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Un match race, con le stesse, identiche regole che si applicano in Coppa America. Due i membri dell'equipaggio. Piccolo particolare: sono tutti e due ciechi. La barca emette un segnale sonoro, le boe del percorso di gara un altro suono. Questo basta agli atleti di Homerus per navigare nel Lago di Garda.
"E' vero - spiega Monica Nolli, velista non vedente di Homerus Project, Associazione di Tuscolano Maderno, nel Bresciano - che l'80% dei sensi è dato dalla vista, ma noi sviluppiamo gli altri: in acqua le sensazioni sono bellissime.
Paura? Un po' ne abbiamo, perché solo gli stolti e gli eroi non ne hanno, ma noi andiamo oltre
".
Barche belle e divertenti, equipaggi agguerriti, domenica scorsa, nelle acque antistanti Assenza di Brenzone (VR).
L'occasione era quella data dalla 'GardaxTutti', manifestazione che segue la regata in solitario 'Gardax1', vinta 7 giorni prima da Cesare Bressan.
Per tutti perché il lago è di tutti, e la barca a vela azzera le diversità.
La manifestazione, organizzata dal Circolo Acquafresca con il patrocinio dei Comuni di Brenzone e di Verona, e dell'Assessorato alle Politiche Sociali del Veneto, ha visto affrontarsi - in regate distinte e in una finale - associazioni che si occupano di disagio psichico attraverso la terapia della vela: è il caso di 'Rivelazione', un innovativo progetto per gli adolescenti con disagio psichico, gestito dall'Ospedale Villa San Giuliana di Verona, in collaborazione con la scuola Vela Est Garda Equipe vela e con il sostegno dell'Amia: il gruppo di lavoro si occupa di ragazzi tra i 13 e i 23 anni, che in un contesto come quello della barca a vela si trovano anella necessità di muoversi in maniera armonica in uno spazio ristretto, e per di più in un contesto ambientale forte come quello del Lago di Garda.
"I risultati - spiega Amedeo Bezzetto, psicoterapeuta - sono straordinari, tanto che l'esperimento continuerà di certo".
E poi, realtà come 'Eos- La Vela per Tutti', rappresentata da Giacomo Murari Bra: "Siamo un gruppo di scombinati - racconta divertito - che ama andare in barca a vela.
La nostra flotta è composta da J24, e gli equipaggi sono misti, disabili e normodotati
".
Il sogno: intanto continuare ad andare in barca, il più possibile, perché c'è comunque un percorso sportivo-riabilitativo, ma divertendosi, senza tralasciare alcuni assurdi aspetti normativi.
"Come - conclude Bra - la possibilità per i disabili di accedere all'esame per la patente nautica, ora ostacolato da una normativa del '93, che indica una serie di patologie che precludono l'esame.
Pensate all'assurdità Noi vogliamo farlo l'esame
- conclude - e solo alla fine essere giudicati idonei o meno".
In acqua anche le piccole e veloci 2.4 del progetto 'Uguali nel Vento' della Compagnia della Vela di Jesolo (Ve): sono delle monoposto Stazza Internazionale realizzate nel 1983 da alcuni disegnatori navali svedesi.
E poi il gommorano di Tecnothon, il laboratorio tecnologico della Fondazione.

Disabili-com: messa in acqua del gommorano 
Messa in acqua del gommorano

Si tratta di un catamarano accessibile a tutti, disabili e normodotati, tanto che - dopo una sola mezz'ora di lezione pratica di Francesco Miotto, direttore di Tecnothon, Antonio De Poli, Assessore alle Politiche Sociali, completamente a digiuno di barca a vela, ci è salito a bordo senza problemi, anzi divertendosi molto.
Gommorano è un catamarano a vela montato su scafi pneumatici, praticamente inaffondabile, ed è già stato testato in passato dagli skipper professionisti Mauro Pelaschier e Stefano Rizzi.
Poggia su un telaio in lega di alluminio, materiale che, insieme agli altri, tutti accuratamente scelti per rendere la struttura più leggera possibile, consente di riporre il natante smontato in due grandi borse facilmente trasportabili, di peso inferiore ai 40 chili, e si arma in pochi minuti.

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