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Gli avevano detto che l'equipaggio di "Adriatica", la barca che sta navigando nell'Oceano Pacifico e che a bordo ospita Patrizio Roversi e Syusy Blady, i due protagonisti del programma "Velisti per caso", avevano un posto libero a bordo e cercavano compagni di viaggio.

Giovanni Salvador, 41enne di Conegliano Veneto, in provincia di Treviso, non ci ha pensato due volte. Ha preparato in fretta una videolettera (andata in onda su Rai3 la scorsa settimana) e l'ha spedita alla redazione del programma. Passa qualche settimana e arriva la risposta: "Sei libero nei primi dieci giorni di settembre? Fai le valigie e raggiungici nelle isole Fiji". E così Giovanni, non vedente dal 1992 in seguito ad un glaucoma (ma già prima era ipovedente da qualche anno), ha fatto i salti di gioia, si è organizzato col lavoro (fa il centralinista nella filiale di Conegliano del Credito Italiano) e ha preso l'aereo in queste ore con la fidanzata Eliana Modolo. "Sono al settimo cielo", racconta alla vigilia della partenza. "Credo mi abbiano scelto perché la redazione è composta da persone intelligenti, che si sono incuriosite sentendo la mia storia, e che hanno voluto raccogliere la sfida. Credo di aver fatto una buona impressione perché ho una discreta esperienza in barca a vela, e sicuramente anche perché sono non vedente".

I due raggiungeranno Nadi nelle isole Fiji, si imbarcheranno su "Adriatica" e dopo una decina di giorni ("ma dipende molto dal vento") arriveranno a Auckland, in Nuova Zelanda: 1500 miglia in pieno Oceano, un'esperienza irripetibile. Giovanni in questo senso si rende conto di essere una sorta di "testimonial", ruolo che svolge già per "Homerus", un'associazione che porta avanti con Alessandro Gaoso un progetto dal 1995 (e disabili.com se n'è occupato più volte), e che insegna a navigare autonomamente a vela ai non vedenti, che alla fine del 2001 erano già 108. Nel 1999 quattro non vedenti, Gussago, Corradi, Pietrobon e lo stesso Salvador, avevano attraversato le Colonne d'Ercole, dal Mediterraneo all'Atlantico, al largo di Gibilterra, e nel marzo del 2000 avevano sfidato Giovanni Soldini, per l'occasione "bendato". "Homerus era presente ad Auckland lo scorso febbraio per la presentazione della Coppa America", racconta Giovanni, "e per questo ci sono contatti avviati che io ho l'incarico di portare avanti. Farò insomma pubbliche relazioni per loro, con molto piacere". Giovanni, che ha anche una partecipazione alle Paralimpiadi di Sydney all'attivo, non sta veramente nella pelle. Ha esperienza di regate a Caorle, ma anche sul Lago di Garda, ma questa è tutta un'altra storia. "Non ho idea di cosa mi attenda, e non mi interessa più di tanto. Se ho paura? Me l'hanno domandato in molti, ma la risposta è ovviamente no. Ho più paura a camminare lungo una strada, lo ritengo più pericoloso perché non sai cosa aspettarti da un'auto parcheggiata male, magari sul marciapiede, o da un motorino che sfreccia mentre sei sulle strisce pedonali. In barca è tutto più facile, presi dei punti di riferimento ti muovi libero e sicuro: sembra impossibile, invece è uno dei luoghi veramente senza barriere. Vi prometto che al ritorno cercherò di raccontarvi le emozioni che ho provato e tutto ciò che, a modo mio, ho visto. Adesso vi saluto perché devo finire di preparare le valigie".

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