lieto evento,
il nostro.
Niuno c'attenderà,
così presto!"
" Cosa promettiamo,
tra noi?"
" Promettiamoci
che saremo……
……..
due simpatiche monelle,
sempre unite."
" Ecco mamma
ha le doglie;
la nostra ora
è suonata."
" Esci prima tu, gemella.
Dopo esco io!"
" Uuuueeeee, uuueeee! "
" quanta gioia
c'è in casa."
" Che festosi vagiti!"

" Ohhh.
Dove ci racchiudono,
gemella?"
" In un'unica culla termica."
" Io sto soffocando!"
" Coraggio!"
" Che dolori
ho nel capo,
sento
i primi sintomi
della perenne spasticità."
Non so, gemella,
se riuscirò
a mantenermi fedele
alla promessa."


PROFUMI DEL MIO MONDO

Il mio mondo
profuma
di piccole cose:
brezza leggera
che spira
ogni mattina,
d'acqua chiara
e lucente
che rinfresca l'atmosfera,
di verdi prati
fiorenti e ridenti
che colorano il mondo,
d'animali innocenti
che guidano l'uomo,
di bimbi giocosi
che riempiano
la mia vita,
d'astri splendenti
che circondano
il firmamento,
di sonetti, di canti
e di rime.
Questi sono
i profumi
del mio mondo;
i miei odori prediletti.


PAX

E' in pace
il cuore
che dona;

la mente
pensante
al Bene;

l'occhio giovanile
che contempla
la tremula luce stellare;

il volto
luminoso e sereno
d'uno spastico;

l'anima candida
di bimba
felice per un nonnulla;

lo sguardo materno
coccolante al seno
il  nato.

Chi desidera veramente
La pace
È, sempre, in pace!


LA MIA LOTTA

Ho lottato
per conquistare
la via
del mio incerto
camminare.

Ho lottato,
desiderando
con la mia volontà
d'esprimermi
sempre meglio.

Ho combattuto
per  assaporare
la più grande
libertà
di pensiero
tutto mio.

Ho lottato,
trovando,
in me stessa,
l'amore
per la mia piccola esistenza.

Ho violato
le idee altrui,
non volendo mai
arrendermi,
ma sempre vincere.

Ho lottato,
e lotto tuttora;
non con le armi;
non con la violenza,
ma con la forza
ed il sole
nel mio cuore,
e con la mia piccozza
salgo da me,
il monte della vita!



SERA

Declino erubescente
di sole,

piccoli lumi
danzanti ed accesi nel cielo,

foglie argentee
accarezzate della luna,

nidi quieti
d'upupe dormienti,

fiori notturni
con la corolla schiusa al bacio,

finestre illuminate
e pronte all'amore,

dolci nenie materne
e silenti dondolii di cune:

questa è la serenità
della mera sera.


NON HO

Non ho
la possibilità
di marciare
normalmente,
ma percorro,
ugualmente,
la mia strada.

Non ho
la facoltà
di parlare
come desidererei;
però trovo
la forza
d'esprimermi,
e far comprendere
i miei meri sentimenti.

Non ho
la capacità
di udire
come voi,
normodotati,
eppure,
sono sfavillamente,
felice,
anche,
se ai miei timpani,
sono noti,
solo,
i suoni gravi.

Ciò che conta
è la volontà
di vivere
con serenità,
è l'amore
per ogni cosa
bella e buona;
per la pace,
per la fede
che dono
sopranaturale,
e la fiducia
in me stessa
ed in ogni voce
sincera ed amichevole.


MUSICA

E' bella;
è soave la musica.
Ognuno l'ascolta,
l'ama, l'adora.
La melodia
l'ascoltano i giovani,
danzando sopra l'altare.
Quest'arte dei suoni e dei ritmi
l'amano le mormoranti onde
degli oceani,
specchianti ogni astro.
L'armonia della ninna nanna
la suona ogni cuore materno,
cullante il suo nato.
La musica
l'adorano
i fanciulli non vedenti,
rallegrandosi alle prime soavi note.
Talvolta
la  stupenda sinfonia
pare universale,
poiché l'ode
tutto il creato.

