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Riprendendo il titolo di una nota canzone: "The show must go on", ovvero: "lo spettacolo deve continuare".
Si può riassumere così l'opinione espressa dai vari partecipanti di "Dopo Torino 2006... strategie per uno sport per tutti", l'incontro inserito nel programma culturale offerto da Civitas.
E lo spettacolo da proseguire è inteso in maniera duplice: sia come impegno nel diffondere la pratica dello sport per tutti, sia come interesse ad estendere l'accessibilità delle strutture pubbliche. Due fattori, questi, che si sono visti ralizzati nel corso delle Paralimpiadi.

Dal punto di vista architettonico, Torino insegna che l'abbattimento delle barriere fa sentire i suoi effetti anche da un punto di vista culturale.
Lo dimostra William Marsero, responsabile dell'accessibilità delle Paralimpiadi: dopo l'evento sportivo, ad esempio, hanno cominciato a diffondersi annunci immobiliari nei quali, oltre che con le solite caratteristiche, le varie strutture offerte sono state descritte anche in base alla loro accessibilità.
Il criterio adottato durante l'adattamento degli impianti sportivi è stato quello di far passare la disabilità attraverso il concetto di normalità. Ovvero, creare strutture in grado di accogliere attività sportive praticabili da tutti, disabili e non. I risultati raggiunti nella città piemontese spingono a proseguire sul sentiero tracciato.

Fare sport per tutti non richiede solo lavoro manuale, ma anche culturale: bisogna, cioè, diffondere la pratica dello sport tra i disabili; tra chi non è disabile, invece, bisogna stimolare l'interesse per lo sport paralimpico.
L'appello arriva da atleti paralimpici, come conferma Francesco De Vidi, ma anche dai responsabili di enti e associazioni sportive.
E già c'è chi ha colto il messaggio: lo dimostrano i 127 disabili che Antonella Munaro, consigliere nazionale C.I.P. atletica leggera, è riuscita a coinvolgere nell'ultima edizione della Maratona Del Santo.
Ma si segnalano anche i successi di Panathlon, l'associazione che da anni si impegna a difondere tra le scuole la cultura della disabilità, e che quest'anno ha visto visto la partecipazione attiva di 63 istituti della provincia padovana.

E per quanto riguarda i media?
Occorre che l'attenzione rivolta allo sport paralimpico durante Torino 2006 prosegua durante tutti i 365 giorni.
Un esempio è la trasmissione portiva Sportabilia che, in onda su Rai 3, presenta le novità dal mondo del C.I.P e le altre imprese a livello agonistico e promozionale praticate dai disabili.

Le basi per diffondere lo sport per tutti ci sono. Basta saperle cogliere.

[Roberto Bonaldi]

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