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Partenza all'alba, per arrivare in tempo al Garda senza trovare troppo traffico, che non si sa mai, e poi va a finire che sono in ritardo, non posso mica permettermelo.
Il tempo non è dei migliori, e anche le previsioni non fanno ben sperare per il prosieguo della giornata.
Così sono ad Assenza di Brenzone molto presto, ma va bene così: opto per un secondo caffè, poi individuo il Circolo Acquafresca, dove mi dirigo cercando di ambientarmi un po'.
Incontro subito Giulia Seppi, dell'organizzazione, che ci mette un attimo a farmi sentire a mio agio, accogliendomi con semplicità.
Pian piano arrivano i responsabili delle associazioni invitate, i giornalisti, un po' di pubblico, e il tendone si anima di voci e saluti.
L'ultimo ad arrivare è proprio il sindaco di Brenzone, lo noto proprio ricordando l'ora a cui sono partito...

Alle 11.30 ci sediamo per il momento dedicato alla presentazione dei progetti velici per disabili attuati dalle diverse associazioni.
Sono tutte iniziative importanti, nel senso che ciascuna dà una scossone a certi pregiudizi, per affermare che anche i disabili sono in grado di veleggiare, e anzi di competere con i normodotati.

Quando l'assessore alle politiche sociali della regione Veneto Antonio De Poli interviene dicendo che, con la sua nulla preparazione velica, il disabile in acqua è lui, e non i ragazzi ciechi o in carrozzina che ha di fronte, esprime esattamente lo stato d'animo che provo anch'io, misto ad ammirazione per la forza di volontà e le capacità che queste persone stanno esprimendo attraverso la vela.
Anche un pizzico di commozione, quando il responsabile di Homerus ci mette al corrente del progetto in corso all'Isola d'Elba, in cui alcuni ragazzi ciechi dell'associazione stanno insegnando ad andare in barca ai loro coetanei ospiti delle comunità di recupero di Don Mazzi.
Persone che vivono situazioni di disagio fisico o mentale, e che le associazioni mettono a confronto in maniera costruttiva, col mezzo della vela.
E uno che ascolta ne rimane coinvolto, necessariamente, e stupito, anche se si occupa quotidianamente di disabilità.

Anche perché poi queste idee le abbiamo viste e verificate in acqua: nel pomeriggio.
Quando - alla faccia delle previsioni - il tempo si è rasserenato, sono scesi in acqua per le regate i J24 di "EOS - la vela per tutti", in cui disabili motori e normodotati compongono assieme l'equipaggio; a seguire i 2.4 metri di "Uguali nel Vento", e la barca di RiVELAzione, che si occupa del recupero terapeutico di adolescenti con problemi psichici.
Infine le due imbarcazioni di Homerus, guidate ciascuna da due membri di equipaggio, entrambi ciechi, ma aiutati nella guida da particolari dispositivi sonori che segnalano la boa di metà regata, e la posizione dell'altra barca in acqua.
L'assessore De Poli invece prova il gommorano progettato da Tecnothon: nonostante i timori della vigilia sull'imperizia dello skipper, l'imbarcazione fila via bene, grazie alla semplicità e maneggevolezza del mezzo, e alle indicazioni di Francesco Miotto, direttore del laboratorio Tecnothon. (il "diario di bordo" fotografico della manifestazione lo trovi qui)

Il rientro degli equipaggi a terra dopo le regate è un po' mesto, per la stanchezza che affiora, ma anche forse perché l'acqua si è dimostrata più generosa con queste persone di quanto lo sia la terraferma, con i suoi ostacoli e barriere: confrontarsi sulla vela accessibile non è forse un voler abbattere difficoltà anche della vita a terra?

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