Anch'io
Amo, adoro,
percepisco
l'arte dei suoni.
Io amo
la musica del mio computer
e della mia arte poetica,
che allorquando,
sono triste,
mi rincuora, mi riscalda,
donandomi
un'infinita gioia,
e m'induce
a sperare
pur contro
ogni speranza.


FIGURA MALINCONICA

Fanciulla
dagli occhi vivaci,
meri e solari,
cosa pensi mai?
Chi attendi mai?
 
Pensi
ad un sonetto d'amore?
Aspetti
il tuo principe azzurro
snello e bello?

Adolescenza,
ti vedo,
nella malinconica figura,
di rimpetto al mio giaciglio,
e ti trovo

assai pensierosa
e triste;
ma pure
giovane d'animo
e fiera d'aspetto.

Fanciulla,
il tuo amore, un giorno,
sarà come una favola;
ma la tristezza
non sarà mai pronta ad arrendersi.


GRAZIE!

Ti sono grata, Signore,
per avermi chiamata
a questa seconda vita.
Ti ringrazio, Signore,
che ogni giorno
mi sei vicino.
Posso essere serena,
pur nella mia sventura
perché conduco
la vita al par
d'una creatura normodotata.
Non ignoro
sin dalla tenera infanzia
il  sapore
d'un'esistenza
completamente sana..
Sono certa, Signore,
che m'hai elargito
doni meravigliosi.
Mi rende felice
il bacio materno,
le parole confortevoli
della  sorella
e dell'adorabile nipotina,
della mia amica Lalla
ed ogni altra voce affettuosa,
e del ricordare, perfettamente,
il mio passato;
della  letteratura
che mi permette
la conoscenza
delle infinite regole
sulla Tua natura,
ed i miei sonetti
che rendono
le mie giornate più gaie,
di contemplare
la Tua Corte Celeste,
di camminare, ora,
con un piccolo ausilio,
ma non più autonomamente,
purtroppo.
Ma il dono più prezioso
è la fede;
la fede che hai concesso
al mio cuore.


OCCHI MATERNI

Guardando
il volto di mia madre,
il mio giovane sguardo
s'incanta
sui suoi occhi;
occhi d'una bellezza infinita,
occhi d'un verde caldo,
dolci e pii.
Sono iridi
che m'inducono
a riflettere,
che leggono
i miei dolori,
le mie ansie,
i miei timori.
Sono occhi
che sempre mi vedono,
pur da lontana.
Fissando le pupille
Di mia madre,
comprendo che la sua vita
non è stata felice.
Ella ha sofferto,
e, sempre, soffrirà
per me e con me.
Quegli occhi materni
Che contemplo ogni giorno,
mai una volta m'infastidiscono:
son occhi che m'amano
più degli occhi altrui.
O, cari occhi di mamma,
tesoro e conforto magnifico!


FINALMENTE L'APPRODO!

Silenzio,
è terminata
la violenta procella,
la riva marina
è vicina.
L'oceano rispecchia
le barche
che hanno spiegato le vele
alla brezza.
Hanno spalancato
le imponenti ali
i gabbiani,
e con il loro verso
sorridono sotto
gli splendenti colori
dell'arcobaleno:
segno d'annuncio di pace,
sogno rivelatore
d'ogni forza naturale.
I nostri sentimenti umani
hanno perso ogni paura del male,
ora restano quieti nei cuori,
esclamando:
" Finalmente l'approdo!"
Le dita del moderno poeta
si posano sui tasti del computer,
componendo rime di gloria
ed assaporano sereni,
l'approdo del riflesso in armonia.


FANCIULLA SPASTICA

Piccola fanciulla spastica,
seduta sulla tua poltroncina,
accanto la finestra.
Tu conosci il dolore
e l'indifferenza del mondo.
Tu fissi
con occhi dolenti
ogni cosa buona e bella.
Tu, che hai nel cuore,
più grande
dei cosiddetti normali,
bontà e dolcezza.
Tu, che sei felice
per un nonnulla.
Perdona coloro
che t'hanno fatto soffrire.
Perdona,
pensando a Colui
che sempre, tutti, perdona.
Insegna ad ognuno ad amare;
insegna ad intenerire
i cuori pietrificati.
Insegna tutto ciò che puoi,
che il Cielo
ti ricompenserà.


