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Concludiamo - per ora - il nostro percorso di conoscenza del golf per disabili.
Finora avevamo avuto ai nostri microfoni Costantino Rocca, il più grande giocatore di golf di sempre. Poi Edgar Scalvini, atleta di golf disabile, e Danilo Redaelli, autore del libro "Disabili e Golf".

Ora è il momento dell'intervista a Roberto Caja, Presidente della Federazione Italiana Golf Disabili, "ed ho anche l'onore di essere Presidente dell'Associazione Europea Golfisti Disabili".
Ecco il suo intervento.

Quando si parla di golf si è istintivamente portati a pensare ad uno sport di tipo elitario, per persone ricche, belle, eleganti etc. in poche parole uno sport per pochi eletti.
Questo è un concetto tipicamente italiano poiché in tutti gli altri paesi, soprattutto anglosassoni, il golf è sempre stato considerato semplicemente uno sport fra gli altri.
Negli ultimi anni, anche con grandi sforzi da parte della Federazione Italiana Golf, si è teso a modificare questo concetto e a promuovere il golf come sport per tutti.

In questa operazione ha giocato un ruolo importante anche la Federazione Italiana Golf Disabili (FIGD) che ha portato sui campi di golf, con proprie manifestazioni e con gare nei più importanti circoli italiani, propri giocatori con disabilità fisica e sensoriale, dimostrando che non esistono limitazioni, e che il golf può essere giocato con un solo braccio o stando su una carrozzina speciale o con la guida di un accompagnatore per i non vedenti.

roberto caja
Roberto Caja

Il golf infatti per i disabili ha delle valenze eccezionali.

  • Prima di tutto si gioca in compagnia (il team di gioco è normalmente costituito da 4 giocatori ) e poiché il percorso di gara è normalmente superiore a 6 Km, si finisce per chiacchierare per alcune ore, del più e del meno, favorendo la comunicazione e lo sviluppo di rapporti umani estremamente positivi.
  • Non meno importante è l'ambiente in cui si gioca: ambiente naturale, di grandi dimensioni, particolarmente curato nel tappeto erboso e nell'arredo naturale con alberi di varie specie, fiori, piccoli laghi, etc. in cui i profumi e i suoni naturali vengono esaltati e danno nuovi, e molte volte sconosciuti, stimoli ai sensi.
  • Le regole del gioco sono tali per cui il risultato è determinato solo dall'abilità del giocatore che è misurata con un parametro definito Handicap di gioco (ironia della terminologia!) e che permette ai disabili di gareggiare con i normodotati in condizioni di assoluta parità.
    Se poi diciamo che non richiede una particolare forza fisica ma solo armonia di movimento e coordinamento, vuol dire che è praticabile anche da chi non ha una struttura fisica solida, e quindi può essere praticato da tutti.
  • Infine le regole impongono rispetto per il campo e la natura (riparando obbligatoriamente gli eventuali danni al tappeto erboso) e codificano il comportamento nei confronti dei compagni di gioco.
    E se queste regole venissero trasposte anche nella vita quotidiana saremmo forse più felici e meno stressati.

Quindi impariamo a giocare a golf tenendo ben presente che andremo anche a lezione di rispetto della natura e di rispetto umano, e solo così potremo considerarci "golfisti" e non solamente giocatori di golf!

INFO:

Federazione Italiana Golf Disabili
Via A. Canova 39 - 20145 MILANO
Telefono: 02 316518
Fax: 02 31809140
E-mail: figd@federgolfdisabili.it

Il sito dell'Associazione Europea Golfisti Disabili

Sull'argomento vedi anche questi nostri articoli:
PROVARE IL GOLF IN CARROZZINA, CHE EMOZIONE!

SUL CAMPO DA GOLF, CON COSTANTINO ROCCA


[Valter Nicoletti]

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