DIALOGO PREMATERNO
Ad un'amica in trepida attesa

E' qui,
dal profondo
nelle mie viscere,
si desta, si agita,
mi chiama,
dicendomi:

" Mamma,
perché m'hai concepito?
Nel languido ignoto
Vagavo felice."

" Piccino,
è l'amore che t'ha dato la vita.
E' bella la terra
Coi fiori sui tappeti verdi;
i rami degli alberi
accarezzano il firmamento
ed il sole sorride beato."

" Mamma,
ho paura,
il tuo mondo è triste.
Vi sono tanti dolori,
violenze,
uomini ingrati
malattie assassine,
droga che illude
i giovani.
Mamma,
è proprio necessario,
vedere la luce
del tuo pianeta? "
" Creatura dell'anima mia,
pure il Signore
volle venire al mondo,
soffrendo, amando,
sacrificando
la Sua vita, per tutti noi,
con il Suo immenso Amore.

Pargoletto del mio cuore,
non è il nostro egoismo
che ti volle,
ma l'amore.
L'appassionato, nobile
E puro amore
Che ti sarà, sempre,
fedele compagno
e ti condurrà
verso le infinite bellezze
della seconda vita.

Su, frugoletto mio,
vieni.
Sei atteso!".


TORNARE BAMBINI

Sarebbe bello
ritornare bambini;
avere l'anima,
limpidamente innocente.

Assaporare
le carezze materne,
profumate di dolcezza,
goderne il tepore,
e l'inenarrabile soavità.

E' un desiderio umano
tornare fanciulli,
ignorare le tristezze vitali,
fantasticando
sulle favole delle nonne.

Soltanto,
nel sogno,
sarebbe piacevole
ridiventare frugoletti
per sentire più vicino
l'eco di Dio Bambino.


LA PORTA DELLA VITA

S'apre
La porta della vita,
quando
la nuova creatura
saluta tra i vagiti
il creato.

Si spalanca
Il battente della vita,
allorché
il fanciullo cresce
sotto il natio tetto,
guidato dall'amore.

Filtra la luce
attraverso
il portone della vita,
allorquando
il giovinetto
conosce il mondo.

E' uomo, ormai.
Non ha più tempo
per voltarsi indietro,
deve costruire,
vuole proseguire.

Ma dentro di lui,
la voce Divina
comincia a farsi
sentire…………..

Si chiude
la porta della vita:
quel neonato,
quel bimbo,
quell'uomo
è invecchiato.

E' stanco
di lottare,
di subire prepotenze
e di rincorrere
illusorie mete,
senza trovare,
un poco, di serenità.

Ora sente
e sa
che si sta,
aprendo,
per lui
la Porta della terza Vita.


SALUTO

Ciao,
cielo ceruleo, 
tu offri
al mio cuore
l'eterno amore.

Salve,
sole dal mite tepore,
tu doni
al mio animo
la serenità.

Buon giorno,
Alte montagne,
voi mi profumate
di pura freschezza.

Buona sera,
mari ed oceani
mi avete liberata
dall'arsura.

Ciao!
Benvenuti a risplendere,
a scaldare
ed a dissetare.

E grazie
Per i vostri
Impareggiabili doni.


LOURDES

Particella
di pace eterna
caduta sulla terra,

piccole dame
dall'ilare viso
sotto ceruleo velo,

tristezze,
ansie
e sofferenze dimenticate,

sfera
di luce divina
inviata dal cielo,

fiammelle di preghiera
che ardono mute
sotto le stelle,

dolce sguardo
della Mamma celeste
nella verde quiete del colle,

voci accattivanti
del Creatore e del Salvatore
che chiamano all'Amore ogni uomo:

questa è Lourdes!


TRENO (2001)

Treno,
che veloce corri
sulla strada ferrata,
con numerose persone.
Io ti sento
ogni ora,
rapidamente,
fuggire.
Tu, con la tua fretta,
non puoi  osservare
quant'è splendido
il cielo,
con le rosee nuvole;
i monti dove si percepisce
l'infinito orizzonte;
ed il mare con le bianche onde,
sembrano adacquarti.
Ma tu, quell'incontro
Lo puoi appena
assaporare:
il tuo motore
troppo lestamente
ti spinge.
Soltanto
Alla stazione,
puoi riposarti un poco
e guardare i passeggeri
salire e scendere.

O, caro treno,
anch'io ho viaggiato
sulle tue vellutate poltroncine:
un tempo.
Ma non era un viaggio felice.
Era un cammino
Che facevo
Per recarmi, laggiù,
in quell'istituto fiorentino
che per qualche mese
mi separava dal natio nido.
Infatti,
la sera,
sentivi salire,
mia mamma, sola:
senza di me!


ESPERIENZA DIVERSA
(Autobiografia)

Io, non come
ogni bimbo
nell'età d'un anno,
ho potuto recarmi
incontro alla mamma,
muovendo
i primi passi.
Io, a sei anni,
non mi sono
trovata sui banchi,
ad udire la maestra,
intenta a spiegare.
Io ero
in un maestoso
Istituto fiorentino,
lontano
dal mio nido
e dalla mia famigliola;
dove imparavo,
lentamente,
i barcollanti passi.
Intanto,
il tempo dell'infanzia
trascorse veloce,
con prove di dolore,
d'incomprensione,
d'umiliazioni
e di delusioni;
ma nel mio cuore
splendeva sempre
il sole.
Studiai con gioia
ed ardore. 
Mi formai
una cultura personale.
Io, giovane donna, spastica,
ho avuto un'esperienza diversa,
da voi, normali.
Eppure, cerco tuttora,
d'essere forte e solare,
con immutata fiducia
in un avvenire migliore.


NOTTE ILLUNE (1983)

La notte è oscura,
vedova d'ogni raggio lunare,
confonde completamente
ogni vita.
Il firmamento
trapuntato di stelle
ci appare
più solo ed avvilente.

In quelle tenebre
ritornano
gli affanni dei cuori;
s'odono
i pianti di bimbi,
i sospiri
di creature morenti.
Non si percepiscono
i canti di grilli,
né i gracidii di rane.
I tremuli punti
del cielo
ci sembrano velati
e pure ogni suono
ci pare
che giunga
da molto lontano.

Nella nottata illune e cupa
non si sente alcun soffio
di soave poesia.
Nelle stalle
i cavalli non nitriscono,
neppure,
ma scalpitano
vinti paura.
Il gufo,
nascosto,
all'ombra
d'una quercia
non intona più
il verso regale
del suo:
"Tutto è mio."
Nel fosco infinito
gli inquieti fanciulli
sono percorsi da un fremito,
origliando
l'acuto alitare dei pipistrelli.
Il murmure illimitato
del fiume
ha perduto
il tono giocondo,
senza la vedetta argentea
rischiarante
il suo lungo
e lento cammino.

E' lunga,
e pare che non abbia mai fine,
la notte priva del maestoso astro,
tormentando
ancora di più
i cipresseti del cimitero,
non riuscendo più
a vedere luccicare
il bianco marmo
d'ogni sepolcro. 


PRIMAVERA

Là, ove la rondine garrisce.
Là, dove sui prati fioriti
s'odono voci
di fanciulli solari
e giocosi
sotto
il tepore del sole.
E, tu, colomba
di pace,
che fai sola, soletta?
Rallegrati,
è primavera!
Presto,
porterai
ai cuori infelici l'amore;
agl'indocili donerai
la bontà e la dolcezza,
ed in tutto il mondo
la pace 
e la serenità.
 
Composta nel 1979. Avevo vent'anni


PIETRE

Pietre,
cosa siete, mai, voi?
Pietre,
siete, forse, frammenti
di costellazioni, cadute
ed arse
dall'atmosfera terreste,
e notturna?

Pietre,
siete, forse,
pezzi di monti
spezzati
dalla piccozza
dell'uomo,
rotolando sul suolo?

Pietre,
piccole o grandi
che siate,
e quale forma
abbiate,
e donde veniate,
anche voi,
appartenete,
all' ingresso
del nostro mondo,
della nostra natura,
della nostra sfera,
della nostra vita!


ERA UN MATTINO...

Era una mattina
chiara e splendente,
quando,
mi svegliai serena.

Era un mattino
tiepido ed ilare,
quando,
composi
il primo versetto d'amore.

Era un giorno
quieto e gaudioso,
allorché,
sentii cantare
il mio cuore.

Era una mattinata stupenda,
allorquando,
compresi,
che l'anima mia
aveva trovato il suo sole.

Era un giorno;
era un mattino,
fiducioso e radioso,
per me,
poiché, esclamai:
" malgrado tutto, il creato è sempre bello! "


VIVENTI FIGURE FORTI

Possente è il suolo  
che sostiene ogni peso.
potente è l'universo                            
dove splendono gli astri.
Energico è il vento,
quando solleva ogni cosa.
potenti sono i mari
che circondano il mondo.
Robusto è l'uomo
che suda lieto
nel suo lavoro.
La mia mente, instancabilmente,
pensa e ripensa;
ed è viva, solare,
pronta e profonda.
Ed anche il mio cuore è forte,
giovane, sano e bello:   
resiste
ad ogni dolore,
ad ogni sconforto.
 

SGUARDO DI CRISTO

Sguardo di Cristo
in croce,
che hai spiegato,
con le parabole
al rancore sono l'amore;
alle lacrime sono il sorriso;
al rimprovero sono il perdono;
al dolore sono la gioia;
alle arme sono la pace;
alle tenebre sono lo splendore;
alla disunione sono l'unione;
alla prigionia sono la libertà;
alla disperazione sono la speranza;
all'occaso sono l'aurora;
alla crudeltà sono il bene;
al finito sono l'infinito.
Lasciami contemplare
il mondo intero
con le pupille solari
d'un frugoletto!


DOLCEZZA

All'alba
di questa mattina,
un uccello cantava
sul ramo d'una betulla,
la sua dolce canzone.
I piccoli fiori di prato,
dolcemente,
ondeggiavano al  lieve 
soffio di brezza.
Nell'acqua  limpida e chiara
i pesci, allegramente, nuotavano.
E tu, piccola
e triste fanciulla,
perché non participi
alla gioia ed alla soavità,
che c'è nella vita?
Talvolta,
è sufficiente udire
il cinguettio d'un fringuello;
basta vedere
un mughetto olezzante;
è bastante pensare
ad un delfino gareggiante                                     
con le onde perfette
dell'oceano:
per assaporare
e per conoscere
un nonnulla
di dolcezza e di gaiezza.


PIU' IN ALTO

Chissà, se un giorno
Voleremo, lassù,
in alto;
più in alto che mai?
Là,  vedremo
un'infinità di cose
sparse dinanzi a noi
che ci chiameranno
con loro
per ascoltare meglio
la dolce eco
del Creatore.
Chiudiamo gli occhi
ed immaginiamo,
non con l'intelletto,
ma con l'anima,
di volare, lassù,
oltre lo spazio infinito,
oltre la vivente realtà,
dove pure l'impossibile
può essere appartenente.
Voliamo
ancora più in alto;
voliamo incontro al firmamento,
e con la filosofia
nel cuore,
contempliamo
l'immenso sguardo
dell'Onnipossente.


NATALE

a Benedetta

Senti,
dal campanile,
la mezzanotte suona.
E' Natale!
Sai, qual'è
L'attuale Natale,
per me,
bimba mia?

Natale
è la tua ardente particella
di cielo notturno
che splende e sfavilla
di tremule stelle
dorate.

Natale
è la tua terra stanca
dormiente beata
sotto la coltre
argentea,
sognando
la rifiorente stagione.

Natale
è il tuo possente abete
addobbato
di minuscole luci
che illuminano
tutta la tua ridente
e serena dimora.

Natale
è il tuo piccolo Amico Divino
che rinasce,
con te,
nel tuo cuore sincero,
ed ancora infantile,
con il Suo immenso Amore,
in un tenero abbraccio
di gioie e di giochi.

zia Silvana, Natale 2002

Questa mia, la scrissi, in occasione del Santo giorrno, all'amata ed adorata nipotina di dieci anni: figlia della mia cara sorella gemella.

Silvana Pagella

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